Sapa…
Quando l’Aili (Associazione Italiana Latto-Intolleranti) mi ha proposto di preparare qualcosa con l’uva, ammetto di essere rimasta un po’ perplessa. A me non piace l’uva da tavola né l’uva fragola: l’unico modo in cui mangio l’uva è quando è già stata trasformata in vino! ?
Pensavo già di non poter partecipare e poi ho iniziato a pensare alla vigna, alla vendemmia e alla mia infanzia passata in campagna con i miei nonni che erano dei bravissimi agricoltori. E mi son rivista bambina che aiutavo la mia nonnina nella preparazione di dolci e ricette rustiche tipiche della cultura contadina.
Ogni anno alla fine della vendemmia, mia nonna metteva da parte un po’ di mosto per preparare la sapa (o saba). La sapa detta anche “miele d’uva” o “vino cotto”, si ottiene dalla cottura lenta del mosto, ha un sapore dolce e si usa nella preparazione dei dolci tradizionali, soprattutto del pane sapa, dolce fatto con la frutta secca, la sapa e il miele tipico della festa di Sant’Antonio (festa molto sentita in Sardegna perché dà il via al Carnevale).
INGREDIENTI:
- Mosto d’uva
PREPARAZIONE:
La preparazione della sapa sembra molto semplice (ha un solo ingrediente) ma non è così. Il mosto d’uva deve cuocere molto lentamente ed essere mescolato spesso per evitare che si attacchi. Son necessarie dalle 4 alle 8 ore di cottura e la sapa è pronta quando ha una consistenza leggermente densa e liquorosa e il mosto d’uva si è ridotto di circa un terzo rispetto al quantitativo iniziale.
CONSERVAZIONE:
Si può conservare nelle bottiglie o nei vasetti di vetro (precedentemente sterilizzati) con chiusura ermetica. La sapa non ha una vera scadenza perché lo zucchero contenuto nell’uva fa da conservante; tuttavia noi la consumiamo entro un anno dalla sua preparazione.