Archivio mensile: Giugno 2020

Coccoi de corcoriga (Pane di zucca)

Coccoi de corcoriga (Pane di zucca)

Coccoi de corcoriga (Pane di zucca)…

Buon sabato! ?

Come state? Per me è una giornata “strana”, uggiosa e son perseguitata da una stanchezza e un mal di testa persistenti che mi hanno permesso di fare ben poco. O forse è un segnale che mi manda il mio corpo per fermarmi un attimo e riposare. O sarò meteoantipatica pure io e questa giornata buia e noiosa non mi piace granché. Insomma… Avevo in mente di fare chissà cosa e invece non ho fatto nulla. ? Solo la coccoi de corcoriga (pane di zucca).

E’ una ricetta sarda originaria dell’Ogliastra e la traduzione letterale è proprio pane di zucca. La preparazione è davvero molto semplice e, come la maggior parte dei piatti rustici e della tradizione contadina, è una vera scoperta di sapori e profumi, nonostante si utilizzino davvero pochi ingredienti.

La ricetta della coccoi de corcoriga (pane di zucca) che vi presento non è la versione originale o tradizionale ma è una mia rivisitazione; ho tolto completamente i latticini (formaggio) e ho aggiunto un trito di erbe aromatiche per profumare un po’. Nella ricetta tradizionale si differenzia tra coccoi de corcoriga preparata con la zucca gialla e coccoi de corcorigheddos preparata con le zucchine. Nella mia ricetta ho utilizzato un mix zucca/zucchina, è presente la cipolla e ho aggiunto anche i pomodori.

L’altro ingrediente fondamentale e la semola rimacinata; io ho utilizzato il semolato semi integrale de Il Raccolto di Merea, un prodotto davvero ottimo e che gli conferisce un aspetto più “rustico” e un colore più ambrato.

E ora veniamo alla solita questione spinosa delle ricette tradizionali o delle nonne: la quantità! Qua si usa tantissimo fare “ad occhio” e quindi non è facile capire come comportarsi e quanti grammi di ogni singolo ingrediente vanno utilizzati. Utilizzando poi diversi tipi di semola o di zucca (quella che utilizzo io ha la polpa più soda e meno acquosa rispetto alla zucca classica), dare le quantità esatte non è semplice. La cosa fondamentale della ricetta della coccoi de corcoriga (pane di zucca) è che l’impasto deve risultare appiccicoso e non troppo duro. Io vi consiglio di mettere il semolato in una ciotola e aggiungerlo a poco a poco in modo che possiate regolarvi di conseguenza.

La coccoi de corcoriga (pane di zucca) nella mia versione è completamente senza latticini, adatta agli intolleranti al lattosio come me e a chi ha fatto una scelta vegana. ?

E ora ecco la ricetta!

INGREDIENTI:

  • 210 g di zucchine
  • 150 g di polpa di zucca gialla
  • 150 g di pomodori datterini
  • 60 g di cipolla
  • 140 – 150 g circa di semolato semi integrale
  • 50 g di olio extravergine di oliva
  • 1 rametto di rosmarino
  • 2 foglie di salvia
  • 2 foglie di alloro
  • 2 -3 foglioline di menta
  • 2 – 3 rametti di timo
  • Sale fino q.b.

PREPARAZIONE:

Con la parte meno sottile della grattugia, grattugiare la zucca gialla e le zucchine. Tagliare i pomodori a cubetti piccoli. Le dosi che ho indicato tra gli ingredienti son quelle al netto degli scarti, quindi per quanto riguarda le zucchine al netto delle sommità superiore e inferiore e per la cipolla al netto della buccia. Per la zucca gialla si intende solo la polpa, al netto della buccia e della parte interna con i semi.

Tritare le erbe aromatiche molto fini (io utilizzo una mezzaluna). Successivamente, sempre con l’ausilio della mezzaluna, tritare molto sottile la cipolla.

In un recipiente versare le verdure grattugiate e le erbe aromatiche e mescolare bene. Aggiungere il semolato semi integrale a poco a poco, mescolando bene in modo che venga assorbito dall’impasto. L’impasto finale deve essere appiccicoso e non troppo asciutto.

Aggiungere l’olio extravergine di oliva e dare un’ultima mescolata.

Foderare una teglia da cucina con la carta da forno (io ho utilizzato una teglia tonda con diametro di 33 cm circa) e versare l’impasto distribuendolo bene e livellandolo con un cucchiaio. Non deve essere troppo spesso, giusto 3 o 4 mm.

Cucinare con forno ventilato a 175°C per circa 25 – 30 minuti o finché la coccoi de corcoriga (pane di zucca) non è dorata in superficie.

Togliere dal forno e lasciar riposare un’oretta circa prima di servire, così la coccoi de corcoriga (pane di zucca) sarà bella soda e compatta.

CONSIGLI:

  • verdure: si può preparare anche solo con zucca o con zucchine. Oppure con un mix zucchine, cipolla e carote. In questo caso, variando il quantitativo di acqua contenuto nelle singole verdure, va variata anche la quantità di semolato necessaria.

  • utilizzi: la coccoi de corcoriga (pane di zucca) è buona come pranzo o spuntino veloce. Tagliata a spicchi va benissimo come antipasto.

Oleolito di iperico

Oleolito di iperico…

Il bello di vivere in campagna, circondata dal verde e… Non saper conoscere nemmeno le piante che hai intorno! ??? Sì, quella sono io! Lo confesso! Son nata e cresciuta in un piccolo paese di montagna, andata via per università e lavoro e poi son tornata a vivere qua al paesello. Sino a poco tempo fa pollice nero assurdo e poi non so perché, se per l’età o per curiosità (io propendo più per questa?) ho iniziato a interessarmi delle piante e del verde che avevo intorno. Prima con i gerani, poi è stata la volta delle erbe aromatiche (che ho sempre utilizzato ma non avevo mai coltivato) e ora mi è venuta la curiosità di conoscere meglio le erbe e le piante spontanee e riscoprire quali sono le loro proprietà.

In questi giorni di fine primavera e inizio estate è un tripudio di fiori e di colori (sì anche di insetti purtroppo! ?‍♀️Alcuni carini e altri molto meno??) e nelle mie “micropasseggiate” mi son imbattuta spesso in una pianta dai bellissimi fiori gialli: l’iperico di cui ignoravo completamente le caratteristiche e le proprietà. O meglio, conosco le proprietà dell’erba di San Giovanni, ma sinceramente credevo che fosse un’erba rara e poco diffusa. E invece no! Qua nella campagna dietro casa mia è pieno ed è in piena fioritura. Guardate che bello! 

Iperico

L’iperico, detto anche erba di San Giovanni perché il massimo della sua fioritura è proprio il 24 giugno (giorno di San Giovanni e del solstizio d’estate) è sempre stata considerata un’erba “magica” o dalle molteplici qualità curative. In effetti è un buon antibatterico, cicatrizzante per ferite, eritemi e ustioni, antimicotico, lenisce il dolore da puntura di insetti, aiuta a schiarire le macchie della pelle, viene utilizzato per attenuare i segni dell’acne e contro la secchezza e l’invecchiamento cutaneo. Per le sue proprietà rigeneranti è ottimo anche se utilizzato per impacchi sui capelli o per le unghie.

Il metodo più conosciuto per poter utilizzare l’iperico è tramite la preparazione dell’oleolito. I fiori vanno raccolti nei momenti più caldi del giorno (in modo che siano belli asciutti) e poi vanno messi a macerare per 40 giorni nell’olio di oliva dove rilasceranno tutte le loro proprietà. Successivamente l’oleoito di iperico va filtrato e conservato in bottigliette di vetro scuro in modo che non inacidisca.

L’oleolito di iperico ha numerose proprietà curative ma deve essere utilizzato con cautela. Ecco alcune raccomandazioni:

  • anche se si utilizza l’olio di oliva, questa preparazione è solo per uso esterno: quindi non va assolutamente ingerito!
  • Ha un effetto fotosensibilizzante e le parti trattate con l’oleolito di iperico non vanno esposte al sole. Se intendete utilizzarlo per schiarire delle macchie ad esempio, meglio farlo d’inverno e utilizzare una protezione solare adeguata.
  • Come tutti i rimedi casalinghi, è utile per piccole ferite o ustioni ma se queste fossero estese o se una puntura d’insetto dovesse essere particolarmente fastidiosa o iniziare a dar segni seri di allergia o gonfiore, è sempre meglio recarsi dal medico.

INGREDIENTI:

  • 500 ml circa di olio extravergine di oliva
  • 130 gr circa di fiori di iperico appena raccolti
  • 1 barattolo di vetro
  • 2 – 3 gocce di vitamina E (tocoferolo) – non obbligatorio

PREPARAZIONE:

Raccogliere i fiori d’iperico nelle ore più calde in modo che siano asciutti. Scegliere le piante con i fiori ben aperti ma non secchi o sfioriti.

Tagliare le sommità dei fiori e metterle dentro un vaso di vetro schiacciandole leggermente. Coprire con l’olio di oliva, tappare e esporre al sole per circa 40 giorni avendo cura di ritirare i vasetti durante la notte lasciandoli in un posto caldo e asciutto.

Trascorsi i 40 giorni i fiori avranno rilasciato le loro proprietà nell’olio di oliva che avrà assunto un colore rossastro. Filtrare una o più volte con una garza e conservare nelle bottigliette di vetro scuro. E’ possibile aggiungere qualche goccia di Tocofenolo (vitamina E) che impedisce o ritarda l’inacidimento dell’oleolito di iperico.

CONSIGLI:

  • variante 1: c’è chi durante l’esposizione al sole sostituisce il tappo del barattolo con una garza fissata con un legaccio o un elastico (dovrebbe servire per far evaporare l’eventuale acqua contenuta nei fiori). Io ho preferito raccogliere i fiori durante le ore più calde del giorno e seguire la ricetta tradizionale.
  • Inacidimento: potrebbe capitare che l’oleolito di iperico col tempo si inacidisca. Se notate odori strani o di stantio non utilizzatelo. Mettete una etichetta con la data in cui l’avete preparato così vi rendete conto del tempo che è passato oppure aggiungete il tocoferolo.
  • Ricetta: come tutte le ricette tradizionali (o quasi tutte) si va ad occhio. Ho chiesto a più persone ed è stato difficile risalire alle giuste proporzioni degli ingredienti che comunque son indicative. Di solito si riempie un vaso con i fiori schiacciandoli leggermente e si utilizza il quantitativo di olio di oliva necessario a ricoprire i fiori. Questo è quello che mi è stato detto da tutti quelli a cui ho chiesto.
  • Utilizzi: a parte come rimedio casalingo per piccole ustioni, eritemi solari, punture di insetto etc (spero di non averne bisogno sinceramente! ???) vorrei utilizzare l’oleolito di iperico per fare impacchi per i capelli o in aggiunta agli altri oli o creme per idratare la pelle di corpo e viso. Son curiosa di provarlo anche per le macchie della pelle. Vi dirò se funziona. ??

Linguine con sugo di moscardini

Linguine con sugo di moscardini

Linguine con sugo di moscardini…

E lo so! Ci son cascata di nuovo. Dopo i moscardini in umido della scorsa settimana, ieri li ho presi nuovamente. Stavolta ho deciso di preparare un semplicissimo sugo con cui condire la pasta e devo dire che le linguine con sugo di moscardini erano davvero deliziose.

Come dico spesso, quello che fa la differenza è la qualità degli ingredienti: i moscardini erano freschissimi, al posto della passata ho utilizzato dei pomodori maturi che avevo in frigo e come condimento olio extravergine di oliva, aglio e prezzemolo tritato. E l’aggiunta di peperoncino ovviamente! ??? Ne è venuto fuori un primo piatto buono, profumato e che è piaciuto a tutti.

Le linguine al sugo di moscardini son completamente senza lattosio, adatte a tutti gli intolleranti al lattosio come me.

E ora ecco la ricetta! ?

INGREDIENTI:

  • 1 kg di moscardini
  • 600 gr di pomodori datterini
  • 250 gr di pasta (linguine)
  • 50 ml circa di vino bianco secco
  • 2 spicchi d’aglio
  • 3 – 4 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • Peperoncino q.b.
  • Prezzemolo q.b.
  • Acqua bollente q.b.

PREPARAZIONE:

Con un paio di forbici, staccare il corpo dalla testa dei moscardini e togliere le interiora. Dalle testa tagliare via la parte con gli occhi e togliere il dente. Lavare bene e mettere a scolare.

In una padella soffriggere gli spicchi  d’aglio tagliati in due con l’olio extravergine di oliva e successivamente aggiungere i moscardini. Soffriggere bene, aggiungere un po’ di sale fino e il vino bianco. Lasciar evaporare la parte alcoolica e poi aggiungere i datterini precedentemente tagliati a pezzetti e frullati. Aggiungere poca acqua bollente, un pizzico di peperoncino e cucinare col tappo e a fuoco dolce per circa 40 minuti.

Nel frattempo cucinare le linguine togliendole un minuto prima del tempo indicato nella confezione. Scolarle e aggiungerle al sugo di moscardini, facendole saltare in padella per un paio di minuti.

Condire con prezzemolo tritato e servire caldo.

CONSIGLI:

  • Peperoncino: a me piace tantissimo e ne abbondo. Non ho indicato la quantità perché cambia in base alle persone o al tipo di peperoncino utilizzato. Potete iniziare mettendone poco e poi aggiungerlo a fine cottura.
  • Cottura: il segreto dei moscardini in umido è una cottura lenta e a fuoco dolce. Solo così verranno morbidi e saporiti.

Pesto di foglie di ravanelli

Pesto di foglie di ravanelli

Pesto di foglie di ravanelli…

Ma voi lo sapevate che le foglie dei ravanelli son buonissime e si utilizzano in tantissime ricette? Ecco, io fino a poco tempo fa lo ignoravo completamente! ?

Ricordo che mangiavo i ravanelli da bambina e che li raccoglievo nell’orto di casa ma poi, non so perché, ho smesso di mangiarli e li ho completamente rimossi. Tempo fa me li ha regalati il mio amico fruttivendolo e devo dire che mi son piaciuti un sacco ma le foglie… Le avevo buttate! Lo confesso. ?

E invece devo dire che non son solo commestibili, ma son buonissime! ?Ma l’idea di utilizzarle in cucina e di farci un pesto non è mia; la ricetta mi è stata suggerita dalla bravissima Vanessa, blogger di La Cucina della Sgrufetta. Lei è un po’ una maga delle spezie e nella sua cucina, sempre molto delicata ed elegante, mescola spezie e profumi particolari con risultati strepitosi. Dovete andare assolutamente a visitare il suo Blog. ?

La mia ricetta del pesto di foglie di ravanelli è nata grazie ai suoi suggerimenti ed è davvero buona; vi propongo la mia versione che ho utilizzato per condire la pasta e aspetto che Vanessa pubblichi la sua con i consigli per utilizzarlo all’interno di altri piatti. ???

Tra gli ingredienti del pesto di foglie di ravanelli è presente il formaggio grattugiato a lunga stagionatura che contiene solo tracce di lattosio e non dovrebbe dar fastidio alla maggior parte di noi intolleranti al lattosio. Se non lo tollerate, potete ometterlo o sostituire con pane grattugiato tostato o con pochissimo lievito di birra inattivo. Il gusto sarà diverso ma altrettanto buono.

E ora ecco la ricetta! ?

INGREDIENTI:

  • 1 mazzo di foglie di ravanelli
  • 1/4 spicchio d’aglio
  • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 2 cucchiai di formaggio grattugiato a lunga stagionatura (lattosio in tracce)
  • 1 cucchiaio di succo di limone
  • Sale fino q.b.
  • Pepe nero q.b.

PREPARAZIONE:

Lavare bene le foglie di ravanelli e metterle nel bicchiere del frullatore. Aggiungere l’aglio, l’olio extravergine di oliva, il succo di limone, condire con sale fino e pepe nero e frullare bene.

Aggiungere il formaggio grattugiato a lunga stagionatura e mescolare bene.

CONSIGLI:

  • Formaggio grattugiato a lunga stagionatura: a me non crea problemi ma potete sostituire con pane grattugiato tostato o lievito di birra inattivo.
  • Conservazione: si conserva in frigo per uno al massimo due giorni anche se vi consiglio di consumarlo fresco. Resta più buono e profumato.
  • Utilizzi: è buonissimo anche spalmato sul pane abbrustolito. Io l’ho utilizzato per condire la pasta! ?

Pasta con pesto di foglie di ravanelli