Archivio mensile: Maggio 2016

Frittata di zucchine

Frittata di zucchine

Frittata di zucchine…

Oggi ho preparato una frittata di zucchine al profumo di menta.
Ricetta sfiziosa, veloce e saporita.
L’idea della menta mi è venuta parlando con una signora originaria del Marocco. Mi ha spiegato che nella loro cucina la menta viene utilizzata tanto, anche per cucinare le verdure, e che conferisce ai cibi un sapore particolare. Beh! Ha ragione da vendere… La frittata è venuta davvero buona; la menta conferisce un sapore fresco, delicato e non copre gli altri ingredienti. Provate a farla anche voi!  ?

La frittata di zucchine, non contenendo nessun latticino, è adatta a tutti gli intolleranti al lattosio come me.

E ora ecco la ricetta! ?

INGREDIENTI:

  • 1 zucchina di medie dimensioni
  • 2 uova
  • 2 foglioline di menta fresca
  • 2 cucchiai circa di pane grattugiato
  • Sale q.b.
  • Pepe nero q.b.
  • Olio extravergine di oliva

PREPARAZIONE:

Lavare le zucchina e grattugiarla.
In un recipiente versare la polpa grattugiata della zucchina, aggiungere le uova, il pane grattugiato, le foglioline di menta tritate sottili, aggiustare di sale e pepe nero e mescolare bene.
Cuocere le frittate (ne son venute due) in una padella antiaderente dove abbiamo fatto riscaldare due cucchiai di olio extravergine di oliva.
Girare la frittata aiutandovi con un coperchio in modo che risulti dorata in entrambe le parti.

CONSIGLI:

  • menta: molto meglio quella fresca; da un profumo particolare.
  • Basilico: è un ottimo sostituto della menta.
  • Zucchine: se non volete utilizzarle a crudo, potete tagliarle a rondelle e cuocerle nel forno a microonde.

Mezzelune con banane e cioccolato fondente

Quando ho preparato il tortino con salmone e asparagi, avevo dei rimasugli di pasta sfoglia che non mi andava di buttare e allora come consumarli?
Preparando le mezzelune con banane e cioccolato fondente!
Son dei dolcetti molto semplici da preparare e completamente senza lattosio, così anche io intollerante al lattosio li posso mangiare senza nessuna preoccupazione. Li abbiamo serviti a fine pasto insieme al caffè ma son ottimi pure per fare merenda! (Si ok lo confesso… Li ho mangiati pure a merenda col the… Vabbè io magra mai!  😆  )

Ecco la ricetta!  😉

 

INGREDIENTI:

  • 1 rotolo di pasta sfoglia rettangolare
  • 2 banane mature
  • 200 gr circa di cioccolato fondente tagliato in scaglie
  • cannella in polvere
  • 2 tuorli d’uovo per spennellare
  • zucchero a velo per guarnire

 

 

PREPARAZIONE:

wp-1462969037144.jpg

Stendere la pasta sfoglia e lasciarla riposare per una mezzora circa.

 

 

wp-1462969037834.jpg

Con una formina ricavare dei cerchi di pasta sfoglia.

 

 

wp-1462969037459.jpg

Su metà sfoglia, adagiare le banane tagliate a fettine sottili (2 fette per ogni dolce), coprire con il cioccolato fondente a scaglie, aggiungere un po’ di cannella in polvere e chiudere le sfoglie dando la forma di mezza luna. Se la pasta sfoglia dovesse risultare un po’ secca, inumidire gli angoli con pochissima acqua.

 

 

Adagiare i dolcetti in una teglia di alluminio ricoperta con carta da forno e far cuocere a circa 180°C con forno ventilato per circa 20 minuti o quando vedete che son belli dorati. Controllare bene che siano cotti pure sotto.

 

 

wp-1462969037060.jpg

Lasciarli raffreddare un po’, adagiarli in un vassoio, guarnire con zucchero a velo e servire.

 

 

CONSIGLI:

  • Cioccolato a scaglie: mi raccomando utilizzate delle scaglie molto sottili o tritate bene il cioccolato fondente. Io stavolta non l’ho fatto per motivi di tempo e ho fatto male: il cioccolato a pezzi grandi è più difficile da maneggiare e si rischia di bucare la pasta sfoglia. Una alternativa può essere utilizzare la crema di nocciole (qua trovate la ricetta della nutella versione Gavinedda) o della marmellata. Io stavolta ho utilizzato anche la marmellata di mele cotogne totalmente biologica. Le mezzelune erano molto buone anche così!  😉
    wp-1462969037168.jpg

Tortino di salmone e asparagi

Tortino di salmone e asparagi
Sabato scorso abbiamo organizzato un pranzo a base di pesce per degli amici che son venuti a salutarci (una addirittura da Napoli!  😉  )
Tutto bene… Pasta con sugo di gamberi, come secondo pesce arrosto e per antipasto che fare? Ero stufa dei soliti antipasti come cozze gratinate o cocktail di gamberi, che son buonissimi ma ultimamente mi son venuti a noia… Dal mio pescatore di fiducia ho visto dei tranci di salmone fresco e mi son ricordata che anni fa avevo trovato una ricetta semplice ma favolosa per fare la quiche di salmone e gamberetti. E se stavolta la preparo solo con il salmone e ci aggiungo gli asparagi selvatici raccolti da mio padre? Come idea mi è sembrata ottima. Poi ho pensato di preparare dei mini tortini da servire come antipasto. E vi dico che erano buonissimi!  🙂
Io ho utilizzato una panna da cucina a ridotto contenuto di lattosio (Granarolo), ma potete sostituirla con una panna di soia (se siete vegani o fortemente intolleranti al lattosio) o con la panna normale se non avete nessun problema del genere… In tutti e tre i casi, il sapore non sarà molto diverso!

Bene, ora iniziamo a preparare i tortini!

 

INGREDIENTI:
(per circa 7 tortini)

  • 1 confezione rettangolare di pasta sfoglia già pronta
  • 7 formine per dolci o tortini in alluminio usa e getta
  • carta da forno
  • 1 trancio di salmone di circa 250 gr
  • 1 mazzo di asparagi selvatici
  • 1 mazzetto di porri selvatici
  • 1 confezione di panna da cucina a ridotto contenuto di lattosio (circa 200 gr)
  • olio extravergine di oliva
  • sale q.b.
  • pepe nero q.b.

 

PREPARAZIONE:

wp-1462969037144.jpg

Per prima cosa, è necessario aprire il rotolo di pasta sfoglia e lasciarlo riposare in modo che il burro si sciolga un po’. Ho notato che usando la pasta sfoglia dopo una mezzora, le pizzette e gli altri preparati vengono più croccanti e in forno cuociono meglio.

 

 

 

wp-1462969037464.jpg wp-1462969037154.jpg

Tagliare gli asparagi e, tenendo da parte le punte (che poi useremo per la guarnizione), farli soffriggere per bene in olio extravergine di oliva. Quando hanno iniziato ad ammorbidirsi, aggiungere un po’ di sale e, se dovesse esser necessario, anche dell’acqua. Quando son pronti, lasciarli raffreddare.

 

 

wp-1462967911203.jpg

Tagliare i porri molto sottili. Lavare il salmone, togliere le spine, la lisca centrale e la pelle e tagliarli a cubetti. Far soffriggere con olio extravergine di oliva insieme ai porri e aggiungere sale e pepe nero. Lasciar raffreddare il tutto.

 

 

wp-1462969037567.jpg wp-1462969037834.jpg

Con una tazza (o una formina tonda), tagliare a cerchio la pasta sfoglia e metterla nelle formine di alluminio dopo averle ricoperte di carta da forno.

 

 

wp-1462969037466.jpg wp-1462969037415.jpg

In un tegame versare gli asparagi, il salmone e aggiungere la panna a ridotto contenuto di lattosio. Miscelare bene gli ingredienti, aggiungere sale e pepe nero e versare il composto nei singoli tortini. Utilizzare le punte degli asparagi per guarnire e infornare a 180°C  con forno ventilato per circa 20 minuti o comunque sin quando risultano belli dorati. Fatte attenzione che siano cotti anche sul fondo.

 

 

wp-1462969037014.jpg

Ed eccoli qua!  🙂  🙂  🙂
Semplici da fare e davvero buoni. Ai miei amici son piaciuti tanto… Unico rammarico è non averne fatto di più!

 

 

CONSIGLI:

  • Porri selvatici: io li utilizzo perché li trovo più saporiti e digeribili. Ma va bene anche uno spicchio d’aglio messo in cottura insieme al salmone.
  • Panna da cucina: io ho utilizzato quella a ridotto contenuto di lattosio ma va bene anche la panna normale (per chi non è intollerante al lattosio) o panna di soia (per chi è fortemente intollerante o vegano).
  • Rimasugli di pasta sfoglia: non mi andava di buttarli. Li ho stesi nuovamente e ho preparato dei dolcetti squisiti: le mezzelune con banane e cioccolato fondente che poi ho servito a fine pasto insieme al caffè.  😉

 

 

 

 

 

Risotto al fumetto di sogliola e carciofi

Oggi vi propongo la ricetta del risotto al fumetto di sogliola e peperoni.

Sabato ero a casa… Mattinata in relax. Ho fatto un po’ di pulizie, ho rinfrescato il lievito madre, e ne ho approfittato per cucinare. Il giorno prima avevo preso pesce; questa volta ho scelto due belle sogliole fresche. Le volevo cucinare in maniera diversa e allora mi son inventata la ricetta dei filetti di sogliola all’arancia.

IMG_20160505_104306
Però mi dispiaceva buttare gli scarti e alla fine mi è venuta una idea. Perché non preparare un fumetto utilizzando le lische e teste? Magari poi si poteva usare per cuocere un risotto al posto del brodo. E alla fine ho fatto così! Devo ammettere che è stata una buona idea; il risotto era più delicato e risaltava meglio il gusto dei carciofi. In questa ricetta non son stati usati latticini o derivati del latte, è stata realizzata completamente senza lattosio, quindi è ottima per noi intolleranti!  😉

Ecco a voi la ricetta!  😉

 

INGREDIENTI:

  • 80 gr di riso
  • 4 carciofi di media grandezza
  • scarti della sogliola (teste, lische, etc)
  • 2 cucchiaini di dado vegetale (fatto in casa)
  • zafferano
  • sale q.b.
  • pepe nero q.b.
  • acqua naturale q.b.
  • 1 limone
  • 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva

 

PREPARAZIONE:

IMG_20160505_110301

Dopo aver sfilettato le spigole, mettere gli scarti (teste, lische, etc) in una pentola. Aggiungere un cucchiaio di dado vegetale, lo zafferano, l’acqua e mettere a bollire. Far cuocere per circa 20 minuti o finché il fumetto non si restringe.

 

 

IMG_20160505_110749 IMG_20160505_112102

Nel frattempo pulire i carciofi, lavarli e metterli in ammollo in un tegame con acqua e limone (così non diventano neri).

 

 

IMG_20160505_110347IMG_20160505_124556

Quando il fumetto è pronto, possiamo iniziare a cuocere il risotto. Io stavolta ho optato per la vaporiera!  😉
Mi piace molto come tipo di cottura e rende il cibo gustoso ma allo stesso tempo leggero. Per cucinare il riso ho utilizzato il recipiente apposito che c’era nella confezione e ho rispettato anche le quantità. Per cuocere 80 gr di riso, son necessari circa 180 gr di fumetto.

 

 

IMG_20160505_125149 IMG_20160505_125327

Lavare e tagliare i carciofi. Metterli nella vaporiera nel secondo ripiano e poi accendere per circa 20 minuti.

 

 

Screenshot_20160505-154127

Versare il risotto in un piatto. Aggiungere i carciofi, l’olio extravergine d’oliva, il pepe nero e servire caldo
Buon appetito!  😉

 

 

CONSIGLI:

  • Scarti del pesce: io ho utilizzato gli scarti perché avevo già utilizzato i filetti per un’altra ricetta. Potete cucinare la sogliola bollita con gli stessi ingredienti, usare il fumetto per il risotto e mangiare la sogliola per secondo.
  • Sogliola: l’ho utilizzata perché ce l’avevo in frigo e perché a me piace il suo sapore e la consistenza della sua carne. Una variante può essere l’utilizzo della trota. Io l’ho già provata! Davvero deliziosa.
  • Cottura: ho scelto la vaporiera per avere un sapore più delicato e cucinare in maniera più leggera. Per lo stesso motivo, ho messo l’olio d’oliva a crudo. Se preferite, potete cuocere il risotto in maniera tradizionale facendo soffriggere i carciofi e poi aggiungendo il riso e tutti gli altri ingredienti. Verrà buonissimo!  😉

 

 

 

Filetti di sogliola all’arancia

Oggi vi presento una ricetta semplice semplice, i filetti di sogliola all’arancia.

Sta arrivando l’estate e visto che si sta avvicinando la tanto temuta prova costume, ho deciso di stare un po’ più attenta alle calorie… O almeno ci provo!  😉
Confesso di essermi abbuffata di pastiera napoletana (preparata insieme alla nostra amica napoletana) e quindi ora cerco (inutilmente) di correre ai ripari mangiando in modo più leggero e meno calorico. Però chi lo dice che la dieta deve essere per forza triste o con cibo insapore? La sogliola è un pesce dalle buone qualità: poche calorie e ha una buona consistenza, ma perché dobbiamo mangiarlo sempre in bianco o alla parmigiana?

Ho trovato un modo alternativo e molto saporito di cuocere la sogliola… E’ una ricetta semplice, ipocalorica (ho messo olio extravergine di oliva solo a fine cottura), colorata e allegra e non contiene assolutamente nessun cibo con lattosio. Quindi chi, come me, è intollerante al lattosio, può mangiare senza problemi.

Ecco a voi la ricetta!  🙂

 

INGREDIENTI:

  • 2 sogliole di medie proporzioni
  • 1 arancia
  • 1 cucchiaio di trito misto (aglio, cipolla, sedano e carota)
  • 1 cucchiaio di aceto balsamico
  • 2 cucchiai di pane grattugiato
  • 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
  • sale q.b.
  • pepe nero q.b.
  • 1 cetriolo

 

PREPARAZIONE:

IMG_20160505_104306IMG_20160505_110102

Sviscerare e pulire molto bene le due sogliole. Con un coltello, tagliare le teste, le code e privarle delle parti laterali (contengono molte spine). Successivamente è necessario spellarle e sfilettarle. Le teste, la lisca centrale e i resti delle sogliole non vanno buttati. Io ne ho approfittato per preparare un fumetto di pesce, utilizzato per cuocere un risotto; ecco la ricetta del risotto al fumetto di sogliola con carciofi (basta cliccare sul link per vedere la ricetta)  😉
Adagiare i filetti in un contenitore di plastica col tappo ermetico.

 

 

IMG_20160505_104151

In un contenitore di plastica, iniziamo a preparare la salsina di marinatura. Lavare bene una arancia e ricavarne il succo; aggiungere l‘aceto balsamico, il trito di verdure crude, il sale e il pepe nero.

 

 

IMG_20160505_110120

Versare la salsina sopra i filetti di spigole, tappare bene in contenitore e lasciar riposare in frigo per almeno un paio d’ore (io le ho preparate dalla mattina e poi ho cotto i filetti di sogliola per cena).

 

 

IMG_20160505_210027

Foderare una teglia con la carta da forno e adagiare i filetti di sogliola.

 

 

IMG_20160505_210159

Versare un po’ di pane grattugiato sopra i filetti di sogliola e infornare a circa 200-220°C per circa 20 minuti o fino a che non risultano dorate. Nel frattempo lavare e sbucciare il cetriolo. Tagliarlo a rondelle e adagiarlo sul piatto.

 

 

IMG_20160505_211721

Togliere i filetti di sogliola dal forno e adagiarli nel piatto. Aggiustare di sale, condire i filetti e i cetrioli con l‘olio extravergine d’oliva e servire.

 

 

CONSIGLI:

  • Succo d’arancia: io lo utilizzo perché mi piace molto il sapore e resta più dolce del limone; però se preferite, anche col succo di limone vengono molto buone.
  • Aceto balsamico: potete sostituirlo con la salsa di soia.

 

 

Pastiera napoletana

Pastiera napoletana, alzi la mano chi non ha mai sentito parlare di questa bontà!  🙂

I giorni scorsi è venuta a trovarci una cara amica di famiglia, Teresa, napoletana doc!
Donna fantastica, simpaticissima e dall’accento inconfondibile (io adoro Napoli, i suoi abitanti e la sua tradizione culinaria… Vivrei di sola pizza!  :-)).
Chiacchierando, chiacchierando, toglie fuori dalla valigia un vasetto di grano cotto e ci spiega che l’ha portato direttamente da Napoli per farci assaggiare la pastiera napoletana e si offre di farla qua a casa, così insegna la procedura anche a noi.
Immaginate la mia gioia e quella di mia mamma… Occasione unica per imparare a preparare questo dolce buonissimo!

La preparazione del dolce è un po’ lunga ma sinceramente ne vale la pena: a me è piaciuta tantissimo!
La pastiera è un dolce calorico ed è a base di ricotta (contiene anche latte e poco burro), quindi noi intolleranti al lattosio dobbiamo stare attenti. Io ho utilizzato la ricotta, il latte e il burro delattosati, di solito così non mi da problemi, però se avete una intolleranza al lattosio molto alta, o se vi volete fare una bella abbuffata, prendete una pastiglia di enzimi per sicurezza! Io ho fatto così e me la son gustata con tranquillità!  😉

 

INGREDIENTI:

  • 700 gr di grano cotto per pastiera napoletana (marca Miele)
  • 1/4 circa di latte senza lattosio (deve coprire il grano)
  • 30 gr di burro senza lattosio (circa un cucchiaio)
  • 700 gr di ricotta senza lattosio
  • 700 gr di zucchero
  • 7 uova (i bìanchi d’uovo vanno montati a neve)
  • 1 cucchiaino di cannella in polvere
  • 3 arance (scorza grattugiata)
  • 1 cucchiaio di limoncello
  • 2 dosi abbondanti di pasta frolla (cliccare per ricetta)
  • zucchero a velo per guarnire
  • 1 pizzico di sale.

 

PREPARAZIONE:

wp-1462436308587.jpg

In un tegame mettere il grano cotto e coprirlo con il latte senza lattosio. Aggiungere il burro senza lattosio, la cannella in polvere, il sale e far cuocere bene, finché non diventa quasi una crema.

 

 

wp-1462436308882.jpgIMG_20160503_191508

In un tegame molto capiente, versare la ricotta senza lattosio e lo zucchero e lavorarli bene finché l’impasto diventa cremoso.

 

 

IMG_20160503_190505

Lavare bene le arance, sbucciarle e tritare la scorza molto fine.

 

 

wp-1462436308887.jpg

Aggiungere all’impasto la scorza d’arancia grattugiata, il limoncello, il grano cotto e mescolare bene. Aggiungere i tuorli uno alla volta e continuare a mescolare.

 

 

wp-1462374578078.jpg

Montare gli albumi a neve e aggiungerli all’impasto, mescolando delicatamente dal basso verso l’alto.

 

 

wp-1462436308582.jpg

Preparare la pasta frolla (cliccate sul link per vedere la ricetta) e stenderla nelle teglie di alluminio. E’ importante che la pasta abbia i bordi molto alti, in modo che il ripieno non fuoriesca durante la cottura.

 

 

wp-1462374577858.jpg wp-1462436308852.jpg

Riempire la frolla con l’impasto della pastiera.

 

 

wp-1462374577849.jpg wp-1462436308848.jpg

Guarnire con striscioline di pasta sfoglia (come si fa normalmente per la crostata) e infornare con forno ventilato per circa un’ora (150°C per 40 minuti e poi sollevare il forno a 180°C per i restanti 20 minuti).

 

 

wp-1462436308748.jpg wp-1462374577834.jpg

Togliere dal forno, lasciar raffreddare, spolverare con lo zucchero a velo e servire.

 

 

CONSIGLI:

  • Cottura: è molto importante rispettare i tempi di cottura e le due temperature. L’impasto deve cuocere lentamente e la pastiera deve risultare ben cotta (altrimenti ammuffisce) ma non deve essere asciutta.
  • Crema pasticcera: la ricetta originale contiene anche la crema pasticcera ma la nostra amica di solito non la mette perché la pastiera risulta troppo dolce e più pesante da digerire.
  • Essenza di millefiori: nella ricetta originale ci va. Noi non l’abbiamo trovata e abbiamo sostituito con buccia d’arancia e un cucchiaio di limoncello fatto in casa. Il sapore era ottimo, parola di Teresa!  😉

 

 

 

Trota al verde con contorno di melanzane grigliate

Oggi vi presento un’altra ricetta semplice e veloce da preparare: trota al verde con contorno di melanzane grigliate.

Adatta per tutti: non ha lattosio, non è troppo calorica, facile e veloce da cucinare… Il pesce è un alimento ottimo e fa bene e dovremo consumarne di più… Tantissimi buoni motivi per provare questa ricetta! Spero di avervi convinti.

Eccola qua!  😉

 

INGREDIENTI:

  • una trota di circa 250 gr
  • 1 mazzetto di prezzemolo
  • 1spicchio piccolo di aglio
  • 1 bustina di zafferano
  • 1 limone piccolo
  • sale fino q.b
  • 1 melanzana media
  • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 1 cucchiaio di aceto balsamico
  • origano q.b.
  • peperoncino q.b.

 

PREPARAZIONE:

Pulire la melanzana, tagliarla a fettine, aggiungere sale e poggiarla in uno scolapasta per far colare l’acqua. Mettere la piastra nel fuoco a riscaldare.

Nel frattempo pulire e lavare la trota. Adagiarla su una pentola e coprirla di acqua. Aggiungere sale, aglio, prezzemolo zafferano. Tagliare il limone a metà, spremerlo e metterlo nella pentola a cucinare insieme alla trota.

Grigliare le fette di melanzane e adagiarle in un piatto. Preparare la salsina: mescolare olio evo con aceto balsamico e poi aggiungere origano e peperoncino. Non ho aggiunto sale perché di solito le melanzane son già salate. Coprire le melanzane con la salsa, girare e servire insieme alla trota.

 

CONSIGLI:

  • ho preparato la trota in umido perché ero di fretta. Si potrebbe far marinare la trota con acqua, succo limone, aglio e prezzemolo e poi cuocerla nella vaporiera. Così risulterà più saporita.
  • Io per abitudine utilizzo olio evo crudo però, se preferite, potete aggiungerlo alla trota durante la cottura.

Bocconcini di tacchino con peperoni e zafferano

Ecco una ricetta veloce e semplice da realizzare: i bocconcini di tacchino con peperoni e zafferano.

Reduce da giornata infinita passata tra lavoro e un listone infinito di commissioni da fare!  Arrivata a casa distrutta e avevo solo voglia di andare a dormire ma il mio stomaco non era propriamente d’accordo. E allora che fare? Ho aperto il frigo e mi son inventata la cena con quello che avevo lì. E vi dirò che non era niente male! Me la son mangiata tutta! Eppoi che dire? Niente latticini, niente lattosio… Quindi amici intolleranti al lattosio, possiamo mangiarne a volontà!  😉

 

INGREDIENTI:

  • Fettina di tacchino tagliata spessa
  • Un peperone
  • Zafferano
  • Origano q.b
  • Pepe nero q.b.
  • Sale q.b.
  • Olio evo q.b.
  • Acqua q.b.

 

PROCEDIMENTO:

Foderare una teglia da forno con la carta da forno.
Tagliare il tacchino e il peperone a cubetti e adagiarlo sulla teglia.
In un bicchiere miscelare acqua con zafferano, origano e pepe nero. Aggiungere il preparato alla carne e peperoni e infornare per circa 20 minuti.
Quando è pronto, togliere dal forno e adagiare su un piatto dove prima avrete posto del pane o dei crostini. Mettere olio extravergine d’oliva a crudo e servire.

CONSIGLI:

La versione fatta da me è quella più leggera; potete unire olio evo al preparato prima della cottura.

Lievito madre

Lievito madre

Lievito madre…

Oggi nessuna ricetta… Ma vi voglio parlare di qualcosa di sano, genuino e antico: il lievito madre detto anche pasta madre o, in Sardegna. “sa madrighe” o “su framentu“.

Il nome mi riporta indietro nel tempo. Mi ricorda sapori e profumi di tempi antichi, dove la panificazione era un rito magico riservato alle donne e solo loro, in quanto portatrici di vita e di luce, sapevano come creare il pane partendo dalla farina. La tradizione della panificazione era tutta al femminile e a me piaceva tantissimo partecipare e ascoltare le voci, i racconti e i consigli delle donne riunite davanti al forno. Ricordo che noi bambine andavamo a casa di una donna “a faede sa missione” (fare la commissione) e ci veniva affidato questo panetto bianco sporco dall’odore acidulo; era un panetto magico che, unito alla farina e all’acqua, creava quell’impasto meraviglioso da cui poi veniva fatto il pane.

Ricordo ancora le donne sedute a semicerchio e con “su tazzeli” (tagliere di legno ovale molto grande che serve per fare il pane) e col mattarello in mano; partendo dalla palla di pasta lievitata, ognuna di loro stendeva l’impasto che arrivava già pronto e molto sottile all’ultima donna, quella vicina al forno che aveva il compito importantissimo di cuocere il pane. Poi c’erano altre due donne che, una volta cotto il pane, si occupavano di pulirlo dai residui di farina e di brace e di sistemarlo in una “hanistedda” (cesto enorme fatto di asfodelo usato per sistemare il pane e i dolci) e coprirlo con i teli rigorosamente in cotone per farlo raffreddare.


Noi bambine eravamo trattate come “piccole donne” e le “anziane” con pazienza ci spiegavano  i segreti del pane: come fare un buon impasto e come imparare a stendere la sfoglia a mano che doveva essere di forma rigorosamente tonda. Alle più grandi veniva riservato anche un posto speciale vicino al forno e si spiegavano i segreti per avere una buona cottura affinché il pane venisse saporito, bello rosso e “gonfiasse” bene. E poi ricordo l’odore ma soprattutto la fragranza e il sapore di questo pane appena cotto… Era davvero un pane magico che racchiudeva i misteri e le tradizioni di secoli di storia sarda. Che meraviglia aver conosciuto queste cose!  🙂

E poi come in ogni cosa c’è una fine… Oggi il lievito madre non si usa quasi più, sostituito quasi del tutto dal lievito di birra o peggio ancora dal lievito chimico istantaneo che son più semplici da utilizzare e, grazie a loro, il processo di lievitazione è molto più veloce, istantaneo. Badate bene, la mia non è una guerra contro il lievito di birra (che è comodo e uso in tante occasioni) però quando posso, preferisco utilizzare il lievito madre. Ha un tempo di lievitazione molto più lungo ma trovo che la pizza e gli altri lievitati impastati col lievito madre siano molto più leggeri e digeribili e quel sapore acidulo non mi dà fastidio, anzi! Mi piace di più.

Ecco perché quando la mia amica Natasha (una ragazza di origine russa ma ormai diventata una sarda doc) mi ha detto che aveva il lievito madre e me ne ha donato un po’, io ovviamente non ho detto di no. Ed ecco che è iniziata la mia avventura.

Qua sotto trovate dei consigli molto semplici per “rinfrescare” e utilizzare la pasta madre. Non posso aiutarvi nella creazione del lievito perché a me lo hanno donato già pronto per utilizzo ma, se cercate su internet, scoprirete un mondo tutto nuovo fatto di “spacciatori” di pasta madre e di scambio di informazioni e ricette!

CONSERVAZIONE:

Il lievito madre va tenuto in frigo in un contenitore ermetico. Io utilizzo dei barattoli di vetro medio grandi in modo che il lievito possa crescere ed espandersi. Il contenitore deve avere una chiusura ermetica per preservare il lievito dai sapori e dagli odori che gli altri alimenti lasciano nel frigo. Ricordatevi che i contenitori vanno cambiati dopo un certo totale di utilizzi (io lo cambio di media una volta al mese o dopo quattro o al massimo cinque utilizzi).

RINFRESCO:

Il processo di lievitazione è dovuto all’attività dei lieviti, dei microorganismi che trasformano la farina, l’acqua e il sale nell’impasto che conosciamo noi. Noi dobbiamo prenderci cura della pasta madre, dei lieviti che ne fanno parte e, per poterla mantenere viva e attiva, dobbiamo nutrirla, fare in modo che il processo di lievitazione non venga mai interrotto. Quindi una volta ogni 5 giorni o al massimo entro una settimana, l’impasto va nutrito con nuova farina e acqua.

Io di solito tengo il lievito in un barattolo di vetro grande (in modo che il lievito possa crescere ed espandersi) e prima di utilizzarlo, misuro la tara. Quando vado a rinfrescare il lievito per prima cosa lo peso e poi tolgo il peso della tara del barattolo; così ottengo il peso netto del lievito che mi serve come base di partenza per dosare la farina e l’acqua da aggiungere. Ad esempio se il peso totale del lievito madre è di 500 grammi e il peso del barattolo vuoto è di 300 gr, so già che devo rinfrescare circa 200 grammi di lievito madre.

Procedo cosi:

  1. peso il lievito per vedere quanta farina e acqua aggiungere;
  2. peso l’acqua che deve essere la metà del peso del lievito (ad esempio a 100 gr di lievito madre devono essere aggiunti circa 50 grammi di acqua);
  3. metto l’acqua così pesata dentro il barattolo di vetro e mescolo molto bene in modo che il lievito si sciolga nell’acqua;
  4. peso la farina che deve avere lo stesso peso della pasta madre (a 100 grammi di lievito madre corrispondono circa 100 grammi di farina);
  5. aggiungo la farina dentro il barattolo di vetro e mescolo molto bene in modo da creare un impasto;
  6. aspetto mezzora in modo che i lieviti si attivino e continui il processo di lievitazione e poi tappo il barattolo e lo rimetto in frigo.

UTILIZZO:

La pasta madre deve essere utilizzata quando è al massimo della sua potenza. Il che significa che va tolta dal frigo e lasciata acclimatare; di solito ci vogliono circa 4 ore e dipende dalla temperatura esterna. Io ad esempio d’inverno la lascio fuori tutta la notte. Al mattino effettuo il rinfresco prelevando un pochino di lievito che tengo in frigo come scorta per le volte successive (aspetto almeno mezzora prima di rimettere in frigo) e il resto, una volta rinfrescato, lo lascio lievitare a temperatura ambiente sino al raddoppio. e poi lo utilizzo nelle mie ricette.

DIFFERENZA TRA ESUBERO E LIEVITO MADRE RINFRESCATO:

  • Lievito madre rinfrescato: è la pasta madre che, una volta rinfrescata e lasciata riposare (deve raddoppiare) ha raggiunto il suo massimo di potenza e può venire utilizzata per tutte le ricette che prevedono la lievitazione dell’impasto (pizze, focacce, pane, grandi lievitati, etc).
  • Esubero di lievito madre: è la parte di pasta madre che “avanza” prima di effettuare il rinfresco. Mi spiego meglio: non sempre si ha il tempo per impastare e panificare ma la pata madre va nutrita/rinfrescata con cadenza almeno settimanale. Di solito io rinfresco circa 50 g di pasta madre (tanto poi continua a crescere in frigo). Il resto non lo butto mai ma lo utilizzo per delle ricette che non hanno bisogno di lievitazione come i crackers o i grissini. ?

CONVERSIONE TRA I DIVERSI TIPI DI LIEVITO:

Tabella conversione lieviti

Questa tabella è molto utile per convertire i diversi tipi di lievito: lievito di birra secco, lievito di birra fresco e lievito madre. Ho riportato il peso in grammi che si utilizza di più.

LIEVITO DI BIRRA SECCO/LIEVITO MADRE:
Se volete passare da lievito di birra secco a lievito madre, basta moltiplicare i grammi del lievito di birra secco per 40: infatti ad ogni grammo di lievito di birra secco corrispondono 40 g di lievito madre. Se invece volete passare dal lievito madre al lievito di birra secco, basta dividere i grammi del lievito madre per 40.

LIEVITO DI BIRRA SECCO/LIEVITO DI BIRRA FRESCO:
Se volete passare da lievito di birra secco a lievito di birra fresco, basta moltiplicare i grammi del lievito secco per 3: infatti ad ogni grammo di lievito secco corrispondono 3 g di lievito di birra fresco. Se invece volete passare dal lievito di birra fresco al lievito di birra secco, basta dividere i grammi del lievito di birra fresco per 3.

LIEVITO DI BIRRA FRESCO/LIEVITO MADRE:
Se volete passare da lievito di birra fresco a lievito madre, basta moltiplicare i grammi del lievito di birra secco per 13: infatti ad ogni grammo di lievito di birra fresco corrispondono 13 g di lievito madre. Se invece volete passare dal lievito madre al lievito di birra fresco, basta dividere i grammi del lievito madre per 13.
(Per essere più precisi, il coefficiente esatto è 13,33 ma va bene pure arrotondare). ?

PRECISAZIONI PER QUANDO SI FA LA CONVERSIONE DELLE RICETTE PER UTILIZZARE IL LIEVITO MADRE:
Bisogna ricordarsi che la pasta madre contiene già il peso in farina e la metà del peso come acqua; quindi quando si convertono le ricette è necessario modificare anche il peso totale della farina e dei liquidi presenti nella ricetta originale. Ad esempio se in una ricetta son previsti 500 g di farina, 250 ml di acqua e 5 g di lievito di birra, utilizzando la pasta madre dobbiamo utilizzare la tabella considerando che:

  1. a 10 g di lievito di birra corrispondono 200 g di lievito madre
  2. il lievito madre contiene già 200 g di farina e 100 ml di acqua
  3. nella ricetta dovremo usare 300 g di farina (500 g meno i 200 g di farina contenuta nel lievito madre)
  4. nella ricetta dovremo usare 150 ml di acqua (250 ml di acqua – 100 ml di acqua già contenuta nel lievito madre)

Ovviamente poi la ricetta va “aggiustata” perché la consistenza dell’impasto dipende anche dal tipo di farina utilizzata, umidità dell’aria, etc. Queste son indicazioni utili a convertire al meglio le ricette. ?

CONSIGLI:

Quando preparate l’impasto, ricordatevi sempre che il sale (che agisce sul processo di lievitazione) va aggiunto sempre per ultimo.

Io utilizzo la pasta madre per preparare focacce, pizze e panini. Molte ricette son state scritte con utilizzo del lievito di birra fresco. Per la conversione utilizzate il metodo che vi ho spiegato qua sopra. Cercherò di riscrivere le ricette con l’utilizzo del lievito madre sotto nella sezione CONSIGLI di ciascuna ricetta. Ecco un esempio di ricette preparate con utilizzo del lievito madre:

Focaccia con rucola e grana

Pizza o focaccia! Le mangerei sempre! A colazione, merenda, pranzo e cena! Che bontà!  🙂

Ultimamente per motivi di allergia, ho dovuto rinunciare al pomodoro quindi addio pizza… Che tristezza!
Però io mi consolo con la focaccia! E vi dirò che mi piace molto. E’ buona con olio sale e origano, ma anche con rucola e grana… Una delle mie preferite! Vi prometto che posterò anche le ricette delle altre varianti (con zucchine, peperoni, melanzane, etc).

E posso mangiarne a volontà! Gli ingredienti son assolutamente senza lattosio; quindi anche per la mia intolleranza al lattosio va benissimo!

Ecco la ricetta!

INGREDIENTI:

o in alternativa

  • Impasto base per pizza/focaccia con lievito madre
  • 3 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 3 cucchiai di acqua naturale a temperatura ambiente
  • grana padano o parmigiano reggiano sopra i 36 mesi ridotto in scaglie
  • un rametto di rucola
  • sale q.b
  • origano q.b.

PREPARAZIONE:

Preparare l’impasto base secondo una delle due ricette che trovate nel link sopra. Io di utilizzo impasto con lievito madre perché lo trovo più digeribile anche se devo prepararlo il giorno prima. Se invece siete di fretta o avete poco tempo a disposizione, potete optare per l’impasto base con lievito di birra.

Stendere l’impasto base lievitato con l’aiuto dei polpastrelli, dare forma rettangolare e posizionarlo nelle teglie.

Adesso bisogna guarnire la focaccia. Con le dita fare delle fossette. Cospargere la focaccia col sale e poi aggiungere 3 cucchiai di olio evo e 3 cucchiai di acqua naturale (serve affinché la focaccia non si asciughi troppo durante la cottura al forno e infine l’origano. Infornare a temperatura massima e prima di toglierla, controllare che sia ben cotta, soprattutto nel fondo.

Ora non resta che condirla con rucola e le scaglie di grana e mangiarla!
Buon appetito!

CONSIGLI:

  • forno: vi consiglio temperatura massima ma anche di seguire le istruzioni del vostro forno. Ad esempio, il forno di mia mamma cuoce benissimo le pizze alla temperatura massima con la funzione ventilato. Il mio forno invece, le cucina bene alla massima temperatura con forno statico, salvo poi poggiarle due minuti nella parte bassa del forno.
  • spessore focaccia: io la faccio medio-fine però è buonissima anche lasciata più grossa e aggiungendo tanto olio e acqua stile focaccia genovese oppure lasciandola più fine e cucinandola con olio evo, pomodori tagliati a metà e olive (simile alla focaccia barese).