Oggi vi presento una ricetta semplice semplice, i filetti di sogliola all’arancia.
Sta arrivando l’estate e visto che si sta avvicinando la tanto temuta prova costume, ho deciso di stare un po’ più attenta alle calorie… O almeno ci provo! 😉
Confesso di essermi abbuffata di pastiera napoletana (preparata insieme alla nostra amica napoletana) e quindi ora cerco (inutilmente) di correre ai ripari mangiando in modo più leggero e meno calorico. Però chi lo dice che la dieta deve essere per forza triste o con cibo insapore? La sogliola è un pesce dalle buone qualità: poche calorie e ha una buona consistenza, ma perché dobbiamo mangiarlo sempre in bianco o alla parmigiana?
Ho trovato un modo alternativo e molto saporito di cuocere la sogliola… E’ una ricetta semplice, ipocalorica (ho messo olio extravergine di oliva solo a fine cottura), colorata e allegra e non contiene assolutamente nessun cibo con lattosio. Quindi chi, come me, è intollerante al lattosio, può mangiare senza problemi.
Ecco a voi la ricetta! 🙂
INGREDIENTI:
2 sogliole di medie proporzioni
1 arancia
1 cucchiaio di trito misto (aglio, cipolla, sedano e carota)
1 cucchiaio di aceto balsamico
2 cucchiai di pane grattugiato
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
sale q.b.
pepe nero q.b.
1 cetriolo
PREPARAZIONE:
Sviscerare e pulire molto bene le due sogliole. Con un coltello, tagliare le teste, le code e privarle delle parti laterali (contengono molte spine). Successivamente è necessario spellarle e sfilettarle. Le teste, la lisca centrale e i resti delle sogliole non vanno buttati. Io ne ho approfittato per preparare un fumetto di pesce, utilizzato per cuocere un risotto; ecco la ricetta del risotto al fumetto di sogliola con carciofi (basta cliccare sul link per vedere la ricetta) 😉
Adagiare i filetti in un contenitore di plastica col tappo ermetico.
In un contenitore di plastica, iniziamo a preparare la salsina di marinatura. Lavare bene una arancia e ricavarne il succo; aggiungere l‘aceto balsamico, il trito di verdure crude, il sale e il pepe nero.
Versare la salsina sopra i filetti di spigole, tappare bene in contenitore e lasciar riposare in frigo per almeno un paio d’ore (io le ho preparate dalla mattina e poi ho cotto i filetti di sogliola per cena).
Foderare una teglia con la carta da forno e adagiare i filetti di sogliola.
Versare un po’ di pane grattugiato sopra i filetti di sogliola e infornare a circa 200-220°C per circa 20 minuti o fino a che non risultano dorate. Nel frattempo lavare e sbucciare il cetriolo. Tagliarlo a rondelle e adagiarlo sul piatto.
Togliere i filetti di sogliola dal forno e adagiarli nel piatto. Aggiustare di sale, condire i filetti e i cetrioli con l‘olio extravergine d’oliva e servire.
CONSIGLI:
Succo d’arancia: io lo utilizzo perché mi piace molto il sapore e resta più dolce del limone; però se preferite, anche col succo di limone vengono molto buone.
Aceto balsamico: potete sostituirlo con la salsa di soia.
Pastiera napoletana, alzi la mano chi non ha mai sentito parlare di questa bontà! 🙂
I giorni scorsi è venuta a trovarci una cara amica di famiglia, Teresa, napoletana doc!
Donna fantastica, simpaticissima e dall’accento inconfondibile (io adoro Napoli, i suoi abitanti e la sua tradizione culinaria… Vivrei di sola pizza! :-)).
Chiacchierando, chiacchierando, toglie fuori dalla valigia un vasetto di grano cotto e ci spiega che l’ha portato direttamente da Napoli per farci assaggiare la pastiera napoletana e si offre di farla qua a casa, così insegna la procedura anche a noi.
Immaginate la mia gioia e quella di mia mamma… Occasione unica per imparare a preparare questo dolce buonissimo!
La preparazione del dolce è un po’ lunga ma sinceramente ne vale la pena: a me è piaciuta tantissimo!
La pastiera è un dolce calorico ed è a base di ricotta (contiene anche latte e poco burro), quindi noi intolleranti al lattosio dobbiamo stare attenti. Io ho utilizzato la ricotta, il latte e il burro delattosati, di solito così non mi da problemi, però se avete una intolleranza al lattosio molto alta, o se vi volete fare una bella abbuffata, prendete una pastiglia di enzimi per sicurezza! Io ho fatto così e me la son gustata con tranquillità! 😉
INGREDIENTI:
700 gr di grano cotto per pastiera napoletana (marca Miele)
1/4 circa di latte senza lattosio (deve coprire il grano)
30 gr di burro senza lattosio (circa un cucchiaio)
700 gr di ricotta senza lattosio
700 gr di zucchero
7 uova (i bìanchi d’uovo vanno montati a neve)
1 cucchiaino di cannella in polvere
3 arance (scorza grattugiata)
1 cucchiaio di limoncello
2 dosi abbondanti di pasta frolla (cliccare per ricetta)
zucchero a velo per guarnire
1 pizzico di sale.
PREPARAZIONE:
In un tegame mettere il grano cotto e coprirlo con il latte senza lattosio. Aggiungere il burro senza lattosio, la cannella in polvere, il sale e far cuocere bene, finché non diventa quasi una crema.
In un tegame molto capiente, versare la ricotta senza lattosio e lo zucchero e lavorarli bene finché l’impasto diventa cremoso.
Lavare bene le arance, sbucciarle e tritare la scorza molto fine.
Aggiungere all’impasto la scorza d’arancia grattugiata, il limoncello, il grano cotto e mescolare bene. Aggiungere i tuorli uno alla volta e continuare a mescolare.
Montare gli albumi a neve e aggiungerli all’impasto, mescolando delicatamente dal basso verso l’alto.
Preparare la pasta frolla (cliccate sul link per vedere la ricetta) e stenderla nelle teglie di alluminio. E’ importante che la pasta abbia i bordi molto alti, in modo che il ripieno non fuoriesca durante la cottura.
Riempire la frolla con l’impasto della pastiera.
Guarnire con striscioline di pasta sfoglia (come si fa normalmente per la crostata) e infornare con forno ventilato per circa un’ora (150°C per 40 minuti e poi sollevare il forno a 180°C per i restanti 20 minuti).
Togliere dal forno, lasciar raffreddare, spolverare con lo zucchero a velo e servire.
CONSIGLI:
Cottura: è molto importante rispettare i tempi di cottura e le due temperature. L’impasto deve cuocere lentamente e la pastiera deve risultare ben cotta (altrimenti ammuffisce) ma non deve essere asciutta.
Crema pasticcera: la ricetta originale contiene anche la crema pasticcera ma la nostra amica di solito non la mette perché la pastiera risulta troppo dolce e più pesante da digerire.
Essenza di millefiori: nella ricetta originale ci va. Noi non l’abbiamo trovata e abbiamo sostituito con buccia d’arancia e un cucchiaio di limoncello fatto in casa. Il sapore era ottimo, parola di Teresa! 😉
Oggi vi presento un’altra ricetta semplice e veloce da preparare: trota al verde con contorno di melanzane grigliate.
Adatta per tutti: non ha lattosio, non è troppo calorica, facile e veloce da cucinare… Il pesce è un alimento ottimo e fa bene e dovremo consumarne di più… Tantissimi buoni motivi per provare questa ricetta! Spero di avervi convinti.
Eccola qua! 😉
INGREDIENTI:
una trota di circa 250 gr
1 mazzetto di prezzemolo
1spicchio piccolo di aglio
1 bustina di zafferano
1 limone piccolo
sale fino q.b
1 melanzana media
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
1 cucchiaio di aceto balsamico
origano q.b.
peperoncino q.b.
PREPARAZIONE:
Pulire la melanzana, tagliarla a fettine, aggiungere sale e poggiarla in uno scolapasta per far colare l’acqua. Mettere la piastra nel fuoco a riscaldare.
Nel frattempo pulire e lavare la trota. Adagiarla su una pentola e coprirla di acqua. Aggiungere sale, aglio, prezzemolo e zafferano. Tagliare il limone a metà, spremerlo e metterlo nella pentola a cucinare insieme alla trota.
Grigliare le fette di melanzane e adagiarle in un piatto. Preparare la salsina: mescolare olio evo con aceto balsamico e poi aggiungere origano e peperoncino. Non ho aggiunto sale perché di solito le melanzane son già salate. Coprire le melanzane con la salsa, girare e servire insieme alla trota.
CONSIGLI:
ho preparato la trota in umido perché ero di fretta. Si potrebbe far marinare la trota con acqua, succo limone, aglio e prezzemolo e poi cuocerla nella vaporiera. Così risulterà più saporita.
Io per abitudine utilizzo olio evo crudo però, se preferite, potete aggiungerlo alla trota durante la cottura.
Ecco una ricetta veloce e semplice da realizzare: i bocconcini di tacchino con peperoni e zafferano.
Reduce da giornata infinita passata tra lavoro e un listone infinito di commissioni da fare! Arrivata a casa distrutta e avevo solo voglia di andare a dormire ma il mio stomaco non era propriamente d’accordo. E allora che fare? Ho aperto il frigo e mi son inventata la cena con quello che avevo lì. E vi dirò che non era niente male! Me la son mangiata tutta! Eppoi che dire? Niente latticini, niente lattosio… Quindi amici intolleranti al lattosio, possiamo mangiarne a volontà! 😉
INGREDIENTI:
Fettina di tacchino tagliata spessa
Un peperone
Zafferano
Origano q.b
Pepe nero q.b.
Sale q.b.
Olio evo q.b.
Acqua q.b.
PROCEDIMENTO:
Foderare una teglia da forno con la carta da forno.
Tagliare il tacchino e il peperone a cubetti e adagiarlo sulla teglia.
In un bicchiere miscelare acqua con zafferano, origano e pepe nero. Aggiungere il preparato alla carne e peperoni e infornare per circa 20 minuti.
Quando è pronto, togliere dal forno e adagiare su un piatto dove prima avrete posto del pane o dei crostini. Mettere olio extravergine d’oliva a crudo e servire.
CONSIGLI:
La versione fatta da me è quella più leggera; potete unire olio evo al preparato prima della cottura.
Oggi nessuna ricetta… Ma vi voglio parlare di qualcosa di sano, genuino e antico: il lievito madre detto anche pasta madre o, in Sardegna. “sa madrighe” o “su framentu“.
Il nome mi riporta indietro nel tempo. Mi ricorda sapori e profumi di tempi antichi, dove la panificazione era un rito magico riservato alle donne e solo loro, in quanto portatrici di vita e di luce, sapevano come creare il pane partendo dalla farina. La tradizione della panificazione era tutta al femminile e a me piaceva tantissimo partecipare e ascoltare le voci, i racconti e i consigli delle donne riunite davanti al forno. Ricordo che noi bambine andavamo a casa di una donna “a faede sa missione” (fare la commissione) e ci veniva affidato questo panetto bianco sporco dall’odore acidulo; era un panetto magico che, unito alla farina e all’acqua, creava quell’impasto meraviglioso da cui poi veniva fatto il pane.
Ricordo ancora le donne sedute a semicerchio e con “su tazzeli” (tagliere di legno ovale molto grande che serve per fare il pane) e col mattarello in mano; partendo dalla palla di pasta lievitata, ognuna di loro stendeva l’impasto che arrivava già pronto e molto sottile all’ultima donna, quella vicina al forno che aveva il compito importantissimo di cuocere il pane. Poi c’erano altre due donne che, una volta cotto il pane, si occupavano di pulirlo dai residui di farina e di brace e di sistemarlo in una “hanistedda” (cesto enorme fatto di asfodelo usato per sistemare il pane e i dolci) e coprirlo con i teli rigorosamente in cotone per farlo raffreddare.
Noi bambine eravamo trattate come “piccole donne” e le “anziane” con pazienza ci spiegavano i segreti del pane: come fare un buon impasto e come imparare a stendere la sfoglia a mano che doveva essere di forma rigorosamente tonda. Alle più grandi veniva riservato anche un posto speciale vicino al forno e si spiegavano i segreti per avere una buona cottura affinché il pane venisse saporito, bello rosso e “gonfiasse” bene. E poi ricordo l’odore ma soprattutto la fragranza e il sapore di questo pane appena cotto… Era davvero un pane magico che racchiudeva i misteri e le tradizioni di secoli di storia sarda. Che meraviglia aver conosciuto queste cose! 🙂
E poi come in ogni cosa c’è una fine… Oggi il lievito madre non si usa quasi più, sostituito quasi del tutto dal lievito di birra o peggio ancora dal lievito chimico istantaneo che son più semplici da utilizzare e, grazie a loro, il processo di lievitazione è molto più veloce, istantaneo. Badate bene, la mia non è una guerra contro il lievito di birra (che è comodo e uso in tante occasioni) però quando posso, preferisco utilizzare il lievito madre. Ha un tempo di lievitazione molto più lungo ma trovo che la pizza e gli altri lievitati impastati col lievito madre siano molto più leggeri e digeribili e quel sapore acidulo non mi dà fastidio, anzi! Mi piace di più.
Ecco perché quando la mia amica Natasha (una ragazza di origine russa ma ormai diventata una sarda doc) mi ha detto che aveva il lievito madre e me ne ha donato un po’, io ovviamente non ho detto di no. Ed ecco che è iniziata la mia avventura.
Qua sotto trovate dei consigli molto semplici per “rinfrescare” e utilizzare la pasta madre. Non posso aiutarvi nella creazione del lievito perché a me lo hanno donato già pronto per utilizzo ma, se cercate su internet, scoprirete un mondo tutto nuovo fatto di “spacciatori” di pasta madre e di scambio di informazioni e ricette!
CONSERVAZIONE:
Il lievito madre va tenuto in frigo in un contenitore ermetico. Io utilizzo dei barattoli di vetro medio grandi in modo che il lievito possa crescere ed espandersi. Il contenitore deve avere una chiusura ermetica per preservare il lievito dai sapori e dagli odori che gli altri alimenti lasciano nel frigo. Ricordatevi che i contenitori vanno cambiati dopo un certo totale di utilizzi (io lo cambio di media una volta al mese o dopo quattro o al massimo cinque utilizzi).
RINFRESCO:
Il processo di lievitazione è dovuto all’attività dei lieviti, dei microorganismi che trasformano la farina, l’acqua e il sale nell’impasto che conosciamo noi. Noi dobbiamo prenderci cura della pasta madre, dei lieviti che ne fanno parte e, per poterla mantenere viva e attiva, dobbiamo nutrirla, fare in modo che il processo di lievitazione non venga mai interrotto. Quindi una volta ogni 5 giorni o al massimo entro una settimana, l’impasto va nutrito con nuova farina e acqua.
Io di solito tengo il lievito in un barattolo di vetro grande (in modo che il lievito possa crescere ed espandersi) e prima di utilizzarlo, misuro la tara. Quando vado a rinfrescare il lievito per prima cosa lo peso e poi tolgo il peso della tara del barattolo; così ottengo il peso netto del lievito che mi serve come base di partenza per dosare la farina e l’acqua da aggiungere. Ad esempio se il peso totale del lievito madre è di 500 grammi e il peso del barattolo vuoto è di 300 gr, so già che devo rinfrescare circa 200 grammi di lievito madre.
Procedo cosi:
peso il lievito per vedere quanta farina e acqua aggiungere;
peso l’acqua che deve essere la metà del peso del lievito (ad esempio a 100 gr di lievito madre devono essere aggiunti circa 50 grammi di acqua);
metto l’acqua così pesata dentro il barattolo di vetro e mescolo molto bene in modo che il lievito si sciolga nell’acqua;
peso la farina che deve avere lo stesso peso della pasta madre (a 100 grammi di lievito madre corrispondono circa 100 grammi di farina);
aggiungo la farina dentro il barattolo di vetro e mescolo molto bene in modo da creare un impasto;
aspetto mezzora in modo che i lieviti si attivino e continui il processo di lievitazione e poi tappo il barattolo e lo rimetto in frigo.
UTILIZZO:
La pasta madre deve essere utilizzata quando è al massimo della sua potenza. Il che significa che va tolta dal frigo e lasciata acclimatare; di solito ci vogliono circa 4 ore e dipende dalla temperatura esterna. Io ad esempio d’inverno la lascio fuori tutta la notte. Al mattino effettuo il rinfresco prelevando un pochino di lievito che tengo in frigo come scorta per le volte successive (aspetto almeno mezzora prima di rimettere in frigo) e il resto, una volta rinfrescato, lo lascio lievitare a temperatura ambiente sino al raddoppio. e poi lo utilizzo nelle mie ricette.
DIFFERENZA TRA ESUBERO E LIEVITO MADRE RINFRESCATO:
Lievito madre rinfrescato: è la pasta madre che, una volta rinfrescata e lasciata riposare (deve raddoppiare) ha raggiunto il suo massimo di potenza e può venire utilizzata per tutte le ricette che prevedono la lievitazione dell’impasto (pizze, focacce, pane, grandi lievitati, etc).
Esubero di lievito madre: è la parte di pasta madre che “avanza” prima di effettuare il rinfresco. Mi spiego meglio: non sempre si ha il tempo per impastare e panificare ma la pata madre va nutrita/rinfrescata con cadenza almeno settimanale. Di solito io rinfresco circa 50 g di pasta madre (tanto poi continua a crescere in frigo). Il resto non lo butto mai ma lo utilizzo per delle ricette che non hanno bisogno di lievitazione come i crackers o i grissini. ?
CONVERSIONE TRA I DIVERSI TIPI DI LIEVITO:
Questa tabella è molto utile per convertire i diversi tipi di lievito: lievito di birra secco, lievito di birra fresco e lievito madre. Ho riportato il peso in grammi che si utilizza di più.
LIEVITO DI BIRRA SECCO/LIEVITO MADRE: Se volete passare da lievito di birra secco a lievito madre, basta moltiplicare i grammi del lievito di birra secco per 40: infatti ad ogni grammo di lievito di birra secco corrispondono 40 g di lievito madre. Se invece volete passare dal lievito madre al lievito di birra secco, basta dividere i grammi del lievito madre per 40.
LIEVITO DI BIRRA SECCO/LIEVITO DI BIRRA FRESCO: Se volete passare da lievito di birra secco a lievito di birra fresco, basta moltiplicare i grammi del lievito secco per 3: infatti ad ogni grammo di lievito secco corrispondono 3 g di lievito di birra fresco. Se invece volete passare dal lievito di birra fresco al lievito di birra secco, basta dividere i grammi del lievito di birra fresco per 3.
LIEVITO DI BIRRA FRESCO/LIEVITO MADRE: Se volete passare da lievito di birra fresco a lievito madre, basta moltiplicare i grammi del lievito di birra secco per 13: infatti ad ogni grammo di lievito di birra fresco corrispondono 13 g di lievito madre. Se invece volete passare dal lievito madre al lievito di birra fresco, basta dividere i grammi del lievito madre per 13. (Per essere più precisi, il coefficiente esatto è 13,33 ma va bene pure arrotondare). ?
PRECISAZIONI PER QUANDO SI FA LA CONVERSIONE DELLE RICETTE PER UTILIZZARE IL LIEVITO MADRE: Bisogna ricordarsi che la pasta madre contiene già il peso in farina e la metà del peso come acqua; quindi quando si convertono le ricette è necessario modificare anche il peso totale della farina e dei liquidi presenti nella ricetta originale. Ad esempio se in una ricetta son previsti 500 g di farina, 250 ml di acqua e 5 g di lievito di birra, utilizzando la pasta madre dobbiamo utilizzare la tabella considerando che:
a 10 g di lievito di birra corrispondono 200 g di lievito madre
il lievito madre contiene già 200 g di farina e 100 ml di acqua
nella ricetta dovremo usare 300 g di farina (500 g meno i 200 g di farina contenuta nel lievito madre)
nella ricetta dovremo usare 150 ml di acqua (250 ml di acqua – 100 ml di acqua già contenuta nel lievito madre)
Ovviamente poi la ricetta va “aggiustata” perché la consistenza dell’impasto dipende anche dal tipo di farina utilizzata, umidità dell’aria, etc. Queste son indicazioni utili a convertire al meglio le ricette. ?
CONSIGLI:
Quando preparate l’impasto, ricordatevi sempre che il sale (che agisce sul processo di lievitazione) va aggiunto sempre per ultimo.
Io utilizzo la pasta madre per preparare focacce, pizze e panini. Molte ricette son state scritte con utilizzo del lievito di birra fresco. Per la conversione utilizzate il metodo che vi ho spiegato qua sopra. Cercherò di riscrivere le ricette con l’utilizzo del lievito madre sotto nella sezione CONSIGLI di ciascuna ricetta. Ecco un esempio di ricette preparate con utilizzo del lievito madre:
Pizza o focaccia! Le mangerei sempre! A colazione, merenda, pranzo e cena! Che bontà! 🙂
Ultimamente per motivi di allergia, ho dovuto rinunciare al pomodoro quindi addio pizza… Che tristezza!
Però io mi consolo con la focaccia! E vi dirò che mi piace molto. E’ buona con olio sale e origano, ma anche con rucola e grana… Una delle mie preferite! Vi prometto che posterò anche le ricette delle altre varianti (con zucchine, peperoni, melanzane, etc).
E posso mangiarne a volontà! Gli ingredienti son assolutamente senza lattosio; quindi anche per la mia intolleranza al lattosio va benissimo!
3 cucchiai di acqua naturale a temperatura ambiente
grana padano o parmigiano reggiano sopra i 36 mesi ridotto in scaglie
un rametto di rucola
sale q.b
origano q.b.
PREPARAZIONE:
Preparare l’impasto base secondo una delle due ricette che trovate nel link sopra. Io di utilizzo impasto con lievito madre perché lo trovo più digeribile anche se devo prepararlo il giorno prima. Se invece siete di fretta o avete poco tempo a disposizione, potete optare per l’impasto base con lievito di birra.
Stendere l’impasto base lievitato con l’aiuto dei polpastrelli, dare forma rettangolare e posizionarlo nelle teglie.
Adesso bisogna guarnire la focaccia. Con le dita fare delle fossette. Cospargere la focaccia col sale e poi aggiungere 3 cucchiai di olio evo e 3 cucchiai di acqua naturale (serve affinché la focaccia non si asciughi troppo durante la cottura al forno e infine l’origano. Infornare a temperatura massima e prima di toglierla, controllare che sia ben cotta, soprattutto nel fondo.
Ora non resta che condirla con rucola e le scaglie di grana e mangiarla!
Buon appetito!
CONSIGLI:
forno: vi consiglio temperatura massima ma anche di seguire le istruzioni del vostro forno. Ad esempio, il forno di mia mamma cuoce benissimo le pizze alla temperatura massima con la funzione ventilato. Il mio forno invece, le cucina bene alla massima temperatura con forno statico, salvo poi poggiarle due minuti nella parte bassa del forno.
spessore focaccia: io la faccio medio-fine però è buonissima anche lasciata più grossa e aggiungendo tanto olio e acqua stile focaccia genovese oppure lasciandola più fine e cucinandola con olio evo, pomodori tagliati a metà e olive (simile alla focaccia barese).
E’ sabato e fuori nevica…
Tutto tace… Tanta calma… Voglia di stare a casa davanti al camino con un bel libro in mano, una tisana o una cioccolata calda e… Una bella torta all’arancia e cioccolato fondente che profuma di cannella! 🙂 Vi ispira?
Ho trovato ricetta della torta arancia senza uova sul web, sul blog Giallo Zafferano sotto le ricette di Mam. Devo ammettere che ero curiosa di provarla perchè ho letto che era senza burro e uova… Volevo capire com’era e che consistenza aveva. E vi dico che è venuta davvero bene. Ecco il link alla ricetta originale:
E ora eccovi la mia versione! Ammetto di averla stravolta un po’! Ho aggiunto la cannella, il cioccolato fondente e il latte di riso… Tutti ingredienti concessi a noi intolleranti al lattosio. Potete preparare la torta senza problemi! Di lattosio nemmeno la traccia!
Ultimissima cosa… Questa torta è davvero facilissima da preparare… Nessun uovo, nessun albume da montare a neve…
Provatela e poi mi direte!
INGREDIENTI:
300 gr di farina 00
200 gr di zucchero di canna
100 gr di olio di oliva evo
150 gr di latte di riso
1 arancia (scorza grattugiata)
2 arance (succo)
1 bustina di vanillina
1 bustina di lievito Bertolini “ottimi dolci”
50 gr di cioccolato fondente a scaglie
1 cucchiaino di cannella in polvere
PREPARAZIONE:
In una insalatiera o recipiente capiente, mescolare tutti gli ingredienti non liquidi: la farina, lo zucchero, il lievito, la vanillina.
Aggiungere la scorza d’arancia, poi il succo delle due arance e mescolare bene.
Aggiungere il latte di riso (lentamente e mescolando tutte le volte in modo che non si creino grumi). Una volta finito col latte di riso, fare la stessa cosa con l‘olio evo.
Poi bisogna aggiungere la cannella e il cioccolato fondente ridotto in scaglie e mescolare bene.
Ora la torta è pronta da infornare. E’ necessario foderare e preparare la tortiera. Qua trovate il link: come foderare la tortiera con carta da forno
La torta va messa al forno: Io la cucino con forno statico a 175°C per circa 30 – 40 minuti. Però ognuno conosce il suo forno! Vedete voi! 😉 Solito consiglio… La torta è cotta quando, pungendola con uno stuzzicadenti o uno spiedino in legno, questo fuoriesce pulito.
Torta arancia cioccolato fondente senza uova senza lattosio
Ed eccola qua! Buona merenda! 🙂
CONSIGLI:
cannella: io ne uso parecchia perché mi piace e penso che con arancia e cioccolato ci stia molto bene. Se non vi piace potete anche non metterla! Non è essenziale!
latte di riso: io lo utilizzo per fare dolci al posto del latte “normale” perché è senza lattosio e mi piace la consistenza soffice della torta. La ricetta originale prevede 150 gr d’acqua… Di sicuro così è molto più leggera! Oppure potete usare il latte delattosato.
Questa torta è ottima per merenda, accanto ad una tazza di thè o di cioccolata calda (cliccate sopra e trovate la mia ricetta di cioccolata senza lattosio).
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