Archivio annuale: 2020

Cheesecake nocciolata e mascarpone

Cheesecake nocciolata e mascarpone

Cheesecake nocciolata e mascarpone…

Ho iniziato a collaborare con la 3A Latte Arborea S.C.A., l’azienda sarda più importante nella produzione del latte e dei suoi derivati e che ha una Linea AD interamente dedicata a noi intolleranti al lattosio.  

Se cliccate su questo link (3A Latte Arborea S.C.A.) trovate un articolo dove vi parlo di questa azienda, dei suoi valori e progetti e capite perché son molto contenta di collaborare con loro. ?

Utilizzo questi prodotti da parecchi anni e ho in mente un sacco di ricette da provare e pubblicare… Riproporrò alcune ricette sarde in chiave “senza lattosio” ma voglio anche sperimentare e provare qualcosa di nuovo e di diverso. ?

Ma ora per rompere il ghiaccio e partire con la prima ricetta (e visto il caldo di questi giorni) ho pensato di preparare la cheesecake nocciolata e mascarpone. L’idea mi è venuta quando ho visto la pubblicità del cornetto Algida! ??? Strato di biscotto al posto della cialda, uno strato bianco col mascarpone al posto del gelato alla panna, la nocciolata e la granella di nocciole per guarnire. 

Burro-senza-lattosio-Arborea

Per la base ho utilizzato il burro senza lattosio (lattosio residuo inferiore allo 0,1%). Come consistenza e sapore è del tutto simile a quello normale. A casa lo utilizziamo spesso anche per la besciamella e nessuno si è mai lamentato della differenza.

Mascarpone-senza-lattosio-Arborea

Per preparare la crema invece ho utilizzato il mascarpone senza lattosio, buono e cremoso, anche questo con lattosio residuo inferiore allo 0,1%). Per non eccedere troppo con i delattosati, ho scelto una panna da montare totalmente senza lattosio ma con le sole proteine del latte.   

E per guarnire ho aggiunto la nocciolata completamente senza latticini e la granella di nocciole. 

Con questi ingredienti la cheesecake nocciolata e mascarpone non dovrebbe dare problemi alla maggior parte degli intolleranti al lattosio come me. 

E ora ecco la ricetta! ?

INGREDIENTI:

Per la base

  • 200 g di biscotti secchi 
  • 125 g di burro senza lattosio (lattosio residuo inferiore allo 0,1%)
  • 50 g di zucchero semolato

Per la crema

  • 250 g di mascarpone senza lattosio (lattosio residuo inferiore allo 0,1%)
  • 250 g di panna da montare senza lattosio 
  • 100 g di zucchero semolato
  • 8 g di colla di pesce

Per guarnire

  • 270 g di nocciolata senza latticini (1 barattolo)
  • Granella di nocciole q.b.

Altro

  • Tortiera con cerniera da 25 cm di diametro

PREPARAZIONE:

Base

Sciogliere il burro senza lattosio. Tritare i biscotti secchi, aggiungere lo zucchero e il burro senza lattosio fuso. Mescolare bene. Foderare la tortiera con la carta da forno e mettere l’impasto di biscotti secchi sul fondo, schiacciando e livellando con l’ausilio di un cucchiaio. Coprire bene con la pellicola da cucina e mettere a rassodare in frigo per circa mezzora.

Crema

Nel frattempo ammorbidire la colla di pesce in acqua fredda. Mettere da parte 2 – 3 cucchiai di panna fresca e montare il resto a neve ben ferma. Aggiungere lo zucchero, mescolare e poi aggiungere il mascarpone senza lattosio a poco a poco mescolando con delicatezza. Riscaldare la panna fresca rimasta e aggiungere la colla di pesce ben strizzata. Mescolare finché non si scioglie e aggiungere alla crema mescolando bene. 

Togliere la tortiera dal frigo, aggiungere la crema, livellare bene con l’ausilio di un cucchiaio o di una spatola, coprire bene con pellicola da cucina e mettere in frigo per circa 4 ore (mezzora in freezer se siete di fretta)

Riscaldare leggermente la nocciolata nel microonde (o a bagnomaria) e aggiungere alla cheesecake. Livellare bene, aggiungere la granella di nocciole e lasciar riposare la cheesecake nocciolata e mascarpone in frigo per almeno un’oretta prima di servire.

Cheesecake nocciolata e mascarpone_A

CONSIGLI:

  • Panna da montare: ho scelto una versione completamente senza lattosio per non “appesantire” questa ricetta con troppi delattosati perché altrimenti rischio che mi faccia stare male. In commercio trovate delle versioni completamente vegetali o con le sole proteine del latte che non danno fastidio a noi intolleranti al lattosio (vi ricordo che il lattosio è uno zucchero) ma son pericolose per chi appunto è allergico alle proteine del latte.
  • Mascarpone senza lattosio: per alleggerire ulteriormente dai latticini, potete sostituire il mascarpone senza lattosio con un formaggio spalmabile vegetale.

3A Latte Arborea SCA

3A Latte Arborea SCA

Arborea, the italian dairy company since 1956

Ebbene sì! Ho iniziato a collaborare con quella che è l’azienda sarda più importante e più conosciuta per la produzione e la vendita del latte e dei suoi derivati: la 3A Latte Arborea S.C.A. ???

Vi confesso che, da intollerante al lattosio, son davvero felice di poter iniziare questa collaborazione perché utilizzando da tantissimi anni i loro prodotti li conosco bene e li trovo ottimi e di qualità.
La 3A Latte Arborea S.C.A., già nel lontano 2006, aveva una linea dedicata a noi intolleranti al lattosio e grazie a loro prodotti noi non siamo più costretti a rinunciare a tantissimi piatti, soprattutto quelli della tradizione culinaria sarda che son fantastici e che io adoro (culurzones, sevadas, pizzudos, ma anche i tantissimi dolci come sas angulas o pardulas per citarne solo alcuni). Ma prima di svelarvi quali son i prodotti, vi racconto un po’ di questa azienda, della sua storia, dei suoi valori e soprattutto dei suoi progetti che io ho trovato davvero interessanti. ?

La 3A Latte Arborea S.C.A., nata come cooperativa di produttori nel lontano 1956, nel tempo si è ingrandita e evoluta riuscendo a mantener fede a quelli che son i suoi principi: la cooperazione e l’utilizzo di materie prime locali (tutti i prodotti Arborea derivano dall’utilizzo al 100% del solo latte sardo). Oggi è una realtà moderna e proiettata verso il mercato non solo regionale ma nazionale e estero e offre una vasta scelta di prodotti che accontenta le esigenze di tutti.

I VALORI:

L’ISPIRAZIONE CHE CI GUIDA OGNI GIORNO È LA TERRA DOVE LA NOSTRA STORIA HA AVUTO INIZIO.
Perché crediamo nella natura che nutre il benessere degli animali e delle famiglie che la abitano. Lavoriamo per l’eccellenza del nostro latte e dei nostri prodotti ogni giorno, investendo su controlli e certificazioni che iniziano dalle nostre stalle e arrivano fino a voi.

  • Benessere degli animali
  • Filiera certificata
  • Crescita e benessere degli allevatori
  • Sostenibilità ambientale
  • Qualità dei prodotti

Questi son i valori che guidano l’operato di questa azienda e che contribuiscono alla creazione di prodotti gustosi e di elevata qualità.

I PROGETTI

Il nostro punto di forza è la Cooperazione, per questo supportiamo progetti educativi e attività sociali che abbiano ricadute positive sul territorio.

Conosciamo tutti la 3A Latte Arborea S.C.A. per i suoi prodotti ma non tutti sanno che questa azienda promuove o partecipa a diversi progetti educativi e che meritano di essere citati e conosciuti. 

  • Educazione alimentare nelle scuole: questo è un progetto che la Arborea porta avanti da tantissimi anni. Seguendo il protocollo regionale e avvalendosi di esperti, vengono attivati degli incontri nelle scuole primarie dove si parla di buona alimentazione e di alimentazione consapevole con la distribuzione di materiale informativo per famiglie e insegnanti.
  • Visite guidate per scoprire e conoscere tutta la filiera del latte, dalla azienda agricola al caseificio. La 3A Latte Arborea S.C.A. apre le porte dei suoi stabilimenti alle scuole e ai visitatori offrendo una giornata interessante dove si imparano parecchie cose sull’azienda agricola, sul latte, sulla sua trasformazione e sui prodotti. Come faccio a saperlo? Perché l’Arborea ci tiene tantissimo e io, come parecchi bimbi sardi, ho avuto il piacere di effettuare il tour educativo già due volte mentre ero a scuola. Ecco magari ci faccio un pensierino per visitare l’azienda da adulta, che dite? ?
  • Progetto Crea: è il progetto Crea Educazione del Prof. Lorenzo Braina che offre a famiglie, scuole e comuni dei percorsi di educazione come metodo crescita e di sviluppo sociale. 
  • Progetto Pediatria in partnership con l’ospedale Neonatale di Cagliari. Devo ammettere che non conoscevo questo progetto ma tra tutti è quello che mi è piaciuto di più. ???La 3A Latte Arborea S.C.A. mette a disposizione le sue conoscenze e i suoi laboratori dove vengono effettuate analisi specialistiche sul latte materno destinato ai neonati prematuri in modo che possa essere integrato in caso di carenze.
  • Cagliari calcio: son gli sponsor della nostra squadra sarda del cuore. Come non esserne orgogliosi? Anche perché oltre al supporto alla squadra lavorano a contatto con la Scuola di Tifo del Cagliari dove sensibilizzano i giovani atleti su una sana attività fisica e sulla alimentazione consapevole ed equilibrata.

I PRODOTTI

Tra i punti di forza di questa azienda, oltre alla qualità dei suoi prodotti e l’ampia offerta differenziata in base alle esigenze della clientela (come per noi intolleranti al lattosio), troviamo anche la sua rete di distribuzione e la sua capillarità; in qualsiasi centro della Sardegna, anche il più piccolo, è possibile trovare e acquistare i prodotti, anche quelli senza lattosio. E non è una cosa banale o scontata. Per me che son intollerante al lattosio saper di poter contare sempre sul burro, sul latte, sullo yogurt o su un qualsiasi altro latticino senza lattosio non è cosa da poco e mi permette di poter mangiare o cucinare senza problemi o rinunce.

Se non siete intolleranti al lattosio potete trovare e acquistare tantissimi prodotti, praticamente tutti i derivati del latte: yogurt, burro, panna, mozzarelle, formaggi freschi e stagionati e il latte stesso in versione intero, scremato, parzialmente scremato e fresco. Se cliccate sul link trovate tutte le informazioni. Io non mi dilungo troppo perché voglio parlarvi subito della linea dedicata a noi intolleranti al lattosio. ?

PRODOTTI SENZA LATTOSIO

La LINEA AD Alta Digeribilità è dedicata ai prodotti senza lattosio

La parte descrittiva è perfetta: in parole chiare e semplici spiega cos’è l’intolleranza al lattosio, come avviene la trasformazione del lattosio durante la produzione e, soprattutto, ribadisce che durante la trasformazione, i prodotti delattosati mantengono inalterate tutte le caratteristiche di gusto e di sapore (vi ricordo che c’è ancora chi pensa che questi prodotti siano “strani” o dietetici). 

Si tratta di una linea specifica, pensata per chi manifesta un’intolleranza allo zucchero principale del latte o che ha difficoltà nel digerirlo.
In particolare nei prodotti della linea AD Arborea, il lattosio viene scisso nei due zuccheri semplici – glucosio e galattosio – più facilmente assimilabili e quindi più facili anche da digerire per il nostro organismo.

Le persone intolleranti al lattosio infatti presentano una carenza di lattasi, l’enzima presente nel nostro organismo che ha il compito di dividere il lattosio nei suoi componenti più semplici. L’intolleranza al lattosio provoca infatti una difficoltà di digestione che – grazie alle moderne tecniche all’avanguardia utilizzate da Arborea – viene risolta riducendo al di sotto dello 0,1% la presenza di lattosio.

Il latte delattossato mantiene inalterate le preziose e fondamentali caratteristiche del latte, nonché il suo sapore e la sua naturale bontà. Lo stesso discorso vale anche tutti i prodotti derivati dal latte – come formaggi e latticini – trasformati e lavorati con le stesse tecniche in alimenti ad alta digeribilità.

La Linea AD offre tantissimi prodotti (ad accezione della panna son presenti tutti gli altri latticini) e tutti hanno una percentuale di lattosio residua al di sotto dello 0,1%. Io li utilizzo da sempre e li trovo ottimi sia come consistenza che come sapore. Un’altra cosa che apprezzo è il packaging che è molto differenziato e la capillarità della distribuzione: non ho l’ansia di fare la spesa e di fare scorta quando vado nei grandi centri perché son presenti nella maggior parte dei banchi frigo di negozi e market di tutti (o quasi tutti) i comuni sardi, anche nei piccolissimi centri. ? E c’è davvero un’ampia scelta: latte, yogurt, mozzarelle, ricotta, Dolce Sardo (è un formaggio buonissimo) e anche il mascarpone! ??? Praticamente trovo tutto quello che mi serve a nemmeno 50 m da casa. 

Latte senza lattosio Arborea

Latte senza lattosio

E’ un latte di qualità e, nonostante sia senza lattosio, conserva tutte le caratteristiche e il sapore del latte cosiddetto “normale”. Lo utilizzo in cucina per la preparazione di tantissimi piatti, soprattutto per le creme e la besciamella. E’ un latte parzialmente scremato che trovo anche in versione fresco e UHT. Viene venduto in confezioni da 1 litro e da 1/2 litro (confezione molto comoda, almeno per me). E’ il latte che trovate in tantissimi bar della Sardegna e il cappuccino senza lattosio preparato con questo latte è buonissimo. ?

Mozzarella senza lattosio

La trovo in confezione singola, in confezione da 3 e in un comodo panetto da pizza. Gli usi? Son quelli tipici della mozzarella: insalatone, pizza e tante tante torte salate. ? 
Consistenza e sapore son perfetti ed è davvero buona.

Yogurt senza lattosio

Si trova in versione bianco, alla frutta (fragola e banana) e in confezioni da 200 ml in versione “da bere” che son utili da portare dietro quando sei fuori casa (in questa versione il mio preferito è quello alla pesca). La consistenza è cremosa e son perfetti per salse, mousse, frullati (il mio must dell’estate) o per la preparazione di dolci. 

Burro senza lattosio

Assolutamente perfetto! Nulla da invidiare a quello con il lattosio. Stessa consistenza, stessi grassi. Lo uso tantissimo in cucina, soprattutto per dolci e per la besciamella. E’ venduto in confezioni da 125 g.

Ricotta senza lattosio

Questa ricotta è stata un po’ la mia salvezza e ci son particolarmente affezionata. ? Mi ha permesso di poter gustare finalmente tantissimi piatti della tradizione sarda: da sas angulas (dolci buonissimi col ripieno di ricotta) a sos culurzones de arrescottu (ravioli di ricotta tradizionali). E’ una ricotta saporita, cremosa (non acquosa) e la utilizzo in tantissime ricette sia dolci che salate. E’ venduta in confezioni da 250 g.

Dolce Sardo senza lattosio

E’ un formaggio a pasta molle, aromatico e dal sapore inimitabile. Ottimo come secondo piatto e buono all’interno di ricette salate. A me piace un sacco e poi oltre alla forma intera, lo si trova in confezione da 150 g, davvero comoda.

Mascarpone senza lattosio

Anche questa è stata una bella conquista! Il mascarpone è un formaggio fresco e cremoso e, tiramisù a parte (che io adoro) si può utilizzare in tante ricette, anche salate. Averlo in versione senza lattosio è davvero fantastico. La confezione da 250 g è equa: non troppo grande né troppo piccola. 

RICETTE:

 

Pesto di zucchine

Pesto di zucchine…

Siamo già arrivati a luglio e, come diceva sempre mia nonna, quando arrivano i giorni di Santu Antine (festa tradizionale sarda, a cavallo tra paganesimo e cristianesimo) arrivano anche i giorni più roventi dell’anno. Ed è proprio così! ? Caldo che a giorni diventa disumano e rovente e io che lo soffro tantissimo ho poca voglia di stare davanti ai fornelli. ?

E io mi adeguo e cerco di sopravvivere! ??? 
Ho archiviato idee belliche su dolci e piatti complicati e son passata ad una alimentazione più fresca e leggera. E poi ho l’orto in piena produzione. Mentre aspetto che maturino pomodori e ravanelli, qua è il turno delle zucchine. Le adoro e le cucino in tantissimi modi; penso siano tra gli ortaggi più versatili in cucina e, ora che li produce il mio orto e previo lavaggio accurato, le posso consumare anche a crudo. ?

Di solito preparo un carpaccio di zucchine ma stavolta ho deciso di provare il pesto con zucchine crude. E’ fresco, profumato, delizioso e perfetto per condire la pasta per spalmarlo sui crostini di pane.

Prima di utilizzare le zucchine a crudo (ma io lo faccio con qualsiasi altra verdura sinceramente) le lascio in ammollo con acqua e bicarbonato di sodio per circa una mezzoretta. Poi risciacquo e asciugo e le zucchine son pronte per esser utilizzate. ?

Il pesto di zucchine contiene un pochino di formaggio stagionato grattugiato (lattosio in tracce) e dovrebbe essere adatto a tutti gli intolleranti al lattosio come me. Se non tollerate nessun latticino, potete anche ometterlo senza problemi.

E ora ecco la ricetta! ?

INGREDIENTI:

  • 1 zucchina di circa 200 g
  • 5 – 6 foglie di basilico
  • 20 g di formaggio grattugiato stagionato (lattosio in tracce)
  • 10 g di noci sgusciate
  • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 1 cucchiaio di succo di limone
  • Sale fino q.b.
  • Pepe nero q.b.

PREPARAZIONE:

Tagliare le parti superiore e inferiore della zucchina precedentemente lavata e affettare la restante parte a rondelle.

Aggiungere il basilico (lavato e asciugato), le noci sgusciate, il succo di limone e l’olio extravergine di oliva. Condire con sale fino e pepe nero e frullare. Aggiungere il formaggio stagionato grattugiato e mescolare bene.

CONSIGLI:

Io utilizzo il pesto di zucchine per condire la pasta o i ravioli. Si può spalmare sui crostini di pane oppure e delizioso per condire o accompagnare i secondi di pesce.

 

Coccoi de corcoriga (Pane di zucca)

Coccoi de corcoriga (Pane di zucca)

Coccoi de corcoriga (Pane di zucca)…

Buon sabato! ?

Come state? Per me è una giornata “strana”, uggiosa e son perseguitata da una stanchezza e un mal di testa persistenti che mi hanno permesso di fare ben poco. O forse è un segnale che mi manda il mio corpo per fermarmi un attimo e riposare. O sarò meteoantipatica pure io e questa giornata buia e noiosa non mi piace granché. Insomma… Avevo in mente di fare chissà cosa e invece non ho fatto nulla. ? Solo la coccoi de corcoriga (pane di zucca).

E’ una ricetta sarda originaria dell’Ogliastra e la traduzione letterale è proprio pane di zucca. La preparazione è davvero molto semplice e, come la maggior parte dei piatti rustici e della tradizione contadina, è una vera scoperta di sapori e profumi, nonostante si utilizzino davvero pochi ingredienti.

La ricetta della coccoi de corcoriga (pane di zucca) che vi presento non è la versione originale o tradizionale ma è una mia rivisitazione; ho tolto completamente i latticini (formaggio) e ho aggiunto un trito di erbe aromatiche per profumare un po’. Nella ricetta tradizionale si differenzia tra coccoi de corcoriga preparata con la zucca gialla e coccoi de corcorigheddos preparata con le zucchine. Nella mia ricetta ho utilizzato un mix zucca/zucchina, è presente la cipolla e ho aggiunto anche i pomodori.

L’altro ingrediente fondamentale e la semola rimacinata; io ho utilizzato il semolato semi integrale de Il Raccolto di Merea, un prodotto davvero ottimo e che gli conferisce un aspetto più “rustico” e un colore più ambrato.

E ora veniamo alla solita questione spinosa delle ricette tradizionali o delle nonne: la quantità! Qua si usa tantissimo fare “ad occhio” e quindi non è facile capire come comportarsi e quanti grammi di ogni singolo ingrediente vanno utilizzati. Utilizzando poi diversi tipi di semola o di zucca (quella che utilizzo io ha la polpa più soda e meno acquosa rispetto alla zucca classica), dare le quantità esatte non è semplice. La cosa fondamentale della ricetta della coccoi de corcoriga (pane di zucca) è che l’impasto deve risultare appiccicoso e non troppo duro. Io vi consiglio di mettere il semolato in una ciotola e aggiungerlo a poco a poco in modo che possiate regolarvi di conseguenza.

La coccoi de corcoriga (pane di zucca) nella mia versione è completamente senza latticini, adatta agli intolleranti al lattosio come me e a chi ha fatto una scelta vegana. ?

E ora ecco la ricetta!

INGREDIENTI:

  • 210 g di zucchine
  • 150 g di polpa di zucca gialla
  • 150 g di pomodori datterini
  • 60 g di cipolla
  • 140 – 150 g circa di semolato semi integrale
  • 50 g di olio extravergine di oliva
  • 1 rametto di rosmarino
  • 2 foglie di salvia
  • 2 foglie di alloro
  • 2 -3 foglioline di menta
  • 2 – 3 rametti di timo
  • Sale fino q.b.

PREPARAZIONE:

Con la parte meno sottile della grattugia, grattugiare la zucca gialla e le zucchine. Tagliare i pomodori a cubetti piccoli. Le dosi che ho indicato tra gli ingredienti son quelle al netto degli scarti, quindi per quanto riguarda le zucchine al netto delle sommità superiore e inferiore e per la cipolla al netto della buccia. Per la zucca gialla si intende solo la polpa, al netto della buccia e della parte interna con i semi.

Tritare le erbe aromatiche molto fini (io utilizzo una mezzaluna). Successivamente, sempre con l’ausilio della mezzaluna, tritare molto sottile la cipolla.

In un recipiente versare le verdure grattugiate e le erbe aromatiche e mescolare bene. Aggiungere il semolato semi integrale a poco a poco, mescolando bene in modo che venga assorbito dall’impasto. L’impasto finale deve essere appiccicoso e non troppo asciutto.

Aggiungere l’olio extravergine di oliva e dare un’ultima mescolata.

Foderare una teglia da cucina con la carta da forno (io ho utilizzato una teglia tonda con diametro di 33 cm circa) e versare l’impasto distribuendolo bene e livellandolo con un cucchiaio. Non deve essere troppo spesso, giusto 3 o 4 mm.

Cucinare con forno ventilato a 175°C per circa 25 – 30 minuti o finché la coccoi de corcoriga (pane di zucca) non è dorata in superficie.

Togliere dal forno e lasciar riposare un’oretta circa prima di servire, così la coccoi de corcoriga (pane di zucca) sarà bella soda e compatta.

CONSIGLI:

  • verdure: si può preparare anche solo con zucca o con zucchine. Oppure con un mix zucchine, cipolla e carote. In questo caso, variando il quantitativo di acqua contenuto nelle singole verdure, va variata anche la quantità di semolato necessaria.

  • utilizzi: la coccoi de corcoriga (pane di zucca) è buona come pranzo o spuntino veloce. Tagliata a spicchi va benissimo come antipasto.

Oleolito di iperico

Oleolito di iperico…

Il bello di vivere in campagna, circondata dal verde e… Non saper conoscere nemmeno le piante che hai intorno! ??? Sì, quella sono io! Lo confesso! Son nata e cresciuta in un piccolo paese di montagna, andata via per università e lavoro e poi son tornata a vivere qua al paesello. Sino a poco tempo fa pollice nero assurdo e poi non so perché, se per l’età o per curiosità (io propendo più per questa?) ho iniziato a interessarmi delle piante e del verde che avevo intorno. Prima con i gerani, poi è stata la volta delle erbe aromatiche (che ho sempre utilizzato ma non avevo mai coltivato) e ora mi è venuta la curiosità di conoscere meglio le erbe e le piante spontanee e riscoprire quali sono le loro proprietà.

In questi giorni di fine primavera e inizio estate è un tripudio di fiori e di colori (sì anche di insetti purtroppo! ?‍♀️Alcuni carini e altri molto meno??) e nelle mie “micropasseggiate” mi son imbattuta spesso in una pianta dai bellissimi fiori gialli: l’iperico di cui ignoravo completamente le caratteristiche e le proprietà. O meglio, conosco le proprietà dell’erba di San Giovanni, ma sinceramente credevo che fosse un’erba rara e poco diffusa. E invece no! Qua nella campagna dietro casa mia è pieno ed è in piena fioritura. Guardate che bello! 

Iperico

L’iperico, detto anche erba di San Giovanni perché il massimo della sua fioritura è proprio il 24 giugno (giorno di San Giovanni e del solstizio d’estate) è sempre stata considerata un’erba “magica” o dalle molteplici qualità curative. In effetti è un buon antibatterico, cicatrizzante per ferite, eritemi e ustioni, antimicotico, lenisce il dolore da puntura di insetti, aiuta a schiarire le macchie della pelle, viene utilizzato per attenuare i segni dell’acne e contro la secchezza e l’invecchiamento cutaneo. Per le sue proprietà rigeneranti è ottimo anche se utilizzato per impacchi sui capelli o per le unghie.

Il metodo più conosciuto per poter utilizzare l’iperico è tramite la preparazione dell’oleolito. I fiori vanno raccolti nei momenti più caldi del giorno (in modo che siano belli asciutti) e poi vanno messi a macerare per 40 giorni nell’olio di oliva dove rilasceranno tutte le loro proprietà. Successivamente l’oleoito di iperico va filtrato e conservato in bottigliette di vetro scuro in modo che non inacidisca.

L’oleolito di iperico ha numerose proprietà curative ma deve essere utilizzato con cautela. Ecco alcune raccomandazioni:

  • anche se si utilizza l’olio di oliva, questa preparazione è solo per uso esterno: quindi non va assolutamente ingerito!
  • Ha un effetto fotosensibilizzante e le parti trattate con l’oleolito di iperico non vanno esposte al sole. Se intendete utilizzarlo per schiarire delle macchie ad esempio, meglio farlo d’inverno e utilizzare una protezione solare adeguata.
  • Come tutti i rimedi casalinghi, è utile per piccole ferite o ustioni ma se queste fossero estese o se una puntura d’insetto dovesse essere particolarmente fastidiosa o iniziare a dar segni seri di allergia o gonfiore, è sempre meglio recarsi dal medico.

INGREDIENTI:

  • 500 ml circa di olio extravergine di oliva
  • 130 gr circa di fiori di iperico appena raccolti
  • 1 barattolo di vetro
  • 2 – 3 gocce di vitamina E (tocoferolo) – non obbligatorio

PREPARAZIONE:

Raccogliere i fiori d’iperico nelle ore più calde in modo che siano asciutti. Scegliere le piante con i fiori ben aperti ma non secchi o sfioriti.

Tagliare le sommità dei fiori e metterle dentro un vaso di vetro schiacciandole leggermente. Coprire con l’olio di oliva, tappare e esporre al sole per circa 40 giorni avendo cura di ritirare i vasetti durante la notte lasciandoli in un posto caldo e asciutto.

Trascorsi i 40 giorni i fiori avranno rilasciato le loro proprietà nell’olio di oliva che avrà assunto un colore rossastro. Filtrare una o più volte con una garza e conservare nelle bottigliette di vetro scuro. E’ possibile aggiungere qualche goccia di Tocofenolo (vitamina E) che impedisce o ritarda l’inacidimento dell’oleolito di iperico.

CONSIGLI:

  • variante 1: c’è chi durante l’esposizione al sole sostituisce il tappo del barattolo con una garza fissata con un legaccio o un elastico (dovrebbe servire per far evaporare l’eventuale acqua contenuta nei fiori). Io ho preferito raccogliere i fiori durante le ore più calde del giorno e seguire la ricetta tradizionale.
  • Inacidimento: potrebbe capitare che l’oleolito di iperico col tempo si inacidisca. Se notate odori strani o di stantio non utilizzatelo. Mettete una etichetta con la data in cui l’avete preparato così vi rendete conto del tempo che è passato oppure aggiungete il tocoferolo.
  • Ricetta: come tutte le ricette tradizionali (o quasi tutte) si va ad occhio. Ho chiesto a più persone ed è stato difficile risalire alle giuste proporzioni degli ingredienti che comunque son indicative. Di solito si riempie un vaso con i fiori schiacciandoli leggermente e si utilizza il quantitativo di olio di oliva necessario a ricoprire i fiori. Questo è quello che mi è stato detto da tutti quelli a cui ho chiesto.
  • Utilizzi: a parte come rimedio casalingo per piccole ustioni, eritemi solari, punture di insetto etc (spero di non averne bisogno sinceramente! ???) vorrei utilizzare l’oleolito di iperico per fare impacchi per i capelli o in aggiunta agli altri oli o creme per idratare la pelle di corpo e viso. Son curiosa di provarlo anche per le macchie della pelle. Vi dirò se funziona. ??

Linguine con sugo di moscardini

Linguine con sugo di moscardini

Linguine con sugo di moscardini…

E lo so! Ci son cascata di nuovo. Dopo i moscardini in umido della scorsa settimana, ieri li ho presi nuovamente. Stavolta ho deciso di preparare un semplicissimo sugo con cui condire la pasta e devo dire che le linguine con sugo di moscardini erano davvero deliziose.

Come dico spesso, quello che fa la differenza è la qualità degli ingredienti: i moscardini erano freschissimi, al posto della passata ho utilizzato dei pomodori maturi che avevo in frigo e come condimento olio extravergine di oliva, aglio e prezzemolo tritato. E l’aggiunta di peperoncino ovviamente! ??? Ne è venuto fuori un primo piatto buono, profumato e che è piaciuto a tutti.

Le linguine al sugo di moscardini son completamente senza lattosio, adatte a tutti gli intolleranti al lattosio come me.

E ora ecco la ricetta! ?

INGREDIENTI:

  • 1 kg di moscardini
  • 600 gr di pomodori datterini
  • 250 gr di pasta (linguine)
  • 50 ml circa di vino bianco secco
  • 2 spicchi d’aglio
  • 3 – 4 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • Peperoncino q.b.
  • Prezzemolo q.b.
  • Acqua bollente q.b.

PREPARAZIONE:

Con un paio di forbici, staccare il corpo dalla testa dei moscardini e togliere le interiora. Dalle testa tagliare via la parte con gli occhi e togliere il dente. Lavare bene e mettere a scolare.

In una padella soffriggere gli spicchi  d’aglio tagliati in due con l’olio extravergine di oliva e successivamente aggiungere i moscardini. Soffriggere bene, aggiungere un po’ di sale fino e il vino bianco. Lasciar evaporare la parte alcoolica e poi aggiungere i datterini precedentemente tagliati a pezzetti e frullati. Aggiungere poca acqua bollente, un pizzico di peperoncino e cucinare col tappo e a fuoco dolce per circa 40 minuti.

Nel frattempo cucinare le linguine togliendole un minuto prima del tempo indicato nella confezione. Scolarle e aggiungerle al sugo di moscardini, facendole saltare in padella per un paio di minuti.

Condire con prezzemolo tritato e servire caldo.

CONSIGLI:

  • Peperoncino: a me piace tantissimo e ne abbondo. Non ho indicato la quantità perché cambia in base alle persone o al tipo di peperoncino utilizzato. Potete iniziare mettendone poco e poi aggiungerlo a fine cottura.
  • Cottura: il segreto dei moscardini in umido è una cottura lenta e a fuoco dolce. Solo così verranno morbidi e saporiti.

Pesto di foglie di ravanelli

Pesto di foglie di ravanelli

Pesto di foglie di ravanelli…

Ma voi lo sapevate che le foglie dei ravanelli son buonissime e si utilizzano in tantissime ricette? Ecco, io fino a poco tempo fa lo ignoravo completamente! ?

Ricordo che mangiavo i ravanelli da bambina e che li raccoglievo nell’orto di casa ma poi, non so perché, ho smesso di mangiarli e li ho completamente rimossi. Tempo fa me li ha regalati il mio amico fruttivendolo e devo dire che mi son piaciuti un sacco ma le foglie… Le avevo buttate! Lo confesso. ?

E invece devo dire che non son solo commestibili, ma son buonissime! ?Ma l’idea di utilizzarle in cucina e di farci un pesto non è mia; la ricetta mi è stata suggerita dalla bravissima Vanessa, blogger di La Cucina della Sgrufetta. Lei è un po’ una maga delle spezie e nella sua cucina, sempre molto delicata ed elegante, mescola spezie e profumi particolari con risultati strepitosi. Dovete andare assolutamente a visitare il suo Blog. ?

La mia ricetta del pesto di foglie di ravanelli è nata grazie ai suoi suggerimenti ed è davvero buona; vi propongo la mia versione che ho utilizzato per condire la pasta e aspetto che Vanessa pubblichi la sua con i consigli per utilizzarlo all’interno di altri piatti. ???

Tra gli ingredienti del pesto di foglie di ravanelli è presente il formaggio grattugiato a lunga stagionatura che contiene solo tracce di lattosio e non dovrebbe dar fastidio alla maggior parte di noi intolleranti al lattosio. Se non lo tollerate, potete ometterlo o sostituire con pane grattugiato tostato o con pochissimo lievito di birra inattivo. Il gusto sarà diverso ma altrettanto buono.

E ora ecco la ricetta! ?

INGREDIENTI:

  • 1 mazzo di foglie di ravanelli
  • 1/4 spicchio d’aglio
  • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 2 cucchiai di formaggio grattugiato a lunga stagionatura (lattosio in tracce)
  • 1 cucchiaio di succo di limone
  • Sale fino q.b.
  • Pepe nero q.b.

PREPARAZIONE:

Lavare bene le foglie di ravanelli e metterle nel bicchiere del frullatore. Aggiungere l’aglio, l’olio extravergine di oliva, il succo di limone, condire con sale fino e pepe nero e frullare bene.

Aggiungere il formaggio grattugiato a lunga stagionatura e mescolare bene.

CONSIGLI:

  • Formaggio grattugiato a lunga stagionatura: a me non crea problemi ma potete sostituire con pane grattugiato tostato o lievito di birra inattivo.
  • Conservazione: si conserva in frigo per uno al massimo due giorni anche se vi consiglio di consumarlo fresco. Resta più buono e profumato.
  • Utilizzi: è buonissimo anche spalmato sul pane abbrustolito. Io l’ho utilizzato per condire la pasta! ?

Pasta con pesto di foglie di ravanelli

Risotto radicchio e gorgonzola

Risotto radicchio e gorgonzola

Risotto radicchio e gorgonzola…

Buon giovedì! 

Oggi c’è un sole fantastico! Mi sta costando un sacco stare qua chiusa in casa davanti al PC.  ???

Ho una voglia matta di cambiarmi, indossare scarpe comode e camminare stando all’aria aperta. Sì! Avete letto bene! Proprio io che odio camminare, ultimamente ho voglia di farlo e di stare fuori casa. È proprio vero che il coronavirus un po’ ha cambiato le nostre abitudini. Per me le sorprese più grandi son state camminare e il giardinaggio, altra cosa di cui non mi era mai fregato nulla! E invece ora… È avvenuto il miracolo! ?Appena posso scappo in giardino a prendermi cura delle mie piante. Adoro i gerani perché son semplici da curare e vanno innaffiati poco, ma soprattutto mi sto dedicando alla coltivazione delle erbe aromatiche: salvia, menta, lavanda, timo, cappero, elicriso, origano, maggioranza. Le sto collezionando tutte! Non vi dico che profumi nel mio balcone.

E ultimamente per hobby sto provando a far germinare e crescere dei semi di mango e di avocado. Il primo è ok, ormai è diventata una piccola piantina, sul secondo ci sto lavorando. Ora è infilzato tra quattro stuzzicadenti stile rito woodoo. Vi dirò tra un mese se l’esperimento è riuscito. ??

Nel frattempo che chiacchiero di giardinaggio ne approfitto per lasciarvi la ricetta del mio pranzo di oggi: risotto radicchio e gorgonzola

Ammetto che non avevo mai mangiato gorgonzola in vita mia. Ho sempre pensato che fosse un tipo di formaggio tabù per noi intolleranti al lattosio. Invece non è così:

  1. le muffe presenti all’interno del gorgonzola abbattono parte del lattosio;
  2. esistono in commercio diverse marche di gorgonzola con lattosio inferiore allo 0,01% che vanno benissimo per noi intolleranti al lattosio;
  3. il gorgonzola ha un sapore talmente forte che per condire ne basta poco. 

Ovviamente se avete difficoltà con i delattosati, evitate di aggiungere il gorgonzola al risotto. È buono anche col solo radicchio o magari con l’aggiunta di noci. ?

E ora ecco la ricetta! 

INGREDIENTI:

  • 350 gr di riso
  • 1 cespo di radicchio rosso
  • ½ cipolla
  • ½ bicchiere vino bianco secco
  • 3 – 4 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 2 cucchiai di dado vegetale
  • Acqua bollente q.b.
  • Formaggio grattugiato a lunga stagionatura q.b. (lattosio in tracce)
  • Gorgonzola (lattosio residuo <0, 01%) q.b.

PREPARAZIONE:

Lavare e tritare la cipolla. Soffriggere nell’olio extravergine di oliva aggiungendo il radicchio precedentemente lavato e tagliato a listarelle sottili. 

Quando il radicchio risulta “appassito”, aggiungere il riso e farlo tostare bene. 

Aggiungere il vino bianco e lasciar sfumare in modo che la parte alcoolica del vino evapori. 

Aggiungere il dado vegetale e coprire con acqua bollente. Mescolare bene e, quando inizia a bollire, abbassare la fiamma e cucinare mescolando e aggiungendo l’acqua a poco a poco.

Quando il risotto è quasi cotto, spegnere il fornello e lasciar riposare per 5 minuti nella pentola col tappo. 

Aggiungere il formaggio grattugiato a lunga stagionatura e il gorgonzola

Mescolare e servire caldo. 

CONSIGLI:

  • Brodo vegetale: se avete il tempo di preparare un brodo vegetale fresco, il risotto verrà ancora più buono. 
  • Prodotti delattosati: se non li tollerate, potete omettere l’aggiunta del gorgonzola e/o del formaggio grattugiato ad alta stagionatura. 
  • Noci tritate: si possono aggiungere per ultime. Ci stanno benissimo!
  • Versione light: qua trovate il link della ricetta del risotto radicchio, gorgonzola e noci preparato in versione più leggera e con l’ausilio della vaporiera.
  • Vasocottura: il risotto radicchio e gorgonzola si può preparare anche con il metodo della vasocottura. Cliccate sul link per scoprire come si fa. ?

Moscardini in umido

Moscardini in umido…

I moscardini in umido, cotti in un sughetto piccante, son una delle costanti come antipasto di pesce nei ristoranti della Sardegna. Ed è uno dei miei antipasti preferiti, di cui non faccio mai a meno, anzi di solito faccio il bis! ???

Li adoro! ??? Pesce, pomodori e peperoncino… Come si fa a resistere ad un piatto così? Un piatto buonissimo, profumato, semplice da preparare. Peccato che in foto da vedere non siano bellissimi, però vi assicuro che son una bontà! ? L’importante è che si scelga pesce fresco e di qualità. Quello è il segreto di questi piatti rustici, semplici e con pochi ingredienti.

I moscardini in umido son completamente senza latticini, adatti agli intolleranti al lattosio come me.

E ora ecco la ricetta! ?

INGREDIENTI:

  • 600 gr di moscardini
  • 300 gr di datterini o altri pomodori
  • 50 ml circa di vino bianco secco
  • 1 spicchio d’aglio
  • 1 pomodoro secco
  • 3 – 4 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • Peperoncino q.b.
  • Acqua bollente q.b.

PREPARAZIONE:

Con l’ausilio di un paio di forbici, staccare il corpo dalla testa dei moscardini, levare la pellicina e inciderlo per togliere le interiora. Dalle testa tagliare via la parte con gli occhi e togliere il dente. Lavare bene e mettere a scolare.

Lavare bene lo spicchio d’aglio, il pomodoro secco (così si toglie un po’ di sale) e tritarli molto sottili insieme ad pezzetto di peperoncino secco.

Moscardini in umido_preparazione 1

Soffriggere il trito nell’olio extravergine di oliva e aggiungere i moscardini. Rosolare bene e aggiungere il vino bianco lasciandolo sfumare.

Moscardini in umido preparazione 2

Nel frattempo lavare i datterini, tagliarli in due parti e frullarli. Aggiungere ai moscardini e mescolare bene. Aggiungere anche un po’ di acqua bollente. Quando inizia a bollire, abbassare la fiamma e cucinare con tappo per circa un’oretta mescolando ogni tanto e, se fosse necessario, aggiungendo altra acqua bollente.

Servire caldo accompagnato da dei crostini di pane.

CONSIGLI:

  • Peperoncino: è uno degli ingredienti fondamentali, a me piace tantissimo e ne abbondo. Ammetto che senza il gusto piccante, non sarebbe lo stesso piatto. Non ho indicato la quantità perché cambia in base alle persone o al tipo di peperoncino utilizzato. Potete iniziare mettendone poco e poi aggiungerlo a fine cottura.
  • Sale fino: non ho utilizzato sale per questa ricetta perché c’era il pomodoro secco che è già abbastanza salato. Vi consiglio di non aggiungere il sale e di aggiustare a fine cottura insieme al peperoncino.
  • Cottura: il segreto dei moscardini in umido è una cottura lenta e a fuoco dolce. Solo così verranno morbidi e saporiti.

Farinata di ceci

Farinata di ceci

Farinata di ceci…

Buona domenica a tutti! ?

Chi lo dice che a stare a casa ci si annoia? Vi giuro, son quasi le 18:30 e io riesco a sedermi solo ora! ?

Ok, è vero che dovevo pulire casa perché ormai ero arrivata ad un livello indecente di disordine, ma la cosa più figa che ho fatto oggi è sistemare i balconi e la terrazza e godermi il sole e il primo caldo dedicandomi al giardinaggio.

Se qualche anno fa mi avessero detto che mi sarei appassionata di piante, penso proprio che gli avrei riso in faccia! Ma chi, io? ?‍♀️ Giuro, a parte il pothos che ho in ufficio (e che sospetto sia sopravvissuto per dieci anni perché i miei colleghi mossi da pietà lo innaffino a mia insaputa), non ero mai riuscita nemmeno a far sopravvivere la micro pianta grassa che mi avevano regalato quando ho ristrutturato casa. Che poi non sapevo nemmeno se fosse vera o di plastica! ??? Sì, il livello era questo.

E ora? E ora boh! Sarà l’età, sarà che lavorando per dieci ore davanti al pc, sento l’esigenza di stare all’aria aperta, sarà che il giardinaggio è un potente antistress… Insomma! ora mi piace e mi sta dando le mie soddisfazioni. Però devo essere del tutto onesta. Non è che io mi sia trasformata in una provetta giardiniera. Macché! Ignoro anche le cose più basilari. ??? E poi le mie piante son differenti! Stando con me, han dovuto superare un corso di sopravvivenza e imparare a campare anche di acqua piovana, perché non è che mi ricordi sempre di innaffiarle. ?

Balcone

Queste son alcune delle piante che ho in balcone. Ci son i gerani, le piante grasse, Giuliano il melograno nano (che è già nuovamente fiorito ?) e si sta riprendendo anche la pianta di cappero. I miei preferiti restano sempre Gelsy e Mino, le mie due piantine di gelsomino (che ormai son diventate enormi e stanno per fiorire) e la new entry Gino il mangolino, piantina di mango appena nata ma che sta crescendo molto velocemente. E la più antipatica? Ma Maria Lea l’orchidea ovviamente! Snob, spocchiosa e non fiorisce nemmeno se la metto in punizione non innaffiandola o se la cambio di posto. Non ci siamo proprio! Non c’è feeling tra di noi! ?????? Ma non mi arrendo, prima o poi dovrà fiorire questa ingrata! ???
Se avete consigli o suggerimenti da darmi sull’orchidea… Non posso che dirvi grazie! ???

Eh sì! Le mie piante hanno i nomi… E non solo quelle che vi ho elencato. Ho le piantine grasse con i nomi dei sette nani e ci ho messo mezzora a ricordarli tutti. Volete sapere se son matta come un cavallo e se con le piante ci parlo? ??? In questa fase di clausura, potrei aver parlato pure con la teiera per disperazione! Ma amici, va tutto bene finché piante e teiera non vi rispondono! Fidatevi che è così! ??????

Vorrei restare ancora un po’ qua in balcone a godermi il verde e il relax ma son quasi le 19:00 e devo andare a preparare la cena. Ho già pronto l’impasto della farinata di ceci, devo solo aggiungere gli ultimi ingredienti e mettere in forno.

Ho scoperto la farinata di ceci così per caso. Ne esistono diverse versioni (una anche qua in Sardegna chiamata fainè) ma chissà perché non avevo mai provato a farla. Credevo che fosse qualcosa di poco saporito e pesante ma mi sbagliavo tantissimo. Una delle mie cugine ha smentito questa cosa decantandomi la farinata di ceci, il suo sapore, la sua semplicità di preparazione, il suo profumo inconfondibile e allora mi son fatta convincere e devo dire che la trovo buonissima! ???

La farinata di ceci poi è completamente senza lattosio, adatta agli intolleranti al lattosio come me.

E ora ecco la ricetta! ?

INGREDIENTI:

  • 120 gr di farina di ceci
  • 400 ml di acqua a temperatura ambiente
  • 1 rametto di rosmarino fresco
  • 40 – 50 ml di olio extravergine di oliva q.b.
  • Sale fino q.b.
  • Pepe nero q.b.

PREPARAZIONE:

In una ciotola versare la farina di ceci e mescolare aggiungendo l’acqua a poco a poco in modo da non formare grumi. Aggiungere il sale fino, il pepe nero, mescolare ancora e lasciar riposare l’impasto per almeno quattro ore ricoperto da un panno da cucina.

Accendere il forno a 200°C in modalità statica.

In una teglia rotonda con diametro di 30 cm (la farinata di ceci non deve essere troppo spessa) versare l’olio extravergine di oliva. Roteare la teglia in modo che l’olio si sparga in tutta la superficie.

Controllare l’impasto e, se si fosse formata della schiuma, toglierla. Mescolare e mettere nella teglia, facendola nuovamente roteare in modo che l’impasto e l’olio extravergine di oliva si mescolino tra di loro.

Lavare e asciugare il rametto di rosmarino. Togliere la parte legnosa e aggiungere alla farinata di ceci. Condire con sale fino e pepe nero e infornare per circa 20 -30 minuti (dipende dal forno) o finché è dorata in superficie.

Servire calda.

CONSIGLI:

  • impasto: va fatto riposare almeno quattro ore o tutto il giorno in modo che la farina di ceci assorba l’acqua e abbia la giusta consistenza.
  • Teglia: potete usare anche una teglia rettangolare. L’importante è che la farinata di ceci risulti poco spessa.
  • Varianti: qua in Sardegna, a Sassari, si prepara la fainè. Non si utilizza il rosmarino ma le cipolle tagliate sottili e aggiunte in cottura oppure la salsiccia tagliata a pezzetti. Chiederò meglio la ricetta così la prossima volta la preparo così. ?
  • Farina di ceci: l’ho scoperta da poco ma mi piace un sacco. Qua trovate la ricetta della frittata con farina di ceci. Deliziosa! ?