CUCINA

Linguine con sugo di moscardini

Linguine con sugo di moscardini

Linguine con sugo di moscardini…

E lo so! Ci son cascata di nuovo. Dopo i moscardini in umido della scorsa settimana, ieri li ho presi nuovamente. Stavolta ho deciso di preparare un semplicissimo sugo con cui condire la pasta e devo dire che le linguine con sugo di moscardini erano davvero deliziose.

Come dico spesso, quello che fa la differenza è la qualità degli ingredienti: i moscardini erano freschissimi, al posto della passata ho utilizzato dei pomodori maturi che avevo in frigo e come condimento olio extravergine di oliva, aglio e prezzemolo tritato. E l’aggiunta di peperoncino ovviamente! ??? Ne è venuto fuori un primo piatto buono, profumato e che è piaciuto a tutti.

Le linguine al sugo di moscardini son completamente senza lattosio, adatte a tutti gli intolleranti al lattosio come me.

E ora ecco la ricetta! ?

INGREDIENTI:

  • 1 kg di moscardini
  • 600 gr di pomodori datterini
  • 250 gr di pasta (linguine)
  • 50 ml circa di vino bianco secco
  • 2 spicchi d’aglio
  • 3 – 4 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • Peperoncino q.b.
  • Prezzemolo q.b.
  • Acqua bollente q.b.

PREPARAZIONE:

Con un paio di forbici, staccare il corpo dalla testa dei moscardini e togliere le interiora. Dalle testa tagliare via la parte con gli occhi e togliere il dente. Lavare bene e mettere a scolare.

In una padella soffriggere gli spicchi  d’aglio tagliati in due con l’olio extravergine di oliva e successivamente aggiungere i moscardini. Soffriggere bene, aggiungere un po’ di sale fino e il vino bianco. Lasciar evaporare la parte alcoolica e poi aggiungere i datterini precedentemente tagliati a pezzetti e frullati. Aggiungere poca acqua bollente, un pizzico di peperoncino e cucinare col tappo e a fuoco dolce per circa 40 minuti.

Nel frattempo cucinare le linguine togliendole un minuto prima del tempo indicato nella confezione. Scolarle e aggiungerle al sugo di moscardini, facendole saltare in padella per un paio di minuti.

Condire con prezzemolo tritato e servire caldo.

CONSIGLI:

  • Peperoncino: a me piace tantissimo e ne abbondo. Non ho indicato la quantità perché cambia in base alle persone o al tipo di peperoncino utilizzato. Potete iniziare mettendone poco e poi aggiungerlo a fine cottura.
  • Cottura: il segreto dei moscardini in umido è una cottura lenta e a fuoco dolce. Solo così verranno morbidi e saporiti.

Pesto di foglie di ravanelli

Pesto di foglie di ravanelli

Pesto di foglie di ravanelli…

Ma voi lo sapevate che le foglie dei ravanelli son buonissime e si utilizzano in tantissime ricette? Ecco, io fino a poco tempo fa lo ignoravo completamente! ?

Ricordo che mangiavo i ravanelli da bambina e che li raccoglievo nell’orto di casa ma poi, non so perché, ho smesso di mangiarli e li ho completamente rimossi. Tempo fa me li ha regalati il mio amico fruttivendolo e devo dire che mi son piaciuti un sacco ma le foglie… Le avevo buttate! Lo confesso. ?

E invece devo dire che non son solo commestibili, ma son buonissime! ?Ma l’idea di utilizzarle in cucina e di farci un pesto non è mia; la ricetta mi è stata suggerita dalla bravissima Vanessa, blogger di La Cucina della Sgrufetta. Lei è un po’ una maga delle spezie e nella sua cucina, sempre molto delicata ed elegante, mescola spezie e profumi particolari con risultati strepitosi. Dovete andare assolutamente a visitare il suo Blog. ?

La mia ricetta del pesto di foglie di ravanelli è nata grazie ai suoi suggerimenti ed è davvero buona; vi propongo la mia versione che ho utilizzato per condire la pasta e aspetto che Vanessa pubblichi la sua con i consigli per utilizzarlo all’interno di altri piatti. ???

Tra gli ingredienti del pesto di foglie di ravanelli è presente il formaggio grattugiato a lunga stagionatura che contiene solo tracce di lattosio e non dovrebbe dar fastidio alla maggior parte di noi intolleranti al lattosio. Se non lo tollerate, potete ometterlo o sostituire con pane grattugiato tostato o con pochissimo lievito di birra inattivo. Il gusto sarà diverso ma altrettanto buono.

E ora ecco la ricetta! ?

INGREDIENTI:

  • 1 mazzo di foglie di ravanelli
  • 1/4 spicchio d’aglio
  • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 2 cucchiai di formaggio grattugiato a lunga stagionatura (lattosio in tracce)
  • 1 cucchiaio di succo di limone
  • Sale fino q.b.
  • Pepe nero q.b.

PREPARAZIONE:

Lavare bene le foglie di ravanelli e metterle nel bicchiere del frullatore. Aggiungere l’aglio, l’olio extravergine di oliva, il succo di limone, condire con sale fino e pepe nero e frullare bene.

Aggiungere il formaggio grattugiato a lunga stagionatura e mescolare bene.

CONSIGLI:

  • Formaggio grattugiato a lunga stagionatura: a me non crea problemi ma potete sostituire con pane grattugiato tostato o lievito di birra inattivo.
  • Conservazione: si conserva in frigo per uno al massimo due giorni anche se vi consiglio di consumarlo fresco. Resta più buono e profumato.
  • Utilizzi: è buonissimo anche spalmato sul pane abbrustolito. Io l’ho utilizzato per condire la pasta! ?

Pasta con pesto di foglie di ravanelli

Risotto radicchio e gorgonzola

Risotto radicchio e gorgonzola

Risotto radicchio e gorgonzola…

Buon giovedì! 

Oggi c’è un sole fantastico! Mi sta costando un sacco stare qua chiusa in casa davanti al PC.  ???

Ho una voglia matta di cambiarmi, indossare scarpe comode e camminare stando all’aria aperta. Sì! Avete letto bene! Proprio io che odio camminare, ultimamente ho voglia di farlo e di stare fuori casa. È proprio vero che il coronavirus un po’ ha cambiato le nostre abitudini. Per me le sorprese più grandi son state camminare e il giardinaggio, altra cosa di cui non mi era mai fregato nulla! E invece ora… È avvenuto il miracolo! ?Appena posso scappo in giardino a prendermi cura delle mie piante. Adoro i gerani perché son semplici da curare e vanno innaffiati poco, ma soprattutto mi sto dedicando alla coltivazione delle erbe aromatiche: salvia, menta, lavanda, timo, cappero, elicriso, origano, maggioranza. Le sto collezionando tutte! Non vi dico che profumi nel mio balcone.

E ultimamente per hobby sto provando a far germinare e crescere dei semi di mango e di avocado. Il primo è ok, ormai è diventata una piccola piantina, sul secondo ci sto lavorando. Ora è infilzato tra quattro stuzzicadenti stile rito woodoo. Vi dirò tra un mese se l’esperimento è riuscito. ??

Nel frattempo che chiacchiero di giardinaggio ne approfitto per lasciarvi la ricetta del mio pranzo di oggi: risotto radicchio e gorgonzola

Ammetto che non avevo mai mangiato gorgonzola in vita mia. Ho sempre pensato che fosse un tipo di formaggio tabù per noi intolleranti al lattosio. Invece non è così:

  1. le muffe presenti all’interno del gorgonzola abbattono parte del lattosio;
  2. esistono in commercio diverse marche di gorgonzola con lattosio inferiore allo 0,01% che vanno benissimo per noi intolleranti al lattosio;
  3. il gorgonzola ha un sapore talmente forte che per condire ne basta poco. 

Ovviamente se avete difficoltà con i delattosati, evitate di aggiungere il gorgonzola al risotto. È buono anche col solo radicchio o magari con l’aggiunta di noci. ?

E ora ecco la ricetta! 

INGREDIENTI:

  • 350 gr di riso
  • 1 cespo di radicchio rosso
  • ½ cipolla
  • ½ bicchiere vino bianco secco
  • 3 – 4 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 2 cucchiai di dado vegetale
  • Acqua bollente q.b.
  • Formaggio grattugiato a lunga stagionatura q.b. (lattosio in tracce)
  • Gorgonzola (lattosio residuo <0, 01%) q.b.

PREPARAZIONE:

Lavare e tritare la cipolla. Soffriggere nell’olio extravergine di oliva aggiungendo il radicchio precedentemente lavato e tagliato a listarelle sottili. 

Quando il radicchio risulta “appassito”, aggiungere il riso e farlo tostare bene. 

Aggiungere il vino bianco e lasciar sfumare in modo che la parte alcoolica del vino evapori. 

Aggiungere il dado vegetale e coprire con acqua bollente. Mescolare bene e, quando inizia a bollire, abbassare la fiamma e cucinare mescolando e aggiungendo l’acqua a poco a poco.

Quando il risotto è quasi cotto, spegnere il fornello e lasciar riposare per 5 minuti nella pentola col tappo. 

Aggiungere il formaggio grattugiato a lunga stagionatura e il gorgonzola

Mescolare e servire caldo. 

CONSIGLI:

  • Brodo vegetale: se avete il tempo di preparare un brodo vegetale fresco, il risotto verrà ancora più buono. 
  • Prodotti delattosati: se non li tollerate, potete omettere l’aggiunta del gorgonzola e/o del formaggio grattugiato ad alta stagionatura. 
  • Noci tritate: si possono aggiungere per ultime. Ci stanno benissimo!
  • Versione light: qua trovate il link della ricetta del risotto radicchio, gorgonzola e noci preparato in versione più leggera e con l’ausilio della vaporiera.
  • Vasocottura: il risotto radicchio e gorgonzola si può preparare anche con il metodo della vasocottura. Cliccate sul link per scoprire come si fa. ?

Moscardini in umido

Moscardini in umido…

I moscardini in umido, cotti in un sughetto piccante, son una delle costanti come antipasto di pesce nei ristoranti della Sardegna. Ed è uno dei miei antipasti preferiti, di cui non faccio mai a meno, anzi di solito faccio il bis! ???

Li adoro! ??? Pesce, pomodori e peperoncino… Come si fa a resistere ad un piatto così? Un piatto buonissimo, profumato, semplice da preparare. Peccato che in foto da vedere non siano bellissimi, però vi assicuro che son una bontà! ? L’importante è che si scelga pesce fresco e di qualità. Quello è il segreto di questi piatti rustici, semplici e con pochi ingredienti.

I moscardini in umido son completamente senza latticini, adatti agli intolleranti al lattosio come me.

E ora ecco la ricetta! ?

INGREDIENTI:

  • 600 gr di moscardini
  • 300 gr di datterini o altri pomodori
  • 50 ml circa di vino bianco secco
  • 1 spicchio d’aglio
  • 1 pomodoro secco
  • 3 – 4 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • Peperoncino q.b.
  • Acqua bollente q.b.

PREPARAZIONE:

Con l’ausilio di un paio di forbici, staccare il corpo dalla testa dei moscardini, levare la pellicina e inciderlo per togliere le interiora. Dalle testa tagliare via la parte con gli occhi e togliere il dente. Lavare bene e mettere a scolare.

Lavare bene lo spicchio d’aglio, il pomodoro secco (così si toglie un po’ di sale) e tritarli molto sottili insieme ad pezzetto di peperoncino secco.

Moscardini in umido_preparazione 1

Soffriggere il trito nell’olio extravergine di oliva e aggiungere i moscardini. Rosolare bene e aggiungere il vino bianco lasciandolo sfumare.

Moscardini in umido preparazione 2

Nel frattempo lavare i datterini, tagliarli in due parti e frullarli. Aggiungere ai moscardini e mescolare bene. Aggiungere anche un po’ di acqua bollente. Quando inizia a bollire, abbassare la fiamma e cucinare con tappo per circa un’oretta mescolando ogni tanto e, se fosse necessario, aggiungendo altra acqua bollente.

Servire caldo accompagnato da dei crostini di pane.

CONSIGLI:

  • Peperoncino: è uno degli ingredienti fondamentali, a me piace tantissimo e ne abbondo. Ammetto che senza il gusto piccante, non sarebbe lo stesso piatto. Non ho indicato la quantità perché cambia in base alle persone o al tipo di peperoncino utilizzato. Potete iniziare mettendone poco e poi aggiungerlo a fine cottura.
  • Sale fino: non ho utilizzato sale per questa ricetta perché c’era il pomodoro secco che è già abbastanza salato. Vi consiglio di non aggiungere il sale e di aggiustare a fine cottura insieme al peperoncino.
  • Cottura: il segreto dei moscardini in umido è una cottura lenta e a fuoco dolce. Solo così verranno morbidi e saporiti.

Farinata di ceci

Farinata di ceci

Farinata di ceci…

Buona domenica a tutti! ?

Chi lo dice che a stare a casa ci si annoia? Vi giuro, son quasi le 18:30 e io riesco a sedermi solo ora! ?

Ok, è vero che dovevo pulire casa perché ormai ero arrivata ad un livello indecente di disordine, ma la cosa più figa che ho fatto oggi è sistemare i balconi e la terrazza e godermi il sole e il primo caldo dedicandomi al giardinaggio.

Se qualche anno fa mi avessero detto che mi sarei appassionata di piante, penso proprio che gli avrei riso in faccia! Ma chi, io? ?‍♀️ Giuro, a parte il pothos che ho in ufficio (e che sospetto sia sopravvissuto per dieci anni perché i miei colleghi mossi da pietà lo innaffino a mia insaputa), non ero mai riuscita nemmeno a far sopravvivere la micro pianta grassa che mi avevano regalato quando ho ristrutturato casa. Che poi non sapevo nemmeno se fosse vera o di plastica! ??? Sì, il livello era questo.

E ora? E ora boh! Sarà l’età, sarà che lavorando per dieci ore davanti al pc, sento l’esigenza di stare all’aria aperta, sarà che il giardinaggio è un potente antistress… Insomma! ora mi piace e mi sta dando le mie soddisfazioni. Però devo essere del tutto onesta. Non è che io mi sia trasformata in una provetta giardiniera. Macché! Ignoro anche le cose più basilari. ??? E poi le mie piante son differenti! Stando con me, han dovuto superare un corso di sopravvivenza e imparare a campare anche di acqua piovana, perché non è che mi ricordi sempre di innaffiarle. ?

Balcone

Queste son alcune delle piante che ho in balcone. Ci son i gerani, le piante grasse, Giuliano il melograno nano (che è già nuovamente fiorito ?) e si sta riprendendo anche la pianta di cappero. I miei preferiti restano sempre Gelsy e Mino, le mie due piantine di gelsomino (che ormai son diventate enormi e stanno per fiorire) e la new entry Gino il mangolino, piantina di mango appena nata ma che sta crescendo molto velocemente. E la più antipatica? Ma Maria Lea l’orchidea ovviamente! Snob, spocchiosa e non fiorisce nemmeno se la metto in punizione non innaffiandola o se la cambio di posto. Non ci siamo proprio! Non c’è feeling tra di noi! ?????? Ma non mi arrendo, prima o poi dovrà fiorire questa ingrata! ???
Se avete consigli o suggerimenti da darmi sull’orchidea… Non posso che dirvi grazie! ???

Eh sì! Le mie piante hanno i nomi… E non solo quelle che vi ho elencato. Ho le piantine grasse con i nomi dei sette nani e ci ho messo mezzora a ricordarli tutti. Volete sapere se son matta come un cavallo e se con le piante ci parlo? ??? In questa fase di clausura, potrei aver parlato pure con la teiera per disperazione! Ma amici, va tutto bene finché piante e teiera non vi rispondono! Fidatevi che è così! ??????

Vorrei restare ancora un po’ qua in balcone a godermi il verde e il relax ma son quasi le 19:00 e devo andare a preparare la cena. Ho già pronto l’impasto della farinata di ceci, devo solo aggiungere gli ultimi ingredienti e mettere in forno.

Ho scoperto la farinata di ceci così per caso. Ne esistono diverse versioni (una anche qua in Sardegna chiamata fainè) ma chissà perché non avevo mai provato a farla. Credevo che fosse qualcosa di poco saporito e pesante ma mi sbagliavo tantissimo. Una delle mie cugine ha smentito questa cosa decantandomi la farinata di ceci, il suo sapore, la sua semplicità di preparazione, il suo profumo inconfondibile e allora mi son fatta convincere e devo dire che la trovo buonissima! ???

La farinata di ceci poi è completamente senza lattosio, adatta agli intolleranti al lattosio come me.

E ora ecco la ricetta! ?

INGREDIENTI:

  • 120 gr di farina di ceci
  • 400 ml di acqua a temperatura ambiente
  • 1 rametto di rosmarino fresco
  • 40 – 50 ml di olio extravergine di oliva q.b.
  • Sale fino q.b.
  • Pepe nero q.b.

PREPARAZIONE:

In una ciotola versare la farina di ceci e mescolare aggiungendo l’acqua a poco a poco in modo da non formare grumi. Aggiungere il sale fino, il pepe nero, mescolare ancora e lasciar riposare l’impasto per almeno quattro ore ricoperto da un panno da cucina.

Accendere il forno a 200°C in modalità statica.

In una teglia rotonda con diametro di 30 cm (la farinata di ceci non deve essere troppo spessa) versare l’olio extravergine di oliva. Roteare la teglia in modo che l’olio si sparga in tutta la superficie.

Controllare l’impasto e, se si fosse formata della schiuma, toglierla. Mescolare e mettere nella teglia, facendola nuovamente roteare in modo che l’impasto e l’olio extravergine di oliva si mescolino tra di loro.

Lavare e asciugare il rametto di rosmarino. Togliere la parte legnosa e aggiungere alla farinata di ceci. Condire con sale fino e pepe nero e infornare per circa 20 -30 minuti (dipende dal forno) o finché è dorata in superficie.

Servire calda.

CONSIGLI:

  • impasto: va fatto riposare almeno quattro ore o tutto il giorno in modo che la farina di ceci assorba l’acqua e abbia la giusta consistenza.
  • Teglia: potete usare anche una teglia rettangolare. L’importante è che la farinata di ceci risulti poco spessa.
  • Varianti: qua in Sardegna, a Sassari, si prepara la fainè. Non si utilizza il rosmarino ma le cipolle tagliate sottili e aggiunte in cottura oppure la salsiccia tagliata a pezzetti. Chiederò meglio la ricetta così la prossima volta la preparo così. ?
  • Farina di ceci: l’ho scoperta da poco ma mi piace un sacco. Qua trovate la ricetta della frittata con farina di ceci. Deliziosa! ?

Insalata salmone, mango e rucola

Insalata salmone, mango e rucola…

Giornate bellissime e di sole. Sarà questa clausura forzata da coronavirus ma ultimamente non vedo l’ora di spegnere il computer e di uscire fuori anche se solo in cortile o nella strada sotto casa. E, cosa mai fatta in tutta la mia vita, mi son messa a fare jogging! ???? Sì, ridete pure! Son incredula pure io! Giuro! Son una pigra nata. Posso passare ore in palestra ad allenarmi ma camminare e correre proprio no! ??? Sempre avuta l’avversione, sin da quando ero alle superiori. Correre non hai mai fatto per me. Eppure in questi giorni ci sto provando e, anche se apostrofo la tipa della app con paroline che poco si addicono ad una signorina per bene, devo dire con somma soddisfazione che non ho (ancora o mai) abbandonato una sessione di allenamento a metà. Dire che mi piace sarebbe eccessivo e poco sincero, però ammetto che anche se mi sento goffa, anche se mentre corro maledico tutto e tutti, poi alla fine mi fa stare bene, mi rilassa e mi mette in pace col mondo. ?

E mentre corro con cosa mi distraggo o a cosa penso? Ma alla cena naturalmente! Altrimenti non sarei io! ??? E allora vi lascio la mia trovata per la cena di oggi: una bella insalata svuotafrigo con salmone affumicato, mango e rucola. Velocissima da preparare, buona buona e completamente senza lattosio, adatta a tutti gli intolleranti al lattosio come me.

E ora ecco la ricetta! ?

INGREDIENTI:

  • 100 gr di salmone affumicato
  • 40 gr di polpa di mango
  • 1 arancia
  • 1 mazzo di rucola
  • 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
  • Sale fino q.b.
  • Pepe rosa q.b.

PREPARAZIONE:

In un ciotola mettere la polpa di mango tagliata a cubetti. Sbucciare l’arancia togliendo anche tutta la parte bianca, tagliarla a cubetti e aggiungerla alla polpa di mango. Tagliare il salmone affumicato a pezzetti e aggiungerlo. Lavare e asciugare la rucola, tagliarla a pezzi non troppo piccoli e aggiungerla al resto degli ingredienti.

Condire con l’olio extravergine di oliva, il sale fino e pepe rosa e lasciar riposare coperto in frigo per qualche ora.

Insalata salmone, mango e rucola2
Eccola qua! ?

Pollo e peperoni con salsa chermoula

Pollo e peperoni con salsa chermoula

Pollo e peperoni con salsa chermoula…

Domenica uggiosa, umore malinconico, sorseggio un tea con sas gallettinas (son dei dolcetti secchi sardi strepitosi), sorveglio l’impasto e nel frattempo scrivo la ricetta di quella che sarà la mia cena di oggi: pollo e peperoni con salsa chermoula.

La chermoula è una salsa di origine marocchina a base di pomodori, cumino e coriandolo ed è buonissima per accompagnare piatti di pesce e di carne. Io la trovo meravigliosa! ?

L’ho già provata con una ricetta di merluzzo e patate e stavolta ho deciso di utilizzarla per cucinare il pollo. Come sempre mi servirò della mia tajine che è perfetta per una cottura lenta ma se non l’avete a disposizione, va benissimo una pentola in coccio qualsiasi.

Tajine

E per chiudere in bellezza… Anzi in grassezza, sto per infornare dei panini all’olio che mi serviranno per fare la scarpetta. Beh! Se sgarro, lo faccio bene, altrimenti che sgarro è? ???

Il pollo e peperoni con salsa chermoula è completamente senza lattosio, adatto a tutti gli intolleranti al lattosio come me.

E ora ecco la ricetta! ?

INGREDIENTI:

  • 1 dose di salsa chermoula
  • 2 alette di pollo
  • 1 peperone rosso grande

PREPARAZIONE:

Preparare la salsa chermoula secondo la ricetta indicata su questo link.

Immergere le alette di pollo nella salsa chermoula e lasciar macerare in frigo dentro un recipiente con chiusura ermetica (o sigillato con la pellicola da cucina) per 3 o 4 ore o per tutta la notte.

Adagiare le alette di pollo sul fondo della tajine e coprire con la chermoula. Lavare il peperone, tagliarlo a julienne e aggiungere sopra le alette di pollo.

Utilizzare lo spargifiamma per non rovinare il fondo della tajine. Cucinare col tappo a fuoco medio finché non inizia a bollire; a questo punto spostare nel fornello più piccolo a fiamma bassa e lasciar cucinare per altri 10 minuti. Spegnere il fuoco e lasciar riposare per un quarto d’ora.

Servire caldo.

CONSIGLI:

  • Tajine: la potete sostituire con un qualsiasi tegame in coccio.
  • Pollo: stavolta ho utilizzato le alette perché mi ispirava così, ma son buonissime anche le cosce. In questo caso dovete lasciar cuocere per almeno 20 – 30 minuti.

Sas gallettinas

Sas gallettinas

Sas gallettinas

Sas gallettinas son dei biscotti secchi tradizionali sardi profumati di limone e son tra i miei  dolci preferiti. Il sapore e il profumo de sas gallettinas mi riportano indietro ai tempi della mia infanzia quando si facevano in quantità industriale e venivano consumati per merenda o a colazione. Io da piccola mangiavo pochissimi dolci, eppure a queste gallettinas non sapevo resistere. ???

E oggi? Oggi è ancora così! Mi piacciono un sacco e poi son dei dolci comodissimi: essendo secchi si conservano bene per un sacco di tempo (anche se devo ammettere che a casa non durano tantissimo ???).

Sas gallettinas non son difficili da preparare; qua sotto trovate alcuni suggerimenti per poterle preparare al meglio.

  • ricetta tradizionale: ultimamente mi trovo spesso a dover fare queste precisazioni. Chissà perché ma molti son convinti di possedere l’unica e sola conoscenza sulle ricette tradizionali sarde e che le altre non esistano o non siano valide e questo secondo me è un peccato. Perché negare che vi possano essere delle varianti di una stessa ricetta vuol dire impoverirla e perdere frammenti di una storia e di una tradizione che invece andrebbero preservate e conservate con cura. La ricetta (o le ricette) che presento io è quella che si fa all’interno della mia famiglia ed è quella che si prepara ad Ovodda, un piccolo paese che si trova in Barbagia nel centro della Sardegna. Poi col termine gallettinas in Sardegna sicuramente esisteranno altre ricette con lavorazioni e ingredienti diversi e che variano da zona a zona o da famiglia a famiglia. Per me son tutte ricette valide e tradizionali, anzi mi piacerebbe conoscerle e provare a preparare anche quelle.
  • Ammoniaca alimentare: in Sardegna viene utilizzata per realizzazione di diversi dolci. Non è assolutamente tossica e l’odore va via mentre son in forno e quando raffreddano. Ovviamente bisogna utilizzare solo la dose indicata nella ricetta.
  • Preparazione: sas gallettinas si preparano in maniera simile a sos papassinos. La particolarità di queste lavorazioni è che la farina viene aggiunta per ultima tra gli ingredienti e durante la lavorazione. Solo così questi dolci raggiungono quella consistenza particolare che li contraddistingue dagli altri.
  • Latte senza lattosio: tra gli ingredienti è presente il latte che io, ovviamente, non posso utilizzare. L’ho sostituito con il latte senza lattosio della Stuffer, una azienda con cui collaboro e con cui mi trovo molto bene. La Stuffer ha una linea dedicata per noi intolleranti al lattosio chiamata Liberi dal Lattosio e questi prodotti son davvero molto buoni. Il latte senza lattosio Stuffer è molto simile al latte “normale” ed ha un contenuto di lattosio residuo inferiore allo 0,1%. Purtroppo la mia intolleranza al lattosio non mi permette di berlo tutti i giorni ma è perfetto per preparare dolci, salse o creme. Nel caso de sas gallettinas il quantitativo di latte è davvero basso e la quota di latte/lattosio che si trova in ciascuna gallettina (da questa ricetta ne escono circa un centinaio) è irrisorio e a me non crea nessun problema. Se avete problemi con i delattosati, potete sostituire con una bevanda vegetale.

E ora ecco la ricetta! ?

INGREDIENTI:

  • 6 uova medie
  • 1,5 kg di farina 00
  • 1/2 kg di zucchero semolato più quello per guarnire
  • 250 ml di latte senza lattosio
  • 150 ml di anice
  • 150 gr di strutto
  • 30 gr di ammoniaca alimentare
  • Scorza grattugiata di 3 limoni
  • 2 bustine di lievito per dolci

PREPARAZIONE:

Lavorare bene le uova con lo zucchero.

In un tegame alto sciogliere lo strutto nel latte senza lattosio. Aggiungere l’ammoniaca alimentare e il lievito per dolci e mescolare in modo che il composto si gonfi e formi delle bolle. Sempre mescolando, aggiungere questo composto alle uova con lo zucchero.

Successivamente aggiungere l’anice e la buccia di limone e mescolare bene.

Ora non resta che aggiungere la farina 00. La particolarità de sas gallettinas è che la farina va incorporata al resto dell’impasto poco alla volta sempre mescolando. Bisogna aggiungere il tanto di farina (di solito 1 kg) in modo che l’impasto risulti solido ma un po’ colloso e appiccicaticcio. Il resto della farina (circa 500 gr) va aggiunto nel momento in cui si stende l’impasto.

Ora non resta che aggiungere la farina 00. La particolarità de sas gallettinas è che la farina va incorporata al resto dell’impasto poco alla volta sempre mescolando. Bisogna aggiungere il tanto di farina (di solito 1 kg) in modo che l’impasto risulti solido ma un po’ colloso e appiccicaticcio. Il resto della farina (circa 500 gr) va aggiunto nel momento in cui si stende l’impasto.

Sas gallettinas preparazione

In un tavolo da lavoro (noi utilizziamo “su tazzeli” che è un tagliere gigante in legno utilizzato anche per stendere e infornare il pane carasau) mettere un po’ di farina 00 e poi, con un cucchiaio o una paletta, prendere un po’ di impasto. Aggiungere un po’ di farina 00 e stendere l’impasto che dovrà avere una altezza di circa mezzo centimetro. Con una formina (o con l’aiuto di un coltello) ricavare sas gallettinas. Inumidire la superficie con acqua (io uso un pennello da cucina) e rovesciare in un piatto in cui va messo dello zucchero semolato. Capovolgere sas gallettinas (il lato inumidito con acqua e cosparso di zucchero deve restare in alto) e adagiare in una teglia coperta di carta da forno. Infornare con forno statico a 175°C finché non son dorate (controllare che siano cotte anche nel fondo).

Nel frattempo unire i ritagli di impasto già utilizzati con un altro cucchiaio di impasto e stendere nel tavolo da lavoro già ricoperto di farina 00 e ricavare delle altre gallettinas. Mettere in una teglia da forno e infornare. Continuare così sino ad esaurire tutto l’impasto che avete preparato.

Sas gallettinas pronte
Ed eccole qua! ?

Sas gallettinas 2
Ed ecco la mia merenda di oggi! ?

CONSIGLI:

  • anice: se non vi piace il sapore o non lo avete a disposizione, potete sostituire con il limoncello.
  • Uova: la ricetta prevede 6 uova medie. Se avete delle uova più piccole, potete metterne una in più.
  • Strutto: la ricetta originale lo prevede e secondo me è migliore ed è completamente senza lattosio. Se non lo avete a disposizione potete sostituire con 190 gr di burro senza lattosio.
  • Conservazione: sas gallettinas si conservano in dei recipienti con chiusura ermetica e durano tantissimo tempo.

Impasto base per pizza e focaccia con farina e semola rimacinata

Impasto base per pizza e focaccia con farina e semola rimacinata

Impasto base per pizza e focaccia con farina e semola rimacinata…

Tra le diverse versioni e prove di impasto per pizza e focaccia, non potevo non mettere anche la ricetta dell’impasto base per pizza e focaccia con farina e semola rimacinata.

E’ una versione che preparo spesso e che a casa piace molto. La semola rimacinata conferisce alla pizza un sapore e una consistenza diversa, più rustica che a me non dispiace per nulla, soprattutto ora che son costretta ad utilizzare la farina 00 (io di solito uso la farina 0 prodotta da un mulino qua vicino a casa mia).

Ricordatevi che bisogna usare la semola rimacinata e non la semola perché la prima è più adatta alla panificazione mentre la seconda, meno raffinata, si utilizza per la preparazione della pasta fresca.

IDRATAZIONE DELL’IMPASTO:

Prima di passare alla ricetta, devo fare una precisazione importante sulla idratazione dell’impasto che è data dal rapporto che c’è tra il quantitativo d’acqua e di farina utilizzati. Con una idratazione maggiore si hanno prodotti più alveolati e leggeri anche se son di gestione più delicata nella fase di impasto e pieghe. L’idratazione dell’impasto dipende anche dai tipi di farine utilizzate, soprattutto per la loro capacità di assorbire l’acqua. Solitamente una pizza al piatto ha un livello di idratazione che oscilla tra il 55% e 65% mentre la pizza in teglia può arrivare a idratazioni più alte, 70 – 80% o anche maggiori.
Ad esempio:

  • utilizzando 300 ml di acqua avrete un impasto circa al 55%, bello sodo e facile da lavorare;
  • con 350 ml avrete un impasto con idratazione al 63%, più morbido
  • e con 400 ml l’idratazione sale al 72%. L’impasto si presenta appiccicoso e più difficile da lavorare (ma è quello che mi ha dato le soddisfazioni maggiori ?)

Io vi consiglio di impastare a mano e di aggiungere l’acqua piano piano. Potete dosare 300 ml di acqua e poi, da parte, altri 50 o 100 ml e aggiungerla a poco a poco così riuscite a rendervi conto della consistenza dell’impasto. Un altro consiglio che vi posso dare, soprattutto se siete alle prime armi, è quello di partire con impasti poco idratati che son i più facili da gestire e poi aumentare gradualmente l’idratazione. Io son partita così e, ancora adesso, son in fase sperimentazione. Più impasti provo, migliore è il risultato. Son molto soddisfatta degli ultimi ma devo ancora capire e imparare parecchie cose. E continuo a sperimentare. ?

UTILIZZO DI DIVERSI TIPI DI LIEVITO:

Nella preparazione dell’impasto base per pizza con farina integrale possiamo scegliere tra diversi tipi di lievito: lievito di birra fresco, lievito di birra secco e lievito madre. Vi lascio qua sotto la tabella di conversione dei lieviti. Vi ricordo che se utilizzate il lievito madre, dovete parametrare e modificare sia il quantitativo della farina che quello dei liquidi che son entrambi compresi nel peso della pasta madre: se ad esempio si utilizzano 150 g di pasta madre dobbiamo togliere 150 g dal totale della farina e 75 ml di acqua.

Questa è la regola generale, anche se molto dipende dal tipo di farina utilizzata, dall’umidità dell’aria e dal grado di idratazione dell’impasto. Io tendo sempre a utilizzare un quantitativo d’acqua superiore o leggermente superiore (vedi sopra IDRATAZIONE DELL’IMPASTO), come tendo ad impastare a mano; solo così mi rendo effettivamente conto dell’acqua necessaria. Se cliccate sul link lievito madre, trovate la spiegazione dettagliata sull’utilizzo della pasta madre e sulla conversione delle ricette in base all’utilizzo dei diversi lieviti. E sotto, tra i CONSIGLI, la prossima volta che preparo l’impasto base per pizza con farina integrale e con l’utilizzo del lievito madre, vi riporto le quantità che uso io.

Tabella conversione lieviti

E ora ecco la ricetta. ?

INGREDIENTI:

  • 300 gr di farina 0
  • 250 gr di semola rimacinata
  • 350 + 50 ml circa di acqua tiepida (vedere sopra per il discorso sulla idratazione dell’impasto)
  • 50 gr di olio extravergine di oliva
  • 15 gr di sale fino
  • 10 gr di lievito di birra fresco (o 3 gr di lievito di birra secco)

PREPARAZIONE:

Setacciare semola rimacinata e farina 0 e metterle in una ciotola. Aggiungere un pochino di acqua e iniziare a mescolare. Aggiungere il lievito di birra sciolto in 2 cucchiai di acqua e impastare aggiungendo l’acqua a poco a poco.

Impastare aggiungendo poco per volta l’olio extravergine di oliva. Io lo aggiungo sotto l’impasto e prima di aggiungerlo nuovamente, aspetto che l’impasto abbia assorbito tutto l’olio. Per ultimo aggiungere il sale fino e continuare ad impastare. Lasciar riposare l’impasto in un recipiente coperto con pellicola da cucina per circa mezzora.

PIEGHE DI RINFORZO:

Servono per dare più consistenza e rinforzare la maglia glutinica degli impasti di pane, pizza e focaccia. Una volta impastato, lascio riposare circa mezzora e poi procedo con cinque pieghe di rinforzo con intervalli di 20 minuti tra l’una e l’altra piegatura. Stendere la pasta con i polpastrelli dando forma rettangolare. Ripiegare a libro la parte superiore e la parte inferiore. Fare la stessa cosa con la parte destra e la parte sinistra e poi capovolgere l’impasto dando una forma tonda e lasciar riposare venti minuti coperto da pellicola alimentare (così l’impasto non si secca né si forma la crosticina in superficie).

Per la ricetta della pizza, la sua lavorazione e le pieghe, mi son ispirata alla ricetta della pizza in teglia della bravissima Federica del Blog Mambo Kitchen. Lei è fantastica! Non ho mai trovato difficoltà o “sorprese”: i dosaggi son esatti e le spiegazioni, accurate e dettagliate, rendono l’esecuzione delle sue ricette semplice e alla portata di tutti. Andate a visitare il suo Blog! ?

Negli impasti con maggiore idratazione, è più difficile fare le pieghe come descritto sopra. Ho trovato un metodo alternativo che permette di effettuare le pieghe di rinforzo direttamente nella ciotola: inumidisco le dita con poca acqua a temperatura ambiente e, prendendo l’impasto dai bordi, lo rovescio verso l’interno ruotando sempre la ciotola e facendo due volte il giro. Lascio riposare venti minuti coperto da pellicola e poi rinizio (Il numero di pieghe è sempre pari a cinque e l’intervallo è sempre di venti minuti).

PRIMA LIEVITAZIONE:

Ora l’impasto deve lievitare sino al suo raddoppio. I tempi di lievitazione variano in base alla stagione, all’umidità e alla temperatura che abbiamo in casa. Per accelerare la lievitazione mettere la ciotola con l’impasto nel forno da cucina con la sola luce accesa e una ciotola di acqua calda di fianco (serve per anche per tenere la giusta umidità mentre l’impasto lievita). Per rallentare la lievitazione ed avere una lievitazione più lunga, attendere mezzora e poi mettere la ciotola sigillata dentro il frigo per circa 24 ore o tutta la notte. Togliere l’impasto dal frigo e lasciarlo acclimatare per tre o quattro ore e comunque fino al raddoppio.

PREPARAZIONE DELLA PIZZA:

Una volta raddoppiato l’impasto, ungere le teglie da forno, suddividere l’impasto in panetti e stenderli nelle teglie con i polpastrelli (se l’impasto fa resistenza, vuol dire che non è ancora pronto). Coprire con pellicola alimentare e lasciar lievitare ancora un pochino. Stendere nuovamente l’impasto e coprire con la pellicola alimentare.

SECONDA LIEVITAZIONE:

Lasciar lievitare, coperto da pellicola da cucina, per altri 40 minuti o 1 ora.

COTTURA DELLA PIZZA:

Condire con passata di pomodoro e origano e infornare alla temperatura massima per circa 10 – 15 minuti (dipende dal tipo di forno). Condire a piacere, infornare per altri 5 minuti circa finché gli ingredienti son cotti o sciolti e servire calda.

RICETTA CON UTILIZZO DEL LIEVITO MADRE:

Per la versione dell’impasto per pizza con farina e semola rimacinata ho utilizzato questi ingredienti:

  • 250 g di semola rimacinata
  • 150 g di lievito madre rinfrescato
  • 150 g di farina 0
  • 300 g circa di acqua a temperatura ambiente
  • 50 g di olio extravergine di oliva
  • 15 g di sale fino

Sciogliere il lievito madre in un terzo dell’acqua. Aggiungere la farina 0 e la semola rimacinata e impastare aggiungendo l’acqua a poco a poco (per un impasto più idratato, aggiungere ancora acqua). Impastare per circa 10 – 15 minuti e poi aggiungere l’olio extravergine di oliva, continuando ad impastare finché non viene assorbito. Per ultimo aggiungere il sale fino e impastare. Per il resto, seguire la ricetta qua sopra.

CONSIGLI:

Focaccia cime di rapa, acciughe e pomodorini
Focaccia cime di rapa, acciughe e pomodorini

Pizza prosciutto e funghi
Pizza prosciutto e funghi con mozzarella senza lattosio

Insalata rucola, noci e ravanelli

Insalata rucola, noci e ravanelli

Insalata rucola, noci e ravanelli… 

Ebbene sì! Nonostante sia sabato sera e di solito per me vuol dire pizza, oggi non mi va! Strano vero? Eppure ho bisogno di mangiare qualcosa di fresco, diverso e più leggero. Mio padre è tornato dall’orto con un bel mazzo di rucola (che io adoro! ?) e ho deciso di preparare una bella insalata mista. I ravanelli poi son stati una bella riscoperta! Li mangiavo da piccola ma poi, chissà perché, li avevo rimossi. Un paio di giorni fa li ho visti dal fruttivendolo e ho deciso di provarli. E mi son piaciuti un sacco. Sulle noci cosa volete che vi dica? E’ la frutta fresca che preferisco e che consumo più spesso sia a colazione o come spuntino a metà mattina e nelle insalate. Potevo non metterle stavolta?

L’insalata rucola, noci e ravanelli non contiene lattosio ed è perfetta per gli intolleranti al lattosio come me.

Ecco la ricetta! ?

INGREDIENTI:

  • 1 mazzetto di rucola
  • 3 – 4 ravanelli
  • 10 gr di noci sgusciate
  • 1 cucchiaino di semi di sesamo
  • 1/2 cucchiaino di semi di chia
  • 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
  • 1/2 cucchiaio di aceto balsamico
  • Sale fino q.b.

PREPARAZIONE:

Insalata rucola, noci e ravanelli2

Lavare bene la rucola. Asciugare e tagliare a pezzi non troppo piccoli. Lavare i ravanelli, tagliare le estremità, tagliarli a rondelle e aggiungerli alla rucola. Aggiungere i semi di sesamo e di chia e condire con olio extravergine di oliva, aceto balsamico e un pizzico di sale fino.

CONSIGLI:

  • Pera o mela: si possono aggiungere per avere una insalata ancora più gustosa e originale.
  • Parmigiano reggiano stagionato a scaglie: se lo tollerate, rende questa insalata davvero ottima.