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Sardenaira

Sardenaira

Sardenaira

Il Festival di Sanremo si è appena concluso e, tra le mille curiosità che riguardano questa città, ho sentito parlare della loro focaccia tradizionale: la sardenaira, tipica della città di Sanremo e dei comuni limitrofi

Ho visto per caso la preparazione della ricetta all’interno del nuovo programma di Antonella Clerici “È sempre mezzogiorno” ad opera del bravissimo Fulvio Marino e me ne sono innamorata, lo confesso. ? Della focaccia eh! Mica di Fulvio Marino (anche se pure lui è niente male??).

Secondo alcuni la sardenaira deve il nome alle sarde, il pesce con cui si preparava quando è stata inventata. Ora si utilizzano le acciughe e il suo aspetto e il suo profumo son spettacolari. ??? C’è dentro tutto il sole e i profumi della cucina mediterranea: pomodoro, capperi, origano, capperi e olive. Come potevo non prepararla? Eppoi non contiene nessun latticino, quindi è completamente senza lattosio, adatta a tutti gli intolleranti al lattosio come me. ?

Per la preparazione dell’impasto ho seguito i consigli di Fulvio Marino. Anche se suona strano si parte dall’olio extravergine di oliva che viene aggiunto insieme al primo terzo d’acqua. Poi ci va il sale con il secondo terzo d’acqua e infine il lievito insieme all’ultimo terzo d’acqua. L’impasto viene benissimo ed è bello idratato. ?

Qua sotto vi lascio il link per vedere la videoricetta:

E qua sotto trovate la mia versione. Ho utilizzato le farine de Il raccolto di Merea, sempre buonissime e genuine e ho variato gli ingredienti per ottenere una focaccia un po’ più piccola e integrale (avevo terminato la farina 0 e ho fatto un mix con farina 1). Risultato ottimo e cucina profumatissima. ? Questo è un impasto che intendo rifare spesso, sappiatelo!

E ora ecco la ricetta. ?

INGREDIENTI:

  • 200 ml acqua temperatura ambiente
  • 150 g farina 0
  • 150 g farina 1
  • 12 g olio extravergine di oliva più q.b. per ungere la teglia e condire
  • 7 g lievito di birra
  • 7 g sale fino
  • 200 g di polpa di pomodoro
  • 20 g di capperi sotto sale
  • 20 g di olive denocciolate
  • 6 filetti di acciughe sott’olio
  • 2 spicchi d’aglio
  • Origano q.b.

PREPARAZIONE:

Mescolare la farina 0 e la farina 1. Aggiungere l’olio extravergine di oliva insieme ad 1/3 dell’acqua a temperatura ambiente e iniziare ad impastare. Quando l’impasto ha assorbito l’acqua, aggiungere il sale fino con un altro terzo d’acqua e continuare ad impastare.

Sbriciolare il lievito di birra e aggiungere insieme all’ultima acqua rimasta e impastare per almeno altri cinque minuti. L’impasto deve risultare elestico e ben idratato.

In una ciotola capiente ungere il fondo e le pareti con l‘olio extravergine di oliva, adagiare l’impasto e sigillare con pellicola da cucina in modo che non si secchi. Far lievitare per circa due ore o fino al suo raddoppio (dipende dalla temperatura che avete in casa).

Ungere una teglia da forno con olio extravergine di oliva, mettere l’impasto e iniziare ad allargarlo con i polpastrelli senza tirare troppo o “stressare la pasta”. Non importa arrivare ai bordi. Lasciar lievitare coperto con pellicola per 20 minuti e poi ripetere l’operazione per due volte sempre rispettando i 20 minuti di pausa. Così si dà il tempo all’impasto di lievitare ulteriormente.

Condire la superficie con l’olio extravergine di oliva, la polpa di pomodoro, i capperi, le acciughe, le olive e gli spicchi d’aglio tagliati a metà e infornare con forno statico già caldo alla temperatura di 250°C per circa 15 minuti o finché la sardenaira è ben cotta pure nel fondo.

Servire la sardenaira calda.

CONSIGLI:

  • Conservazione: la sardenaira si conserva in frigo per circa uno o due giorni avvolta nella pellicola da cucina. Perché sia più buona, riscaldarla velocemente prima di servirla. ?
  • Olive taggiasche: son le originali e perfette per questa ricetta. Io ho utilizzato le olive coltivate e preparate da mio padre. ??? Ottime pure quelle.
  • Sale: non l’ho aggiunto quando ho condito la sardenaira perché ho utilizzato i capperi sotto sale e quindi già abbastanza sapidi. ?

Gnocchi di patate con radicchio

Gnocchi di patate con radicchio

Gnocchi di patate con radicchio

La ricetta degli gnocchi di patate con radicchio non è farina del mio sacco ma è uno dei cavalli di battaglia di mio fratello. ? Lui li fa buonissimi, utilizza formaggi diversi e spesso ci aggiunge il gorgonzola. ??? Io ho preso spunto dalla sua ricetta e l’ho replicata come ricetta svuota frigo per consumare dello stracchino senza lattosio che era in scadenza. ?

Devo dire che anche la mia versione è venuta niente male ed è senza lattosio: lo stracchino ha lattosio inferiore allo 0,01% e il formaggio stagionato grattugiato ne contiene solo tracce. Gli gnocchi di patate con radicchio son adatti alla maggior parte degli intolleranti al lattosio come me. ?

E ora ecco la ricetta! ☺

INGREDIENTI:

  • 500 g di gnocchi di patate
  • 1/2 cespo di radicchio
  • 160 g di stracchino senza lattosio (lattosio residuo <0,01%)
  • 2 – 3 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • Formaggio stagionato grattugiato q.b. (lattosio in tracce)
  • Pepe nero q.b.

PREPARAZIONE:

Lavare bene il radicchio, tagliarlo a striscioline e soffriggerlo con olio extravergine di oliva aggiungendo un pizzico di sale e pepe.

Cucinare gli gnocchi di patate e scolarli appena vengono in superficie. Condirli con il radicchio cotto, aggiungere lo stracchino senza lattosio e un pochino di formaggio grattugiato stagionato. Mettere tutto in una pirofila da forno, spolverare con il formaggio grattugiato stagionato e infornare con forno già caldo in modalità ventilato a 200°C per circa 10 – 15 minuti o finché in superficie si sarà formata la crosticina dorata.

Lasciar riposare qualche minuto e poi servire.

CONSIGLI:

  • Noci: si possono aggiungere tritate grossolanamente e rendono questo piatto ancora più saporito.
  • Gorgonzola: potete aggiungerlo al posto del formaggio stagionato grattugiato. Il gorgonzola ha meno lattosio di altri formaggi; io vi consiglio comunque di utilizzare quello senza lattosio.
  • Gnocchi di patate: io li preparo a casa ma se non avete tempo li trovate già pronti al supermercato.

Pasticcio di pasta con radicchio e pancetta

Pasticcio di pasta con radicchio e pancetta…

Da ieri avevo pensato che questa domenica sarebbe stata all’insegna del relax e che sarei uscita a fare una passeggiata (non preoccupatevi, vivo in campagna e dietro casa c’è un bosco bellissimo: non incontro nessuno e non violo nessuna norma sulla zona rossa Covid-19 ?)… Ma nemmeno il tempo di pensarlo che ha iniziato a piovere ininterrottamente. E a continuato a piovere tutta la notte e ancora tutta la mattina. ??? Allora che si fa? Assolutamente nulla! Passeggiata rimandata.? Ci credete che mi è dispiaciuto sul serio? Avevo davvero bisogno di uscire a sgranchirmi le gambe ed era uno dei pochi giorni in cui potevo farlo in tranquillità e alla luce del sole) ma pazienza… ? Ormai è andata così!

E allora son rimasta davanti al camino a fare cruciverba (altra cosa che di solito non ho mai tempo di fare) e a godermi il tepore del fuoco.
Nel frattempo pensavo a cosa preparare per pranzo ed mi son ricordata che in frigo avevo il Mascarpone della Arborea, azienda con cui collaboro da un po’ di tempo. Il loro mascarpone è buono, cremoso ed è senza lattosio (lattosio inferiore allo 0,1%), perfetto da utilizzare in tantissime ricette.
Stavolta ho deciso di utilizzarlo all’interno di una ricetta salata. ? Ed è così che è nato il mio pranzo di oggi: pasticcio di pasta con radicchio e pancetta. ???

Il pasticcio di pasta con radicchio e pancetta contiene mascarpone senza lattosio (lattosio inferiore allo 0,1%) che non crea problemi alla maggior parte degli intolleranti al lattosio come me. Se non tollerate i prodotti delattosati, potete sostituire con una alternativa vegetale. ?

E ora ecco la ricetta! ?

INGREDIENTI:

  • 150 g di pasta corta (io ho scelto conchiglie)
  • 1/2 cespo di radicchio rosso
  • 75 g di pancetta a cubetti (1 confezione)
  • 250 g di Mascarpone senza lattosio Arborea
  • 3 cucchiai di formaggio stagionato grattugiato
  • Olio extravergine di oliva q.b.
  • Pepe nero q.b.
  • Sale fino q.b.

PREPARAZIONE:

Cucinare le conchiglie in acqua salata bollente e scolarle due minuti prima dei minuti di cottura indicati nella confezione.

Nel frattempo lavare il radicchio, tagliarlo a listarelle e soffriggerlo in una padella antiaderente con 2 cucchiai di olio extravergine di oliva, sale e pepe. Mettere da parte e, nella stessa padella, soffriggere la pancetta a cubetti con un cucchiaio di olio extravergine di oliva.

Scolare la pasta e condire con il radicchio e la pancetta. Aggiungere il mascarpone senza lattosio e mescolare bene in modo che il mascarpone si sciolga e diventi cremoso. Aggiungere il formaggio stagionato grattugiato, regolare di sale e pepe e mettere tutto in una pirofila da forno. Aggiungere un ultimo cucchiaio di formaggio stagionato grattugiato sulla superficie e infornare a 175°C con forno ventilato per circa 20 minuti o finché non è ben dorato.

Togliere dal forno, lasciar riposare qualche minuto e servire.

Gyoza (ravioli giapponesi)

Gyoza (ravioli giapponesi)

Adoro cucinare (e questo lo sapete già?), ma la cosa in assoluto che mi piace di più è impastare. Quando si tratta di realizzare delle ricette con la pasta fresca mi trovo davvero a mio agio e posso finalmente sprigionare tutta la mia fantasia (se lo facessi col mio lavoro di sicuro o diventerei ministro o finirei in galera per finanza creativa e propendo più per la seconda???) .

Qua nel blog son presenti tante ricette di ravioli (carne, pollo e bietole, mela e noci, ricotta senza lattosio, salmone e erba cipollina, zucca e noci), i tortellini bolognesi (ricetta di mia zia bolognese doc) e gli gnocchi di patate e di zucca. Appena possibile pubblicherò le ricette de sos culurzones (ravioli sardi) e de sos maccarrones curzos (gnocchi sardi) della mia famiglia, ricette a cui tengo davvero tantissimo. ?

Stavolta, complice un fine anno non proprio bellissimo (anzi esattamente l’opposto), avevo bisogno di staccare una mattina intera e mi son cimentata nella preparazione dei gyoza, i ravioli giapponesi. Son simili ai tradizionali ravioli cinesi cotti al vapore anche se non del tutto uguali. Ad esempio questa versione prevede una cottura in pentola con un fondo dei gyoza croccante che, devo ammettere, ci sta davvero molto bene.

Gyoza ravioli giapponesi cotti 2

Ho seguito la ricetta di Chef Hiro, che è il portavoce della cucina giapponese in Italia e l’ho adattata in base al mio gusto personale (e agli ingredienti che ho trovato qua). Vi lascio anche il link della sua videoricetta dove spiega la preparazione dei gyoza in maniera molto dettagliata e simpatica (adoro il suo “accento italiano”). Seguitela tutta perché merita sul serio e potete scoprire dei trucchi interessanti per preparare i ravioli giapponesi o stendere la pasta in forma tonda. ?

I ravioli giapponesi gyoza son buonissimi e totalmente senza lattosio, adatti a tutti gli intolleranti al lattosio come me. ?

E ora ecco la ricetta!

INGREDIENTI:

Ingredienti

Pasta

  • 120 g di farina 00
  • 90 g acqua bollente
  • Fecola di patate q.b. (per stendere la pasta)

Ripieno

  • 100 g di macinato di maiale
  • 80 g cavolo verza
  • 30 g porro o cipolla
  • 10 g salsa di soia
  • 10 g di sake
  • 10 g di olio di semi di sesamo
  • 1 pezzetto di zenzero fresco
  • pepe nero q.b.
  • Sale fino q.b.

Salsa

  • 25 g salsa di soia
  • 20 g aceto di riso
  • Olio piccante al peperoncino q.b.

PREPARAZIONE:

Pasta

Mettere la farina 00 in un tegame capiente e aggiungere l’acqua bollente (che, come dice Chef Hiro, serve per avere un impasto elastico). Mescolare con un cucchiaio e, appena l’impasto raffredda un pochino, impastare a mano per circa 10 minuti. Si deve formare un impasto elastico e omogeneo. Coprire con pellicola da cucina e lasciar riposare per circa mezzora.

Ripieno

Nel frattempo che l’impasto riposa, preparare il ripieno. Lavare e asciugare il cavolo verza e la cipolla e tritarli molto sottili. Aggiungere il macinato di maiale, lo zenzero fresco grattugiato, la salsa di soia, il sake, l’olio di semi di sesamo, il sale e il pepe e mescolare bene in modo che il ripieno risulti umido e omogeneo.

Realizzazione dei gyoza (ravioli giapponesi)

Chef Hiro utilizza un metodo diverso per stendere la pasta e ricavare dei cerchi (io avrei preparato la sfoglia e poi avrei dato forma tonda con il coppapasta) e stavolta ho seguito il suo metodo quasi alla lettera.

Con l’impasto formare un “serpentone”, dividerlo in due parti e continuare ad allungare il serpente di pasta. per stendere meglio l’impasto ed evitare che si appiccichi, utilizzare la fecola di patate. Tagliare a tocchetti di circa 10 g. Fare la stessa cosa con il restante impasto. Da ciascun pezzetto formare una pallina e poi con l’ausilio di un mattarello da cucina, dare la forma tonda. Mettere il ripieno al centro del cerchio di pasta (abbondare perché i ravioli devono essere belli “cicciosi”) e poi chiudere formando i gyoza con la caratteristica forma di mezza luna. Io per quest’ultimo passaggio ho utilizzato delle formine apposite che mi erano state regalate tempo fa. 

Cottura

Riscaldare un tegame antiaderente e poi aggiungere l’olio di semi di sesamo. Disporre i gyoza (ravioli giapponesi) a raggiera e soffriggere a fiamma alta in modo che si formi la crosta croccante nel fondo dei ravioli). Aggiungere acqua calda che ricopra i gyoza per poco più della metà, tappare e cucinare a fiamma medio/bassa per circa 10 minuti. Controllare che l’acqua non si asciughi e, se fosse necessario, aggiungerne un pochino in modo che i ravioli giapponesi non si attacchino al fondo della pentola. Trascorsi i 10 minuti, levare il tappo, aumentare la fiamma e lasciar evaporare l’eventuale acqua in eccesso. Aggiungere un pochino di olio di semi di sesamo e soffriggere per qualche minuto in modo da insaporire ulteriormente i gyoza.

Salsa

Nel frattempo che i gyoza cucinano preparare la salsa di accompagnamento mescolando l’aceto di riso, la salsa di soia e l’olio piccante al peperoncino.

Presentazione

Gyoza ravioli giapponesi presentazione

Rovesciare i ravioli giapponesi sul un piatto per pizza o un vassoio tondo e servire accompagnati con la salsa.

CONSIGLI:

  • Aceto di riso: questo è l’ingrediente che io ho avuto più difficoltà a trovare. Stavolta l’ho sostituito con aceto di mele e mi son ripromessa di cercarlo la prossima volta che vado a fare la spesa in un grande centro.
  • Olio piccante al peperoncino: la ricetta originale prevede il rayu che è l’olio di semi di sesamo aromatizzato con peperoncino piccante. Non avendolo a disposizione e poiché ne serve pochissimo,, ho utilizzato il mio olio di oliva al peperoncino.

Ragù di cinghiale

Ragù di cinghiale

Ragù di cinghiale

Tempo fa visto la ricetta del ragù di cinghiale sulla pagina Instagram di Federica Buccoli (bravissima blogger di Mambo Kitchen) e mi aveva incuriosita tantissimo. ?

E questo weekend che avevo a disposizione un bel pezzo di carne di cinghiale, ho deciso di prendere spunto dalla ricetta delle tagliatelle fresche con ragù di cinghiale di Mambo Kitchen e cucinare il ragù di cinghiale.

Ho modificato un po’ la ricetta adattandola ai miei gusti personali e agli ingredienti che avevo a disposizione e devo dire che è piaciuta tantissimo. È una ricetta un po’ lunga da realizzare ma vi assicuro che ne vale davvero la pena.

Si inizia dal giorno prima perché la carne va fatta marinare e poi la carne di cinghiale deve essere cotta a fuoco basso per lungo tempo. Il tempo di cottura dipende dalla grandezza dei pezzi di carne e può variare da una a tre o quattro ore.

Ho utilizzato il ragù di cinghiale per condire le tagliatelle all’uovo preparate da me con l’esubero di pasta dei tortellini bolognesi ed erano davvero gustosissime! ? Se non avete voglia o tempo di prepararle voi, vi consiglio di acquistare la pasta fresca in una pasticceria artigianale o di utilizzare un formato di pasta di buona qualità, perché fa la differenza! (Lo dice anche Federica nel suo blog e vi assicuro che è così! ?).

E ora ecco la ricetta! ?

INGREDIENTI:

  • 700 g di carne di cinghiale tagliata a pezzi

(Marinatura)

  • 300 ml di vino rosso (io ho utilizzato Cannonau)
  • 1 carota
  • 1 costa di sedano
  • 1/2 cipolla
  • 1 rametto di rosmarino
  • 2 foglioline di salvia

(Cottura della carne di cinghiale)

  • 400 ml circa di brodo vegetale
  • 250 ml di vino rosso (Cannonau)
  • 1 carota
  • 1 costa di sedano
  • 1/2 cipolla
  • 1 rametto di rosmarino
  • 2 foglioline di salvia
  • Olio extravergine di oliva q.b.
  • Sale fino q.b.
  • Pepe nero q.b.

PREPARAZIONE:

(Marinatura)

In un tegame capiente mettere i pezzi di carne di cinghiale dopo averli lavati e asciugati tamponando con un tovagliolo da cucina. Sbucciare e lavare la carota, tagliarla a pezzi e aggiungerla alla carne. Fare la stessa cosa con il sedano e la mezza cipolla. Condire con il vino rosso, aggiungere il rosmarino tagliato a pezzetti, le foglie di salvia, mescolare e sigillare bene. Lasciare marinare in frigo per almeno quattro ore; meglio se tutta la notte.

(Cottura della carne)

Preparare il brodo vegetale seguendo la ricetta del link. 

Lavare le verdure (cipolla, sedano e carota) e tritare. Soffriggere nell’olio extravergine di oliva e poi aggiungere i pezzi di carne di cinghiale (non aggiungere l’acqua della marinatura). Aggiungere il vino rosso, il brodo vegetale, il rosmarino, la salvia, aggiustare di sale e pepe e cuocere a fuoco basso e col tappo per circa un’ora e mezza o due ore (dipende dalla grandezza dei pezzi di carne).

Togliere la carne e mettere da parte. Eliminare anche il rosmarino e le foglie di salvia e frullare il sughetto stando attenti a levare anche eventuali pezzetti di ossa. Staccare la carne dagli ossicini, tagliarla a piccoli pezzi e rimettere a cucinare insieme al sughetto frullato per circa venti minuti. Il ragù di cinghiale è quasi pronto. Se dovesse essere necessario, aggiungere ancora un po’ di brodo vegetale.

Il ragù di cinghiale è perfetto per condire le tagliatelle (meglio se preparate in casa come ho fatto io) o da gustare insieme alla polenta lasciata morbida.

Tagliatelle al ragù di cinghiale

CONSIGLI:

  • Tempi di cottura: è importante che la carne di cinghiale cucini in maniera lenta e con fuoco basso. Il tempo di cottura varia in base alla grandezza dei pezzi e alla consistenza della carne ma vi consiglio di lasciar cucinare per almeno un’ora perché, come per la carne di maiale, è necessario che sia ben cotta.

 

 

Tortellini bolognesi

Tortellini bolognesi

Tortellini bolognesi

Ebbene sì! Nella mia enorme famiglia, ho anche la fortuna di avere una zia bolognese doc, Zia Teresa ???, che oltre che essere meravigliosa come zia, è una cuoca fantastica. Memorabili son i suoi stufati, la sua anatra in umido, le crescentine (che io amo ?) e ovviamente il suo ragù, la pasta fresca all’uovo e i tortellini bolognesi che lei prepara in maniera divina. ????. 

Causa epidemia covid ora non ci vediamo da un bel po’ di tempo e allora ieri, tra una chiacchiera e l’altra, le ho chiesto la ricetta dei suoi tortellini bolognesi. E lei, con piacere, mi ha dato la ricetta e mi ha raccontato che è quella tradizionale della sua famiglia e i tortellini bolognesi li prepara ancora con la ricetta di sua madre. Perché il bello delle ricette tradizionali è proprio quello. ? Ti fanno tornare indietro nel tempo e ti riportano alla luce ricordi di quando eri piccolo. Io mi son immaginata mia zia bambina in un casolare mentre sua madre e sua nonna stendevano una sfoglia dorata di pasta all’uovo e le spiegavano tutti i trucchi per la buona riuscita della ricetta, gli stessi che ieri lei ha spiegato a me e che io “tramanderò” a tutti voi scrivendoli qua in questo articolo. 

Il bello delle ricette è proprio la condivisione anche perché, soprattutto quelle tradizionali che rappresentano uno dei patrimoni culturali del nostro paese, non vadano perdute e dimenticate. 

La ricetta dei tortellini bolognesi che vi sto presentando è quella tradizionale della famiglia di mia zia; come in tutte le ricette tradizionali esistono delle varianti perché ognuno personalizzava la ricetta in base agli ingredienti che trovava in loco (e in passato, soprattutto in tempi di guerra non è che avessero i supermercati come oggi ?) e ai gusti personali, che se ci pensate bene è la stessa identica cosa che facciamo anche noi oggi. E infatti la mamma di mia zia nel ripieno dei tortellini non utilizzava solo la carne di maiale ma anche quella di pollo così i suoi tortellini bolognesi avevano un sapore più delicato. Allo stesso modo mia zia mi ha suggerito di rosolare la carne in una pentola antiaderente molto calda senza l’aggiunta del tradizionale burro: prima di tutto perché la carne di maiale già grassa può rosolare anche senza burro e poi, visto che son intollerante al lattosio, perché non prepararli totalmente senza latticini? ? E l’ultimo consiglio che è quello più importante è che i tortellini bolognesi vanno cotti sempre in brodo a prescindere di come si condiscono e il brodo è sempre di tipo misto. 

Ho preparato la pasta all’uovo con la farina 0 de Il raccolto di Merea, un mulino artigianale che produce farine e pasta buonissime e di qualità. 

I tortellini bolognesi son completamente senza lattosio, adatti a tutti gli intolleranti al lattosio come me. ?

E ora ecco la ricetta! ?

INGREDIENTI:

(Brodo)

  • 2 ali di pollo (circa 250 g)
  • 150 g di polpa di manzo
  • 1/2 cipolla
  • 1 carota
  • 1 gambo di sedano
  • Basilico q.b.
  • Sale fino q.b.
  • 2 l circa di acqua a temperatura ambiente

(Pasta all’uovo)

  • 500 g di farina 0 
  • 4 uova intere + 3 tuorli
  • 1 pizzico di sale fino

(Ripieno)

  • 300 g di lombo di maiale
  • 200 g di petto di pollo
  • 100 g di prosciutto crudo
  • 100 g di mortadella
  • 100 g di parmigiano grattugiato ben stagionato (lattosio in tracce)
  • 3 rossi d’uovo
  • Sale fino q.b.
  • Noce moscata q.b.
  • Pepe nero q.b.

PREPARAZIONE:

Per prima cosa è necessario preparare il brodo. In una pentola capiente mettere le ali di pollo e il manzo tagliato a pezzi non troppo piccoli, aggiungere le verdure lavate e tagliate a pezzi, il basilico, un pizzico di sale fino e l’acqua a temperatura ambiente. Cucinare a fiamma alta e, una volta che il brodo ha iniziato a bollire, continuare la cottura a fiamma medio/bassa per circa un’ora o un’ora e mezza (dipende dalle dimensioni dei pezzi di carne).

Nel frattempo che il brodo cucina, tagliare il petto di pollo e il lombo di maiale a pezzi grandi e farli rosolare in una pentola antiaderente precedentemente riscaldata. Lasciar raffreddare. Tritare molto bene la carne, la mortadella, il prosciutto crudo e poi aggiungere i tuorli d’uovo, il parmigiano grattugiato, la noce moscata, il sale fino, il pepe nero e mescolare molto bene. Mettere da parte e coprire.

Per la pasta mettere la farina 0 in una spianatoia, creare un buco all’interno e aggiungere le uova, i tuorli e un pizzico di sale fino. Mescolare e impastare per almeno dieci minuti in modo che la pasta risulti elastica e si abbia assorbito tutta la farina (io avevo voglia di impastare a mano ma se preferite potete utilizzare l’impastatrice o la planetaria). 

Tortellini bolognesi_2

Stendere la pasta in sfoglie molto sottili; se dovesse risultare molto morbida o umida, aggiungere un po’ di farina 0 mentre si tira la sfoglia. Tagliare la sfoglia in piccoli quadrati di circa 3 cm di diametro, mettere al centro un po’ di ripieno, chiudere in forma triangolare e formare il tortellino avvolgendo nella punta dell’indice e sigillando bene le punte con il pollice. Procedere così fino a finire tutto il ripieno. Tenere la pasta e i rimasugli dentro buste da surgelati in modo che non si secchino. 

Mettere i tortellini bolognesi nei vassoi spolverati di farina.

Colare il brodo per togliere eventuali impurità e metterlo a bollire. Cuocere i tortellini bolognesi e servire caldi accompagnati da pochissimo parmigiano grattugiato molto stagionato.

Per congelare i tortellini utilizzare delle buste per surgelati capienti in modo che ci stiano i vassoi. Chiudere bene e mettere in freezer. Una volta surgelati, i tortellini bolognesi si possono conservare in congelatore dentro le bustine per surgelati. 

CONSIGLI:

  • Pasta all’uovo: la ricetta originale di mia zia prevede l’utilizzo di farina 00 e 4 uova più 2 tuorli d’uovo. Io ho messo un tuorlo in più perché utilizzando la farina 0 l’impasto mi sembrava troppo asciutto. Vi consiglio di iniziare con 2 tuorli e poi, eventualmente aggiungere il terzo all’occorrenza.
  • Ripieno: anche qua io ho utilizzato un tuorlo in più. La ricetta di mia zia ne prevede solo due, ma le uova che ho utilizzato io avevano tuorli piccoli e così ne ho messo uno in più. Anche qua iniziate con due e poi valutate se aggiungere il terzo. Altra mia variante: un pizzico di pepe nero. Nella ricetta di mia zia non c’è ma io di solito uso sale e pepe in combo e qua un pizzico ci stava bene.
  • Cottura: i tortellini bolognesi vanno sempre cotti nel brodo. Poi si possono scolare e condire come vi piace di più. ?

Vellutata di lenticchie

Vellutata di lenticchie

Vellutata di lenticchie

Pomeriggio invernale freddo e piovoso. Uno di quelli da passare a casa seduta sul divano col plaid e libro aperto. Lo so che fa molto pensionata ma io adoro i pomeriggi così! ??? Se c’è freddo, vento e pioggia mi sento meno disperata a passare un pomeriggio che ho libero chiusa a casa anziché essere in giro con amici. È come se gli trovassi un senso!?

E in questi giorni così freddi e malinconici mi piace coccolarmi un po’. E lo faccio cucinando dei cibi che per me son dei veri e propri comfort food. E la vellutata di lenticchie è uno di quelli. ???

Che poi io la chiamo vellutata di lenticchie… Ma è davvero il termine esatto? C’è qualcuno che sa realmente qual è la differenza tra i termini vellutata, crema e passato? Si differenziano in base agli ingredienti o alla consistenza? Ora che sto scrivendo la ricetta mi sta venendo il dubbio che potrei aver sbagliato termine. Io continuo a chiamarla vellutata di lenticchie ma se voi conoscete la differenza mi lasciate un commento qua sotto la ricetta? Grazie! ?

Al di là del nome devo ammettere che la vellutata di lenticchie mi è venuta davvero buona! ??? L’ho preparata in maniera semplice ed è completamente senza lattosio adatta a tutti gli intolleranti al lattosio come me. Confesso che la preparo spesso ma non avevo avuto ancora modo di pubblicare la ricetta perché son sempre di fretta e, nonostante sia buonissima, non è esattamente molto fotografabile e pubblicabile. Ma stavolta mi è piaciuto anche il colore e quindi eccola qua! ?

INGREDIENTI:

  • 50 g di lenticchie secche
  • 1 pezzetto di pane
  • 1 fetta di pancetta 
  • 1 pomodoro maturo
  • 1 pezzetto di porro selvatico (o di cipolla)
  • 2 foglioline di alloro
  • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 1 cucchiaino di dado vegetale (eventuale)
  • 1/2 cucchiaino di curcuma in polvere
  • Sale fino q.b.
  • Pepe nero q.b.

PREPARAZIONE:

Mettere in ammollo le lenticchie per 3 – 4 ore così il tempo di cottura si riduce. 

Tritare il porro selvatico e soffriggere con l’olio extravergine di oliva. Aggiungere le lenticchie precedentemente lavate e scolate e far tostare.

Tagliare il pomodoro a cubetti, il dado vegetale e la curcuma e aggiungerli alle lenticchie. Mescolare bene e aggiungere acqua bollente in modo da coprire le lenticchie. Aggiungere anche le foglioline d’alloro e cuocere a fuoco medio mescolando ogni tanto e aggiungendo altra acqua bollente qualora ce ne fosse bisogno.

Nel frattempo in una pentola antiaderente tostare il pane tagliato a cubetti e, successivamente, abbrustolire leggermente la fetta di pancetta tagliata a pezzettini. Mettere da parte.

Quando le lenticchie son cotte levare le foglie di alloro e frullarle con un frullatore ad immersione o, in alternativa, passarle con un passaverdure.

Condire con sale e pepe, aggiungere i cubetti di pane tostato, i pezzetti di pancetta abbrustolita e servire subito.

Vellutata di lenticchie_2

CONSIGLI:

  • Pane abbrustolito: per renderlo più saporito potete aggiungere pochissimo olio extravergine di oliva e un trito di erbette a vostra scelta; io aggiungo un pizzico di quello che è il mio trito preferito (alloro, rosmarino, salvia e timo).
  • Varianti: nello stesso modo si può preparare la vellutata di ceci e vi dico che è davvero buonissima. 
  • Consistenza: a me la vellutata di lenticchie piace con una consistenza “vellutata” appunto. Né troppo liquida, né troppo densa. Ma son gusti personali. Potete renderla più o meno liquida in base al quantitativo di acqua che aggiungete in fase di cottura.

Pasta con cime di rapa

Pasta con cime di rapa

Eh sì! Son trofie! ???

So benissimo che è un formato “strano” di pasta da associare alle cime di rapa e che ci vorrebbero le orecchiette ma ragazzi, questo passava il convento! ??? Son andata a fare la spesa ed era l’unico formato di pasta un po’ più particolare e ho acquistato quello.

Però, però, però… Mi son ripromessa di fare io le orecchiette a casa la prossima volta che trovo le cime di rapa. Che dite? Così può andare? Son perdonata? ???

Sì? E allora vi lascio la ricetta! ?

Ho condito la pasta con cime di rapa con formaggio stagionato grattugiato che ha lattosio solo in tracce, quindi è adatto a tutti gli intolleranti al lattosio come me. ? Potete ometterlo e sostituire con pane grattugiato o mollica di pane abbrustoliti. ?

INGREDIENTI:

  • Un mazzo di cime di rapa
  • 300 g di pasta
  • 3 – 4 acciughe sott’olio
  • 2 pomodori secchi
  • 1 spicchio d’aglio
  • 3 – 4 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • Peperoncino q.b.
  • Sale fino q.b.

PREPARAZIONE:

Lavare e pulire le cime di rapa. Cucinarle in abbondante acqua salata. Non buttare l’acqua di cottura delle cime di rapa che verrà utilizzata per cucinare la pasta.

Pasta con cime di rapa preparazione 1

Nel frattempo che la pasta cucina, tritare i pomodori secchi (io li lavo prima per togliere un po’ di sale) insieme alle acciughe sott’olio. Sbucciare lo spicchio d’aglio, tagliarlo in due parti, togliere la parte centrale e soffriggere nell’olio extravergine di oliva. Aggiungere il trito di acciughe e pomodori secchi e, successivamente, le cime di rapa lessate tagliate a pezzi piccoli.

Scolare la pasta al dente e far saltare in padella insieme alle cime di rapa. Spegnere il fornello, condire con il formaggio stagionato grattugiato e il peperoncino e servire caldo.

CONSIGLI:

  • Sale fino: io ne aggiungo pochissimo perché sia i pomodori secchi che le acciughe sott’olio son abbastanza sapide e piccanti.
  • Formaggio stagionato grattugiato: a me non crea problemi. Ma se preferite una versione totalmente senza latticini, potete sostituire con mollica di pane o pane grattugiato abbrustoliti.
  • Versione vegana: sostituire il formaggio stagionato grattugiato con mollica di pane o pane grattugiato abbrustolito e omettere le acciughe sott’olio.

Fregula salsiccia e zucca

Fregula salsiccia e zucca

Fregula salsiccia e zucca

Avevo una zucca buonissima che mi guardava e mi implorava di cucinarla…

Ho resistito per quasi un mese, giuro! È scampata alla notte di Prugadoriu (o Halloween se preferite) ma non poteva mica arrivare a Natale! ??? Dovevo inaugurarla! ???

E così è stato! Adoro la zucca e trovo che sia uno degli ortaggi più buoni dell’autunno (insieme a cavoli e broccoli ovviamente ?) e stavolta ho deciso di cucinarla insieme alla fregula, che è un formato di pasta tradizionale della mia isola reale, la Sardegna. ???

Ho scelto la fregula di farro semi integrale de Il Raccolto di Merea, che è buonissima, artigianale e ha un colore ambrato che mi ha ispirato da subito.

E la salsiccia? La prepara il mio macellaio di fiducia. Ne avevo un pezzetto da consumare in frigo, potevo non utilizzarla? ????

E allora eccola qua la ricetta della fregula salsiccia e zucca! Buona buona, con ingredienti genuini e a km zero e completamente senza lattosio. ?

INGREDIENTI:

  • 100 g di salsiccia fresca
  • 100 g di polpa di zucca
  • 80 g di fregula
  • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 2 cucchiaini di dado vegetale
  • 2 foglioline di alloro fresco
  • Pepe nero q.b.

PREPARAZIONE:

Grattugiare la polpa di zucca e metterla da parte.

Togliere il budello alla salsiccia, tagliarla a pezzetti piccoli e soffriggerla nell’olio extravergine di oliva.

Aggiungere la fregula e mescolare facendola tostare. Aggiungere il dado vegetale e sempre mescolando, aggiungere acqua bollente a poco a poco.

Aggiungere la zucca grattugiata, le foglioline di alloro e mescolare.

Cucinare la fregula come se fosse un risotto, aggiungendo l’acqua bollente piano piano e senza smettere di mescolare.

A 2/3 della cottura spegnere il fornello e tappare la pentola. Lasciar riposare per circa e minuti e poi servire.

CONSIGLI:

  • Condimento: potete condire la fregula salsiccia e zucca con pochissimo formaggio grattugiato stagionato che ha lattosio solo in tracce o con pochissimo gorgonzola senza lattosio. Oppure gustarla anche così.
  • Fregula: è un formato di pasta tradizionale sardo. Se non la trovate, potete sostituire con riso o orzo. ?
  • Dado vegetale: utilizzo quello preparato da me quando ho poco tempo per cucinare. Se avete un po’ di tempo a disposizione, potete preparare il brodo vegetale. La fregula salsiccia e zucca sarà ancora più buona.

Pasta con i friggitelli

Pasta con i friggitelli

I friggitelli son stati la mia grande scoperta dell’estate (insieme ai pomodorini confit). ???

Friggitelli

O meglio, li conoscevo già! Ma solo quest’anno li abbiamo piantati nell’orto di casa e siamo ancora in piena produzione nonostante qua da due giorni ci siano a malapena 10 – 15°C e piove come se non vi fosse un domani.

Li ho provati in diverse versioni (ho già pubblicato la ricetta della pasta friggitelli e pomodori) e soprattutto in versione arrostita. Una volta bando alle ciance e alle diete li ho fatti fritti! Cioè se si chiamano friggitelli un motivo ci sarà! ??? E infatti fritti son deliziosi! Io friggo pochissimo ma sul serio i friggitelli fritti son da provare! Avevate ragione voi che me li avete consigliati! ????

E stavolta per preparare la pasta con i friggitelli ho fatto una via di mezzo. Cioè non li ho proprio fritti ma soffritti in olio abbondante e devo dire che il risultato è strepitoso. Vi lascio subito la ricetta!

Vi ricordo solo che per condire ho utilizzato formaggio stagionato grattugiato che ha lattosio solo in tracce e non dovrebbe dare fastidio alla maggior parte degli intolleranti al lattosio come me.?

E ora ecco la ricetta! ?

INGREDIENTI:

  • 80 g di pasta (linguine)
  • 5 -6 friggitelli
  • 4 olive
  • 2 filetti di acciughe sott’olio
  • 1 cucchiaino di capperi
  • 1 rametto di origano fresco
  • Olio extravergine di oliva q.b.
  • Peperoncino q.b.
  • Formaggio stagionato grattugiato q.b.

PREPARAZIONE:

Togliere la calotta superiore ai friggitelli, tagliarli a metà e togliere tutti i semini. Lavare bene, tagliare a striscioline e soffriggere nell’olio extravergine di oliva.

Mettere a bollire l’acqua per cucinare la pasta.

Strizzare i capperi (ho utilizzato quelli sotto aceto), togliere il nocciolo alle olive, lavare le foglioline di origano e tritare tutto insieme aggiungendo anche i filetti di acciughe sott’olio.

Buttare la pasta nell’acqua bollente salata.

Aggiungere il trito ai friggitelli e rimettere al fuoco a fiamma bassa.

Pasta con i friggitelli 3

Scolare la pasta al dente e farla saltare insieme ai friggitelli. Spegnere il fuoco, aggiungere il formaggio stagionato grattugiato e il peperoncino, mescolare e servire caldo.

Pasta con i friggitelli 2

CONSIGLI:

  • Versione vegana: se preferite una versione vegana o completamente senza latticini, sostituite il formaggio stagionato grattugiato con il lievito inattivo in scaglie o con un pochino di pane grattugiato abbrustolito.
  • Olio extravergine di oliva: per soffriggere ne uso pochissimo. Stavolta ho abbondato perché volevo ottenere un risultato di fritto o quasi fritto. Decidete voi come preferite cucinare i friggitelli.
  • Sale fino: non l’ho utilizzato perché le olive e le acciughe sott’olio contengono già il sale necessario per la ricetta.