La pasta all’uovo violata è una pasta all’uovo particolare che si prepara qua in Sardegna e viene utilizzata per le sevadas e per la preparazione di alcuni dolci tipici (lorighettas). L’impasto è quello della pasta all’uovo ma successivamente si “viola” la pasta aggiungendo strutto o olio extravergine d’oliva.
Ci tengo a precisare che questa non è la pasta all’uovo tradizionale che si prepara in Emilia Romagna, ma una variante propria della Sardegna. Differisce sia per gli ingredienti che per la lavorazione.
INGREDIENTI:
1 kg di semola
4 uova
100 gr circa di strutto o olio di oliva
Sale q.b.
300 – 400 ml circa di acqua a temperatura ambiente
PREPARAZIONE:
La preparazione è quella tipica della pasta all’uovo: si versa la semola nell’impastatrice e si aggiungono gli altri ingredienti (uova, acqua e sale) e si fa impastare per circa dieci minuti. E’ importante aggiungere l’acqua a poco a poco in modo da “misurare” la durezza della pasta. A volte ne bastano 300 ml, a volte qualcosa in più. Dipende dalla semola che viene utilizzata.
Successivamente si aggiunge lo strutto o l’olio extravergine di oliva e si impasta per circa altri 15 – 20 minuti.
Con l’ausilio della “nonna Papera” o di una qualsiasi sfogliatrice stendere la pasta in sfoglie sottili pronte per le diverse ricette.
Stavolta non è una mia ricetta ma ho adattato in versione a ridotto contenuto di lattosio una ricetta della bravissima blogger Federica Giuliani di “Una blogger in cucina“. La seguo da poco anche su Instagram e devo dire che, insieme a Benedetta di “Fatto in casa da Benedetta“, è una delle mie Muse ispiratrici in cucina.
Ecco la ricetta originale del pan brioche allo yogurt utilizzato per la treccia allo yogurt con Nutella. Qua sotto trovate la mia versione.
Ho utilizzato lo yogurt greco a ridotto contenuto di lattosio della linea Amo Essere (0,1% di lattosio). La ricetta così dovrebbe andare bene per la maggior parte degli intolleranti al lattosio. Potete però sostituire lo yogurt greco con uno yogurt con ancora meno lattosio (0,01%) o con lo yogurt di soia o di riso (soprattutto se siete in disintossicazione).
E ora… Ecco la ricetta! ?
INGREDIENTI:
250 gr di farina Manitoba
250 gr di farina 00
25 gr di lievito di birra fresco (o 7 gr di lievito di birra secco)
120 gr di zucchero semolato
220 gr di yogurt senza lattosio (lattosio < 0,01%)
1 uovo
1 cucchiaio di miele
30 gr di olio extravergine di oliva
1/2 bacca di vaniglia
1 limone non trattato (scorza grattugiata)
1 pizzico di sale
2 cucchiai di bevanda di riso (per sciogliere il lievito).
PREPARAZIONE:
Sciogliere il lievito di birra con 2 cucchiai di bevanda di riso (tiepido).
In una planetaria mescolare la farina Manitoba e la farina 00. Aggiungere il lievito di birra e azionare la planetaria a velocità bassa. Aggiungere l’uovo sbattuto e lo zucchero. Successivamente la scorza grattugiata del limone e i semi della bacca di vaniglia. Infine aggiungere lo yogurt senza lattosio e, sempre mescolando, l’olio extravergine di oliva a filo. Impastare energicamente per circa 10 minuti e lasciar lievitare dentro il forno chiuso con la luce accesa per circa 2 ore.
CONSIGLI:
Il pan brioche allo yogurt può essere utilizzato per tantissime ricette. Io l’ho utilizzato per preparare dei croissant allo yogurt e la treccia con yogurt e Nutella.
Ecco la ricetta della pasta all’uovo che usiamo a casa. È la ricetta di mia mamma e di mia nonna e noi la utilizziamo per tantissime ricette; per preparare tutti i tipi di ravioli, sos maccarrones de veta (fettuccine all’uovo sarde), per la sfoglia delle lasagne all’uovo e per gli gnocchi sardi (avete presente quelli della Barilla? La forma un po’ li ricorda ma il sapore è completamente diverso).
Ci tengo a precisare che questa non è la pasta all’uovo tradizionale che si prepara in Emilia Romagna, ma una variante propria della Sardegna. Differisce sia per gli ingredienti che per la lavorazione.
La pasta all’uovo è preparata con ingredienti totalmente senza lattosio; noi intolleranti al lattosio possiamo mangiarla senza problemi.
INGREDIENTI:
1 kg di semola
4 uova
30 gr di sale fino
300 – 350 ml circa di acqua a temperatura ambiente
PREPARAZIONE:
Nella impastatrice versare la semola, le uova, il sale fino e i primi 250 ml di acqua e lasciare impastare per circa un dieci minuti o finché la pasta non si compatta. Se la pasta dovesse risultare troppo dura, aggiungere prima altri 50 ml di acqua e impastare ancora per altri 2 – 3 minuti. Aggiungere i restanti 50 ml di acqua solo se la pasta risultasse ancora dura.
Una volta pronta, si può stendere e lavorare per creare la ricetta che preferite.
CONSIGLI:
Acqua: il quantitativo d’acqua varia al variare del tipo di semola utilizzato. Aggiungetela sempre poco alla volta, mi raccomando! Qua a casa addirittura nemmeno la misurano ma vanno “ad occhio”!
Ecco qualche ricetta da preparare con la pasta all’uovo!
Oggi nessuna ricetta… Ma vi voglio parlare di qualcosa di sano, genuino e antico: il lievito madre detto anche pasta madre o, in Sardegna. “sa madrighe” o “su framentu“.
Il nome mi riporta indietro nel tempo. Mi ricorda sapori e profumi di tempi antichi, dove la panificazione era un rito magico riservato alle donne e solo loro, in quanto portatrici di vita e di luce, sapevano come creare il pane partendo dalla farina. La tradizione della panificazione era tutta al femminile e a me piaceva tantissimo partecipare e ascoltare le voci, i racconti e i consigli delle donne riunite davanti al forno. Ricordo che noi bambine andavamo a casa di una donna “a faede sa missione” (fare la commissione) e ci veniva affidato questo panetto bianco sporco dall’odore acidulo; era un panetto magico che, unito alla farina e all’acqua, creava quell’impasto meraviglioso da cui poi veniva fatto il pane.
Ricordo ancora le donne sedute a semicerchio e con “su tazzeli” (tagliere di legno ovale molto grande che serve per fare il pane) e col mattarello in mano; partendo dalla palla di pasta lievitata, ognuna di loro stendeva l’impasto che arrivava già pronto e molto sottile all’ultima donna, quella vicina al forno che aveva il compito importantissimo di cuocere il pane. Poi c’erano altre due donne che, una volta cotto il pane, si occupavano di pulirlo dai residui di farina e di brace e di sistemarlo in una “hanistedda” (cesto enorme fatto di asfodelo usato per sistemare il pane e i dolci) e coprirlo con i teli rigorosamente in cotone per farlo raffreddare.
Noi bambine eravamo trattate come “piccole donne” e le “anziane” con pazienza ci spiegavano i segreti del pane: come fare un buon impasto e come imparare a stendere la sfoglia a mano che doveva essere di forma rigorosamente tonda. Alle più grandi veniva riservato anche un posto speciale vicino al forno e si spiegavano i segreti per avere una buona cottura affinché il pane venisse saporito, bello rosso e “gonfiasse” bene. E poi ricordo l’odore ma soprattutto la fragranza e il sapore di questo pane appena cotto… Era davvero un pane magico che racchiudeva i misteri e le tradizioni di secoli di storia sarda. Che meraviglia aver conosciuto queste cose! 🙂
E poi come in ogni cosa c’è una fine… Oggi il lievito madre non si usa quasi più, sostituito quasi del tutto dal lievito di birra o peggio ancora dal lievito chimico istantaneo che son più semplici da utilizzare e, grazie a loro, il processo di lievitazione è molto più veloce, istantaneo. Badate bene, la mia non è una guerra contro il lievito di birra (che è comodo e uso in tante occasioni) però quando posso, preferisco utilizzare il lievito madre. Ha un tempo di lievitazione molto più lungo ma trovo che la pizza e gli altri lievitati impastati col lievito madre siano molto più leggeri e digeribili e quel sapore acidulo non mi dà fastidio, anzi! Mi piace di più.
Ecco perché quando la mia amica Natasha (una ragazza di origine russa ma ormai diventata una sarda doc) mi ha detto che aveva il lievito madre e me ne ha donato un po’, io ovviamente non ho detto di no. Ed ecco che è iniziata la mia avventura.
Qua sotto trovate dei consigli molto semplici per “rinfrescare” e utilizzare la pasta madre. Non posso aiutarvi nella creazione del lievito perché a me lo hanno donato già pronto per utilizzo ma, se cercate su internet, scoprirete un mondo tutto nuovo fatto di “spacciatori” di pasta madre e di scambio di informazioni e ricette!
CONSERVAZIONE:
Il lievito madre va tenuto in frigo in un contenitore ermetico. Io utilizzo dei barattoli di vetro medio grandi in modo che il lievito possa crescere ed espandersi. Il contenitore deve avere una chiusura ermetica per preservare il lievito dai sapori e dagli odori che gli altri alimenti lasciano nel frigo. Ricordatevi che i contenitori vanno cambiati dopo un certo totale di utilizzi (io lo cambio di media una volta al mese o dopo quattro o al massimo cinque utilizzi).
RINFRESCO:
Il processo di lievitazione è dovuto all’attività dei lieviti, dei microorganismi che trasformano la farina, l’acqua e il sale nell’impasto che conosciamo noi. Noi dobbiamo prenderci cura della pasta madre, dei lieviti che ne fanno parte e, per poterla mantenere viva e attiva, dobbiamo nutrirla, fare in modo che il processo di lievitazione non venga mai interrotto. Quindi una volta ogni 5 giorni o al massimo entro una settimana, l’impasto va nutrito con nuova farina e acqua.
Io di solito tengo il lievito in un barattolo di vetro grande (in modo che il lievito possa crescere ed espandersi) e prima di utilizzarlo, misuro la tara. Quando vado a rinfrescare il lievito per prima cosa lo peso e poi tolgo il peso della tara del barattolo; così ottengo il peso netto del lievito che mi serve come base di partenza per dosare la farina e l’acqua da aggiungere. Ad esempio se il peso totale del lievito madre è di 500 grammi e il peso del barattolo vuoto è di 300 gr, so già che devo rinfrescare circa 200 grammi di lievito madre.
Procedo cosi:
peso il lievito per vedere quanta farina e acqua aggiungere;
peso l’acqua che deve essere la metà del peso del lievito (ad esempio a 100 gr di lievito madre devono essere aggiunti circa 50 grammi di acqua);
metto l’acqua così pesata dentro il barattolo di vetro e mescolo molto bene in modo che il lievito si sciolga nell’acqua;
peso la farina che deve avere lo stesso peso della pasta madre (a 100 grammi di lievito madre corrispondono circa 100 grammi di farina);
aggiungo la farina dentro il barattolo di vetro e mescolo molto bene in modo da creare un impasto;
aspetto mezzora in modo che i lieviti si attivino e continui il processo di lievitazione e poi tappo il barattolo e lo rimetto in frigo.
UTILIZZO:
La pasta madre deve essere utilizzata quando è al massimo della sua potenza. Il che significa che va tolta dal frigo e lasciata acclimatare; di solito ci vogliono circa 4 ore e dipende dalla temperatura esterna. Io ad esempio d’inverno la lascio fuori tutta la notte. Al mattino effettuo il rinfresco prelevando un pochino di lievito che tengo in frigo come scorta per le volte successive (aspetto almeno mezzora prima di rimettere in frigo) e il resto, una volta rinfrescato, lo lascio lievitare a temperatura ambiente sino al raddoppio. e poi lo utilizzo nelle mie ricette.
DIFFERENZA TRA ESUBERO E LIEVITO MADRE RINFRESCATO:
Lievito madre rinfrescato: è la pasta madre che, una volta rinfrescata e lasciata riposare (deve raddoppiare) ha raggiunto il suo massimo di potenza e può venire utilizzata per tutte le ricette che prevedono la lievitazione dell’impasto (pizze, focacce, pane, grandi lievitati, etc).
Esubero di lievito madre: è la parte di pasta madre che “avanza” prima di effettuare il rinfresco. Mi spiego meglio: non sempre si ha il tempo per impastare e panificare ma la pata madre va nutrita/rinfrescata con cadenza almeno settimanale. Di solito io rinfresco circa 50 g di pasta madre (tanto poi continua a crescere in frigo). Il resto non lo butto mai ma lo utilizzo per delle ricette che non hanno bisogno di lievitazione come i crackers o i grissini. ?
CONVERSIONE TRA I DIVERSI TIPI DI LIEVITO:
Questa tabella è molto utile per convertire i diversi tipi di lievito: lievito di birra secco, lievito di birra fresco e lievito madre. Ho riportato il peso in grammi che si utilizza di più.
LIEVITO DI BIRRA SECCO/LIEVITO MADRE: Se volete passare da lievito di birra secco a lievito madre, basta moltiplicare i grammi del lievito di birra secco per 40: infatti ad ogni grammo di lievito di birra secco corrispondono 40 g di lievito madre. Se invece volete passare dal lievito madre al lievito di birra secco, basta dividere i grammi del lievito madre per 40.
LIEVITO DI BIRRA SECCO/LIEVITO DI BIRRA FRESCO: Se volete passare da lievito di birra secco a lievito di birra fresco, basta moltiplicare i grammi del lievito secco per 3: infatti ad ogni grammo di lievito secco corrispondono 3 g di lievito di birra fresco. Se invece volete passare dal lievito di birra fresco al lievito di birra secco, basta dividere i grammi del lievito di birra fresco per 3.
LIEVITO DI BIRRA FRESCO/LIEVITO MADRE: Se volete passare da lievito di birra fresco a lievito madre, basta moltiplicare i grammi del lievito di birra secco per 13: infatti ad ogni grammo di lievito di birra fresco corrispondono 13 g di lievito madre. Se invece volete passare dal lievito madre al lievito di birra fresco, basta dividere i grammi del lievito madre per 13. (Per essere più precisi, il coefficiente esatto è 13,33 ma va bene pure arrotondare). ?
PRECISAZIONI PER QUANDO SI FA LA CONVERSIONE DELLE RICETTE PER UTILIZZARE IL LIEVITO MADRE: Bisogna ricordarsi che la pasta madre contiene già il peso in farina e la metà del peso come acqua; quindi quando si convertono le ricette è necessario modificare anche il peso totale della farina e dei liquidi presenti nella ricetta originale. Ad esempio se in una ricetta son previsti 500 g di farina, 250 ml di acqua e 5 g di lievito di birra, utilizzando la pasta madre dobbiamo utilizzare la tabella considerando che:
a 10 g di lievito di birra corrispondono 200 g di lievito madre
il lievito madre contiene già 200 g di farina e 100 ml di acqua
nella ricetta dovremo usare 300 g di farina (500 g meno i 200 g di farina contenuta nel lievito madre)
nella ricetta dovremo usare 150 ml di acqua (250 ml di acqua – 100 ml di acqua già contenuta nel lievito madre)
Ovviamente poi la ricetta va “aggiustata” perché la consistenza dell’impasto dipende anche dal tipo di farina utilizzata, umidità dell’aria, etc. Queste son indicazioni utili a convertire al meglio le ricette. ?
CONSIGLI:
Quando preparate l’impasto, ricordatevi sempre che il sale (che agisce sul processo di lievitazione) va aggiunto sempre per ultimo.
Io utilizzo la pasta madre per preparare focacce, pizze e panini. Molte ricette son state scritte con utilizzo del lievito di birra fresco. Per la conversione utilizzate il metodo che vi ho spiegato qua sopra. Cercherò di riscrivere le ricette con l’utilizzo del lievito madre sotto nella sezione CONSIGLI di ciascuna ricetta. Ecco un esempio di ricette preparate con utilizzo del lievito madre:
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